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Farsetti festeggia 60 anni di aste con grandi capolavori di Dalì, Morandi, Chagall e Modì

674 GIORGIO MORANDI (BOLOGNA 1890 - 1964) NATURA MORTA, 1932 Per il presente lotto non saranno accettate offerte attraverso le piattaforme live streaming ma soltanto commissioni scritte, telefoniche e partecipazione in presenza. Olio su tela cm. 43,2x48 STIMA EUR 1400000 / 2000000
Giorgio Morandi

60 anni e non sentirli. La casa d’aste Farsetti festeggia con un catalogo che è un vero scrigno di tesori il sessantesimo anniversario della sua prima asta di arte moderna. Appuntamento a Prato il 27 e il 28 maggio, l’esposizione di una selezione di lotti prosegue a Milano fino a mercoledì 18

La Farsettiarte è stata fondata nel 1955 da Frediano e Franco Farsetti a Prato come Galleria d’arte ma già pochi anni dopo inaugura la casa d’aste: era il 19 maggio del 1962 quando, presso il Conservatorio di Santa Caterina, batteva la prima vendita di arte moderna.  E oggi festeggia questo traguardo con un’asta di enorme qualità e con opere  eccezionali.

L’appuntamento è per il 27 e 28 maggio. Saranno esitati in totale oltre 620 lotti. Il catalogo di moderna è composto da oltre 110 opere e sarà battuto sabato 28 nel pomeriggio. Italiani e non solo tra i nomi blue chip: da Morandi a Chagall, da Savinio a Dalì, fino a Modigliani e de Chirico.

Il podio dei top lot: Dalì, Morandi, Chagall

Il top lot del catalogo è proprio per l’eccentrico surrealista catalano. L’opera “Composition avec tour” di Salvador Dalì è stimata 1.500.000/2.200.000 euro. Il dipinto, fino a oggi in una collezione privata, illustra un paesaggio urbano molto probabilmente nato come progetto per un sipario di scena destinato al balletto Café de Chinitas, messo in scena negli Stati Uniti nella primavera del 1943 dalla ballerina di flamenco e coreografa Encanación López Júlvez, conosciuta come Argentinita. Sembra avesse chiesto a Dalí di realizzare le scenografie e probabilmente anche i costumi. Il balletto si basa su una storia reale, adattata sotto forma di canzone popolare da Federico García Lorca, e descrive la storia del torero spagnolo Paquiro morto in seguito a un incidente durante una corrida, ricordando molto da vicino le vicende del torero Ignacio Sánchez Mejías, ex compagno di Argentinita, a sua volta amico di Lorca.

Lotto 682. SALVADOR DALÍ (FIGUERES 1904 – 1989). COMPOSITION AVEC TOUR (PROGETTO PER SIPARIO DI SCENA DI «CAFÉ DE CHINITAS»), (1943). Olio su tela, cm. 56×86,5. Firma al verso sulla tela: Dalí; sul risvolto della tela e sul telaio: etichetta Galeria Beyeler, Basel: timbro Galleria Gissi, Torino, con n. 5494. STIMA EUR 1.500.000 / 2.200.000

Lo stesso artista scrive nel Dalí News del 20 novembre 1945: “Café de Chinitas, su musiche di García Lorca: è stato il trionfo del mecenate, il marchese de Cuevas. L’interpretazione più grande della compianta Argentinita. Una gigantesca donna-chitarra sanguinante, crocifissa all’eterno muro spagnolo del Fusiliamento de Torijos. Da una parte all’altra della scena, mille chitarre color zafferano. Tutti hanno adorato Café de Chinitas”.

