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La gioia dell’arte. Eugenio Tibaldi a Castelfidardo

Eugenio Tibaldi, Marshy, EMC FIME, Castelfidardo Eugenio Tibaldi, Marshy, EMC FIME, Castelfidardo
Eugenio Tibaldi, Marshy, EMC FIME, Castelfidardo
Eugenio Tibaldi, Marshy, EMC FIME, Castelfidardo

Marshy è il progetto site specific creato da Eugenio Tibaldi per l’azienda EMC FIME, commissione legata al Premio Ermanno Casoli 2022

Il mio obiettivo è rappresentare un’arte equilibrata, e pure un’arte che non inquieti né turbi. Desidero che l’uomo stanco, oberato e sfinito ritrovi davanti ai miei quadri la pace e la tranquillità”. Così Henri Matisse introduceva nel 1910 uno dei suoi dipinti più celebri, La danse. E tratteggiava un’ispirazione che identificava larga parte della sua opera. Sintetizzata ancor meglio nel titolo di un altro dei suoi capolavori, La joie de vivre.

 

Eugenio Tibaldi, Marshy, EMC FIME, Castelfidardo
Eugenio Tibaldi, Marshy, EMC FIME, Castelfidardo

Bisogna guardare tutta la vita con gli occhi di un bambino”, giunse a decretare nel 1953, un anno prima della sua morte. La gioia dell’arte, l’arte che sorride alla vita piuttosto che raccontare problemi, drammi, inquietudini. Una strada prediletta da molti artisti: come Niki de Saint Phalle, con le sue Nanas allegre e danzanti, o come suo marito Jean Tinguely, con le sue sferraglianti inutili macchine. O ancora come Yayoi Kusama, persa nelle psichedeliche cromie delle sue scintillanti Infinity Mirror Rooms.

È questa la temperie nella quale entrare davanti a Marshy, il nuovo progetto site specific creato da Eugenio Tibaldi per l’azienda EMC FIME di Castelfidardo. Una commissione legata al Premio Ermanno Casoli, curato da Marcello Smarrelli, di cui l’artista è risultato vincitore per l’edizione 2022. Che come nella tradizione delle opere volute dalla Fondazione Ermanno Casoli per le aziende del gruppo Elica, prevede la partecipazione attiva delle persone che ci lavorano.

 

Eugenio Tibaldi, Marshy, EMC FIME, Castelfidardo
Eugenio Tibaldi, Marshy, EMC FIME, Castelfidardo

Biodiversità

L’opera di Tibaldi si presenta come uno specchio d’acqua circolare del diametro di 12 metri, da cui emerge una vegetazione caratteristica di un ambiente palustre. “Il luogo che conserva la più grande biodiversità fra i nostri sistemi naturali”, spiega lo stesso artista. Arbusti, bambù, fiori, ma soprattutto una variopinta colonia di 200 volatili. Il tutto costruito interamente attraverso il riutilizzo degli scarti della produzione aziendale. E il coinvolgimento in vari modi di tutti i dipendenti del gruppo Elica, che hanno risposto a un questionario da tutto il mondo.

L’installazione è completata da un contributo sonoro ideato dall’artista con il musicista Andrea Naspi, che richiama alla mente il canto degli uccelli. Realizzato con la fisarmonica, strumento tradizionalmente iscritto nell’identità stessa di Castelfidardo. Come racconta Eugenio Tibaldi nell’intervista che trovate qui sotto…

 

 

www.fondazionecasoli.org

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