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La ritrattista vittoriana senza braccia che conquistò i reali inglesi. Sarah Biffin in mostra a Londra

Autoritratto, Sarah Biffin, c. 1821 © Sotheby’s, London

Dopo quasi 100 anni dall’ultima mostra, la rassegna londinese organizzata dalla Philip Mould Gallery e curata da Emma Rutherford racconta al pubblico una meravigliosa storia di talento e tenacia, con l’arte e la vita di Sarah Biffin.

“Painted by Sarah Biffin, without hands”

Un percorso cronologico suddiviso per aree tematiche accompagna il visitatore alla scoperta dell’artista inglese affetta da focomelia, una grave malformazione congenita agli arti. Tra delicati acquerelli di nature morte e finissimi ritratti in miniatura, il talento di Sarah si rivela allo spettatore in tutta la sua purezza. “È stata una figura di straordinaria ispirazione”, ha dichiarato il gallerista e storico Philip Mould. “Ha affrontato grandi sfide: le sue origini umili nel Somerset rurale, il fatto di essere stata un’artista donna in un’epoca dominata dagli uomini, e poi quelle difficoltà fisiche estreme… Il fatto che sia riuscita a superarle fino a diventare un’artista di spicco, fa sì che Sarah Biffin possa essere considerata all’avanguardia dell’indipendenza femminile dell’epoca”.

Installation view, © Philip Mould & Company
Installation view, © Philip Mould & Company

Nata nel 1784 nel sud-ovest dell’Inghilterra, fin dai primi anni dimostrò un carattere determinato: “Ogni volta che mio padre e mia madre erano assenti, mi esercitavo continuamente in ogni invenzione, finché alla fine riuscii, con la bocca, a infilare un ago, a fare un nodo… a ritagliare e confezionare da sola i miei vestiti”.Appena tredicenne cominciò a girare il Paese tra fiere e baracconi, esibendosi grazie al circense Emmanuel Dukes come “La meraviglia senz’arti”. Imparò quindi a scrivere e dipingere usando la bocca e la spalla destra, meravigliando i curiosi e vendendo le proprie creazioni.

Studio di piume, Sarah Biffin, 1812 © Philip Mould & Company
Studio di piume, Sarah Biffin, 1812 © Philip Mould & Company

Nel 1808 venne notata da George Douglas, conte di Morton, che decise di commissionarle un ritratto per testare il suo talento. Divenne così suo mecenate e, in un’epoca in cui alle donne non era permesso studiare alla Royal Academy of Arts, Sarah diventò apprendista del pittore di miniature William Craig. Il suo stile si evolse a tal punto da ricevere una medaglia dalla Society of Arts ed ottenere prestigiose commissioni dalla famiglia reale inglese che le valsero fama e indipendenza economica. Persino Charles Dickens ha parlato lei nei suoi romanzi. “Paradossalmente, la sua disabilità la poneva in qualche misura al di fuori delle norme sociali e culturali vigenti al tempo per le donne, permettendole di spingersi più in là rispetto a loro”, ha spiegato la curatrice della mostra.

Poster pubblicitatio “The Celebrated Miss Beffin”, c. 1812 © Philip Mould & Company

Una raccolta davvero completa dei sui lavori, sia prestiti da collezioni private che da grandi istituzioni, la mostra di Philip Mouldpresenta una panoramica esaustiva di opere spesso non visibili al pubblico. La costante, tra stili, soggetti e formati differenti, rimane la sua iconica firma “Painted by Sarah Biffin, without hands”, senza mani. L’artista non ha mai nascosto la sua disabilità, come mostrano alcuni deliziosi autoritratti in cui si presenta orgogliosa ed elegante con il suo iconico pennello cucito sulla spallina dell’abito e circondata dagli strumenti del mestiere. Una di queste opere ha recentemente ottenuto un significativo successo all’asta, con un prezzo record di £137.500 da Sotheby’s nel dicembre 2019, a fronte di una stima massima di appena £1.800.Testimonianze dirette dell’epoca, lettere autografe, litografie, ritagli di giornali, si alternano ai dipinti portandoci nell’Inghilterra di Re Giorgio III prima e della Regina Vittoria poi. Da questi documenti traspare lo spirito imprenditoriale di Sarah, capace di promuovere la propria arte oltre e alla luce della sua condizione. A soli 26 anni dirà: “Non rimpiango la mia situazione, ringrazio Dio che si è compiaciuto di farmi così come sono, né invidio il benessere degli altri”.

Ritratto della Regina Vittoria, Sarah Biffin, 1843 © Philip Mould & Company
Con la crescente popolarità della fotografia, la fortuna artistica che l’artista aveva costruito sui ritratti in miniatura cominciò a scemare e così le sue condizioni di salute. Le ambizioni di Sarah però non si spensero: si trasferì a Liverpool sperando di potersi imbarcare alla volta Stati Uniti per rilanciare la sua arte. Nel 1850, all’età di 66 anni a pochi mesi dalla sua ultima straordinaria esposizione alla Royal Academy, venne sorpresa dalla morte prima di riuscire nell’intento.

Un’intera sezione della mostra è dedicata ai suoi studi di piume variopinte, rese con una tale delicatezza da sembrar pronte a disperdersi al primo soffio di vento. Più di ogni storia e di ogni ritratto, proprio in questa tenace minuziosità che si fa leggerezza intuiamo l’arte e la vita di Sarah Biffin, “withouthands”.

Without Hands: the Art of Sarah Biffin alla Philip Mould & Company, 18-19 Pall Mall (Londra), fino al 21 dicembre 2022.

https://philipmould.com/exhibitions/31-without-hands-the-art-of-sarah-biffin/

Installation view, foto dell’autore

 

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