Silvia Petrioli nella scheda critica in catalogo spiega come l’impianto di “Composition avec tour” richiami fortemente alla memoria i primi dipinti metafisici di Giorgio de Chirico: “una piazza aperta su un terreno arido e desertico, delimitata sulla destra da una quinta ad arco che getta lunghe ombre sul terreno, le quali si proiettano scure sul candido edificio che si erge come protagonista al centro della composizione. In primo piano si innalza una torre dalle fattezze umane la cui sommità richiama le teste dei manichini dechirichiani, all’altezza della gola si dipanano degli arbusti secchi da cui pende un fazzoletto rosso carminio e da un balcone, quasi fosse un’estensione di un braccio, si allunga un bastone sulla cui cima è legato un filo con una stella azzurra a sei punte. Sulla sinistra dell’edificio, in secondo piano, Dalí rappresenta una donna-fontana i cui capelli arruffati prendono le fattezze di fronde scomposte, forse un ennesimo ritratto-omaggio alla moglie Gala – già ritratta in Inizio automatico di un ritratto di Gala, 1933 ca., con una capigliatura simile alla nostra – figura fondamentale nella vita del pittore, e sempre più unico legame per l’artista, rimasto ormai orfano del gruppo surrealista”.

Lotto 674. GIORGIO MORANDI (BOLOGNA 1890 – 1964). NATURA MORTA, 1932. Olio su tela, cm. 43,2×48. STIMA EUR 1.400.000 / 2.000.000

Come stima, segue a pochissima distanza Giorgio Morandi, in asta con una raffinata “Natura morta” del 1932 (1.400.000/2.000.000 euro). L’unicità dell’opera risiede nello scostamento dai tagli visivi più consueti adottati dall’artista. In quest’opera il cono visivo del quadro si sposta dal più consueto allestimento di un gruppo di oggetti diversi sul piano per concentrarsi su un unico vaso che appare isolato dagli altri elementi. Questi, in maniera solo apparentemente accidentale, risultano parzialmente tagliati fuori dal perimetro della tela.

Questa scelta compositiva, in un primo momento, può far assimilare lo sguardo di Morandi a un occhio fotografico quasi casuale, ma in realtà l’immagine dipinta è costruita accuratamente e con l’obbiettivo di calibrare la figurazione attraverso ogni dettaglio che la caratterizza. Giorgio Morandi tracciava con precisione millimetrica l’ordine di ognuno di tali oggetti. Ne studiava la posizione spostandoli per progettare l’intera composizione, esaminava i riflessi morbidi della luce sulle superfici vellutate, per giungere con metodo al rapporto tra forme e colori.

Se è assodata, nella cultura morandiana, l’importanza della tradizione (dal Trecento bolognese all’arte rinascimentale, da Rembrandt a Chardin), a partire dalla metà del secolo scorso le sue opere sono state paragonate agli esiti dell’arte astratta. A tale riguardo, Morandi rispondeva rispecchiando l’essenzialità che cercava nella sua pittura:  “Nulla è più astratto del mondo visibile”.

Lotto 686. MARC CHAGALL (VITEBSK 1887 – SAINT PAUL DE VENCE 1985). CLOWN AVEC TROMPETTE, 1927. Gouache su carta, cm. 66,5×50,5. STIMA EUR 580.000 / 780.000

Un lirico e visionario lavoro di Marc Chagall, “Clown avec trompette”, dalla forte e gioiosa carica espressiva è stimato 580.000/780.000 euro. Questa tela è del 1927, quattro anni dopo il trasferimento di Chagall a Parigi. Qui nel 1923 riceve dal mercante Ambroise Vollard la commissione prima di illustrare Les âmes mortes di Gogol, poi nel 1926-27 le Fables di La Fontaine e Le Cirque Vollard. Vollard amava il Cirque d’hiver Bouglione, ove aveva riservato un palchetto, e vi si recava con Fernand Léger, Pablo Picasso e Chagall stesso. Il pittore russo amava il circo fin dall’infanzia, quando aveva visto spettacoli di acrobati girovaghi, e tra il 1927-28 dipinse una serie di diciannove gouaches intitolata Cirque Vollard, alla quale appartiene anche il  dipinto in asta da Farsetti.

Gli altri capolavori in asta: de Chirico, Savinio e Modì

Non mancheranno poi alcuni lavori dei «dioscuri» dell’arte del XX secolo, Alberto Savinio e Giorgio de Chirico. Tra questi si segnalano in particolare tre dipinti esemplificativi del mito, dell’antico, e della tradizione classica attraverso la modernità dell’avanguardia: La première lumière du monde (stima 500.000/700.000 euro) e Senza titolo 1927-28 (stima 400.000/600.000 euro) di Savinio ed un suggestivo Paesaggio ideale del fratello de Chirico (stimato 170.000/220.000 euro).

