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Un classico Morandi, le nature morte di Severini e un ‘doppio’ Carrà. Un grande ‘900 in asta da Farsetti

Carlo Carrà
Carlo Carrà

Dai solchi scolpiti di un bianco cretto di Alberto Burri al buio infinito oltre i tre netti tagli (su bianco) di Lucio Fontana, passando per i solitari barattoli e vasi di una natura morta di Giorgio Morandi e la calma misteriosa della spiaggia di un tardo Giorgio De Chirico: con bel viaggio lungo il Novecento proseguono i festeggiamenti per 60 anni di attività della casa d’aste Farsetti, iniziati con le aste di primavera scorsa. È alle porte la vendita di arte moderna del 3 dicembre, a Prato

I nomi di punta sono i “soliti noti”. Primo fra tutti il bolognese Morandi. Sempre presente tra i top lot delle aste di Farsetti e delle principali case d’asta che operano su suolo italiano. Sono 13 i suoi lotti in catalogo, dai dipinti alle acqueforti e ai disegni, questi ultimi una costante nella sua produzione. I due dipinti sono un paesaggio e una classica natura morta, quest’ultima è un piccolo olio del 1952 con passaggi di provenienza (anche Acquavella Galleries a New York) ed esposizioni a livello internazionale eccezionali. La stima infatti non mente sulla qualità del lavoro, 1.100.000/1.500.000 euro. In questo dipinto l’attenzione di Morandi sembra fermarsi sul riflesso luminoso dato dalla forma curva del vaso, accostato alle scatole e ai barattoli. Risale a qualche anno prima “Il cortile di via Fondazza” (1935), il secondo dipinto in asta. È raffigurato ciò che si vede dalla finestra dello studio dell’artista a Bologna (stima 650.000 / 850.000 euro).

Giorgio Morandi, natura morte
Giorgio Morandi, Il cortile di via Fondazza

Tra gli altri top lot si segnalano i “Nuotatori” di Carlo Carrà, definito dagli esperti di Farsetti un “capolavoro del Novecento”. Risale al 1929-30 e propone tre figure maschili sul molo di un piccolo porto e sullo sfondo un mare che forse, nelle nubi e nelle onde, prelude a una tempesta. Racconta la scheda in catalogo che del dipinto si conoscono due stati, stesi sulla stessa tela, la prima volta esposta alla Biennale di Venezia del 1930 dove era stato presentato con il titolo Crepuscolo sul mare, e un secondo stato, quello del quadro in asta. La composizione, il disegno delle figure, rimangono gli stessi, cambiano la stesura del chiaroscuro sui corpi, le campiture del cielo e del mare, che rispetto alla prima versione è più temporalesco, e infine appare quella barca con remo in primo piano. Carrà ha usato la procedura di una doppia stesura di un dipinto sulla stessa tela anche in altre  opere di grandi dimensioni. Scrive Marco Fagioli «questi Nuotatori sono uno dei testi più importanti della pittura del Novecento e permettono di entrare dentro la mente del loro creatore. Il primo stato appare, dalla fotografia, più aderente a quella pittura di luce e volumi sfumati che Carrà aveva elaborato in Le figlie di Loth e L’attesa, un giottismo più consono alla narrazione luminosissima degli Scrovegni; nella seconda stesura, quella che possiamo ammirare, la modellazione plastica dei volumi si fa più squadrata, in un giottismo assisiate e delle due cappelle di Santa Croce». L’olio stima 750.000 / 950.000 euro.

Gino Severini è in asta con tre lotti. Si tratta di nature morte, un tema che l’artista non affronta spesso nel periodo futurista ma che dal 1915 diventa uno dei suoi prediletti, in un periodo in cui si avvicina alla pittura cubista. I tre lotti vanno dagli anni Trenta agli anni Cinquanta. “Nature morte aux pigeons (L’ange pourvoyeur)”, del 1930, stima 150.000/200.000 euro e proviene originariamente dalla galleria d’arte del suo mercante Léonce Rosenberg, L’Effort Moderne.  “Omaggio a Casella” del 1947, esposto alla Biennale di Venezia l’anno seguente, è offerto quasi alla stessa cifra, 150.000/220.000. Infine la tempera “Natura morta con piccione, pesci, aragosta, sullo sfondo la chiesa di Cortina d’Ampezzo” del 1952 ca, uno dei bozzetti serviti per l’esecuzione del mosaico, tuttora presente, all’albergo Corona di Cortina d’Ampezzo, quota 30.000/40.000 euro.