Lotto 662 ALBERTO SAVINIO (ATENE 1891 – ROMA 1952). LA PREMIÈRE LUMIÈRE DU MONDE, 1930. Olio su tela cm. 65×81. STIMA EUR 500000 / 700000

“La première lumière du monde” è stato realizzato nel 1930. Poco dopo l’anno di di svolta nel suo percorso come pittore, il 1927,  quando Savinio si trasferisce nuovamente a Parigi. È in quest’anno che comincia a dedicarsi in maniera sistematica alla pittura e che trova molto riscontro e un gran successo.

Le opere di Savinio del periodo parigino, tra il 1927 e il 1932 sono composizioni fortemente evocative, espressioni della vitalità della natura e del suo continuo fluire e mutare, rese attraverso sorprendenti accostamenti e inaspettate invenzioni iconografiche. Dal 1928 iniziano a comparire sulle tele nuove immagini fantastiche, metamorfosi del reale, organizzate su palcoscenici teatrali non sempre immediatamente riconoscibili, che entrano a far parte della finzione scenica adatta, proprio in quanto rappresentazione, a renderle credibili.

L’opera  Senza titolo, del 1927-28, è una delle tele riapparse in Italia negli anni Sessanta quando un gruppo di mercanti, a seguito del rinnovato interesse verso il Surrealismo, decide di recuperare le opere dell’artista ancora presenti a Parigi.

Lotto 697 ALBERTO SAVINIO (ATENE 1891 – ROMA 1952). SENZA TITOLO, (1927-28). Olio su tela,  cm. 72,5×92.  STIMA EUR 400.000 / 600.000

La composizione ricorda una scena teatrale dove i personaggi in primo piano ballano con movimenti liberi che possono essere avvicinati – seguendo le parole di Savinio relative alla voce Ballo nella sua Enciclopedia – a quelli dei “popoli che vivono più fisicamente”, come americani e africani, “per i quali il ballo è religione, ossia comunione dell’uomo con la divinità. […] L’uomo ballando […] si muove in giro e imita così il moto stesso dell’universo, ossia vive in maniera istintiva” e ballare intorno a qualcosa di sacro porta a imitare i “movimenti cosmici” (A. Savinio, Nuova enciclopedia, cit., pp. 49-50).

Se da una parte la dinamica danza delle figure richiama i balli delle popolazioni africane, dall’altra l’intero gruppo suggerisce un legame con la mitologia, con le scene di Menadi esaltate dal furore dalla forza vitale di Dionisio.

Il fratello Giorgio de Chirico è in asta con “Paesaggio ideale”, che anticipa di pochi anni la cosiddetta fase neometafisica, il periodo finale e luminoso della lunga carriera dell’artista, circoscritto a un lasso di tempo che include parte degli anni Sessanta fino alla sua morte nel 1978.

Lotto 698 GIORGIO DE CHIRICO (VOLOS 1888 – ROMA 1978). PAESAGGIO IDEALE, INIZIO ANNI SESSANTA. Olio su tavola cm. 110×220 STIMA EUR 170.000 / 220.000

Sulla necessità di ricercare e rappresentare il paesaggio scrive: “L’uomo, anche il più cittadino è attirato verso la natura. Il bisogno ch’egli prova di verde fresco e d’aria pura, quel bisogno che l’uomo sente più con il suo spirito che con il suo corpo, è come il suo sesto senso, un senso superiore. Questo desiderio di esser vicino alla natura è evidentemente provocato nell’uomo da ricordi; ricordi profondi e lontani, ricordi subcoscienti, ricordi atavici, ricordi che gli fanno concepire una natura ideale, una natura che gli dà uno straordinario benessere” (Giorgio de Chirico, scritti su L’illustrazione italiana, Paesaggi, Garzanti, Milano, 1943).

In questo paesaggio disabitato dall’uomo ma popolato da piante ed arbusti, colonne e rovine che rimandano all’amata Grecia, il drappo rosso avviluppato su sé stesso, probabile richiamo all’amore dell’artista per il periodo barocco, catalizza l’attenzione dello spettatore e cela una presenza altrettanto misteriosa.

Negli ultimi anni di attività de Chirico ripercorre i temi del passato metafisico, con tinte più calde e con una visione disincantata e serena che ha sostituito la sospensione ansiosa e spesso angosciosa delle precedenti opere. Se ‘’la metafisica giovanile era il tempo della partenza […], la Neometafisica è invece il tempo del grande ritorno’’ (L. Canova, Il grande ritorno, Giorgio de Chirico e la Neometafisica, La nave di Teseo, 2021, p. 21).

Di Amedeo Modigliani si segnala una splendida Cariatide, uno studio stimato 300.000/400.000 euro. È un soggetto a cui il maestro livornese -affascinato dall’arte prima primitiva- si dedica attraverso una ricerca ascetica e allegorica tra gli anni 1912 e 1914.

Lotto 677 AMEDEO MODIGLIANI (LIVORNO 1884 – PARIGI 1920). CARIATIDE, 1913-14. Gouache su carta cm. 65×49,5 STIMA EUR 300.000 / 400. 000

Per quel che riguarda le sculture, le testimonianze certe giunte fino a noi sono circa venticinque pezzi, in massima parte teste femminili dai caratteristici volti allungati e dai tratti somatici sottoposti a essenziale semplificazione. Sei di esse furono esposte nel 1912 al Salon d’Automne.  Il motivo che trova più congeniale è quello, antico, della Cariatide, figura che nella statuaria classica fungeva da elemento architettonico portante un carico, sostituendo la colonna. Anche le teste esposte nel 1912 possono essere intese come volti di Cariatidi o capitelli istoriati.

Queste figure femminili hanno pose da Atlante: inginocchiate, protendono le braccia in alto, come se il margine superiore del foglio fosse un fardello immaginario da sostenere. Il loro busto, come nei papiri egizi, è volto verso lo spettatore, in una torsione ritmica da arabesco. Solo una di esse riesce a uscire dalla bidimensionalità della carta per trasmutarsi in pietra: è la Cariatide, rimasta allo stato grezzo, con evidenti i segni dello sbozzo e dello scalpello, oggi conservata al Museum of Modern Art di New York.

In catalogo sono presenti moltissimi altri capolavori di artisti italiani e stranieri. Segnaliamo, solo per citarne alcuni, le belle nature morte di Gino Severini (“Nature morte (Natura morta con bottiglia di vino, brocca e pere)”, 1920, 170-240 mila euro) e Renato Guttuso (“Natura morta con la scure”, 1947, 50-70 mila euro).

Lotto 666 GINO SEVERINI (CORTONA (AR) 1883 – PARIGI 1966) NATURE MORTE (NATURA MORTA CON BOTTIGLIA DI VINO, BROCCA E PERE), 1920 Olio su tela cm. 38,3×55 STIMA EUR 170000 / 240000

Nella sezione dedicata al contemporaneo – con un’interessante sessione di grafica e di disegni, sculture e dipinti di artisti italiani e stranieri – si segnala un magnifico Cretto di Alberto Burri del 1976, stimato 280.000/380.000 euro. Tra i più importanti esponenti della Transavanguardia italiana risalta Mimmo Paladino, in catalogo con una particolarissima opera del 1985 (stima 40.000/60.000 euro). Infine, tra i portavoce dell’astrattismo formale italiano, troviamo Giulio Turcato, presente con un imponente lavoro degli anni Ottanta (stimato 70.000/90.000 euro).

 

Arte contemporanea:
Prima Sessione: Dipinti, Disegni, Sculture e Grafica – Venerdì 27, ore 15.30
Seconda Sessione: Arte Contemporanea-  Sabato 28, ore 10.30

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Arte Moderna:
sabato 28 Maggio ore 16.00

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