Gino Severini, Nature morte aux pigeons (L’ange pourvoyeur)

Anche Renato Guttuso è in catalogo con tre lotti. Il più prezioso è “Eroina (L’eroina garibaldina– Partigiana assassinata)” del 1954, dalla forte carica espressiva e carattere sociale, offerto a una stima di € 130.000/160.000. È proprio all’inizio degli anni Cinquanta che i suoi dipinti si vestono di una forte caratterizzazione di polemica sociale e vedono protagonista la classe proletaria. Nella scheda in catalogo è suggerito un parallelismo con “La Libertà che guida il popolo” di Delacroix: «Il realismo espressivo con cui Guttuso raffigura la giovane caduta con la bandiera in mano, della quale coglie con immediatezza la vitale energia, ancora percepibile, e la prorompente e fisica sensualità, riporta alla mente l’immagine della donna che, come nella pittura di Delacroix, trascina gli eroici entusiasmi e le passioni del popolo che riesce così a compiere in epoche diverse gesti rivoluzionari». Seguono la natura morta “Sedia e barattoli” del 1955-56 (80.000/130.000) e il dipinto a tema sacro “Salomè” del 1940-41 (70.000 / 90.000).

Renato Guttuso, Eroina

Tra gli altri top lot ricordiamo il “Concetto spaziale, Attese” del 1965-66 di Lucio Fontana (€ 700.000/900.000) e il disegno “Portrait de femme au pendentif” del 1915 di Amedeo Modigliani (€ 280.000/330.000). Tra le opere di Arte Informale si segnala uno tra i primissimi Cretti di Alberto Burri, “Bianco Cretto” (1970) proposto a € 240.000/340.000.  All’interno del nucleo di opere metafisiche, risalta il lavoro di Giorgio de Chirico, “Spiaggia misteriosa”, proposto a € 180.000/280.000. Ottone Rosai è in asta con due 11 opere, segnaliamo due imponenti tele degli anni Trenta con la stessa valutazione di € 130.000/160.000: “Il capoccia («Il mungitore)” e “Il Vecchio («Pietro» o «Pietro il povero»)”, in cui gli umili soggetti riescono a rappresentare un’umanità senza tempo.

Lucio Fontana
Amedeo Modigliani
Alberto Burri
Giorgio de Chirico

Quattro le opere di Antonio Ligabue e tra gli altri artisti nominiamo Mario Sironi, Massimo Campigli, Felice Casorati, Giacomo Balla, Roberto Iras Baldessari, Enzo Cucchi, Alighiero e Boetti, Franco Angeli, Tano Festa, Mario Schifano, Tancredi Parmeggiani, Giuseppe Santomaso, Getulio Alviani. All’interno della sessione di arte contemporanea, che includerà un nucleo di opere dei Maestri del Movimento Spazialista, risalta un lavoro di Agostino Bonalumi, “Bianco”, una tela estroflessa del 1983, con una stima di € 90.000/130.000. “Superficie G. 99” di Giuseppe Capogrossi, del 1950, quota 60.000/90.000 euro.

L’asta del 3 dicembre di Arte moderna sarà preceduta da altre due sessioni, una di “Dipinti, Disegni, Sculture e Grafica” venerdì 2, alle ore 15,30 e una di “Arte Contemporanea” sabato stesso, ma la mattina alle ore 11,00. I due cataloghi delle tre sessioni d’asta comprendono circa cinquecento opere.

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Dipinti, Disegni, Sculture e Grafica e Arte Contemporanea
Venerdì 2 – Sabato 3 Dicembre

Arte Moderna
Sabato 3 Dicembre, ore 16,00

Esposizione a Prato:
Farsettiarte, viale della Repubblica (area Museo Pecci)
26 Novembre – 3 Dicembre
Orario (festivi compresi) 10,00-19,30
Ultimo giorno di esposizione, Sabato 3 Dicembre, orario 10,00-13,00
Farsettiarte – www.farsettiarte.it

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