Ha inaugurato il 18 novembre la prima sezione del Mostrario di Yuval Avital, imponente opera multidisciplinare in tre parti, composta di live performances di acclamati interpreti internazionali, installazioni, sculture, videomapping e opere di grandi dimensioni, che trasformano completamente in spazi onirici, espositivi e performativi i principali teatri di Parma e Reggio Emilia in occasione di Reggio Parma Festival.
Un’opera multidisciplinare, collettiva, coreografata dalla colossale visione di Yuval Avital, ha coinvolto uno straordinario numero di maestranze, attori, danzatori, musicisti e cantanti, dando vita ad una celebrazione collettiva della vita, in una visione sincretistica e mitica, sublimata attraverso la lente del sogno.
Indagando il plurisecolare rapporto tra uomo e mondo animale, Avital attua un’intima rielaborazione dei celebri bestiari medievali, opere paradigmatiche nella loro ambizione scientifica che si fonde all’irrinunciabile componente immiginifica, generatrice di creature fantastiche, ibride, capaci di rievocare le ombre insondabili della natura. Dallo studio di tali opere storicizzate ha preso l’avvio l’esplorazione fantastica dell’artista, attraverso i medium più disparati, dalla libertà espressiva del disegno, sino alle installazioni audio e video compendiarie alle performances che animano gli interi edifici teatrali coinvolti nel progetto: il Teatro Regio di Parma, il Teatro Due di Parma e il Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia, uniti nella progettazione del Reggio Parma Festival.
È il Teatro Regio di Parma ad aver inaugurato Il Mostrario il 18, 19, 20 novembre 2022. Ad accogliere il pubblico le Sirene: in un ambiente altamente immersivo, il pubblico viene introdotto nell’oscurità, attorniato da sculture sonore, che imprigionano le voci di esseri puri, simboli antifrastici di adescatori fallaci, come le mitologiche creature che tentarono Ulisse. I canti che riecheggiano nel buio appartengono infatti ai cantori del Coro di Voci Bianche del Teatro Regio di Parma, preparati da Massimo Fiocchi Malaspina, espressione di un’innocenza perduta che è minaccia inquieta e preludio alla brutalità che si sviluppa sul palcoscenico del Teatro Regio.
Il main stage diviene accessibile agli spettatori, che prendono parte attiva alla live performance Il ratto delle Sabine. Il celebre episodio della storia romana è reinterpretato in veste animale da Yuval Avital, che mette in scena un’allegoria coreografica attraverso il corpo poetico dei danzatori della MM Contemporary Dance Company, predatori che assumono i connotati di licantropi, seguendo liberamente il suono terrifico scaturito dalla voce della cantante iraniana Farzaneh Joorabchi e dall’ensemble di fiati, percussioni e live electronics dell’Orchestra Rapsody. La violenza legata alla tematica del femminicidio è ambientata in una dimensione notturna, che proietta il pubblico in una tensione psicologica continuativa. Domina sul palcoscenico il gigante Argos, suggerito da un videomapping composto dagli occhi di tutti coloro che, rispondendo alla call del Teatro, hanno prestato il proprio squardo al mitico mostro che si fa così contemporaneo, specchio dello smarrimento del nostro tempo.
Il Mostrario prosegue con il lungometraggio girato e montato dall’artista, dedicato alla figura leggendaria della salamandra, la cui tradizione mitica viene legata, attraverso una palinodia, alla città di Salsomaggiore Terme. Il centro provinciale, il cui stemma civico raffigura l’emblematico anfibio, simbolo di purezza e rinascita, vede coinvolta la sua cittadinanza attiva nel progetto di Avital, in cui il corpo coreografico torna elemento centrale di dialogo, grazie ai danzatori di Professione Danza e dalle sincronette di Sport Center Parma Polisportiva.
Nella Discoteca degli sciapodi, prende vita un silent rave che coinvolge il pubblico nelle danze di umanoidi connotati da un unico piede, in un equilibrio precario la cui instabilità è metafora privilegiata del dissidio tra la musica elettronica del live set di Simona Zamboli, diffusa in cuffia e la solennità del pianoforte di Maria Grazia Bellocchio, duplice dimensione circa la quale lo spettatore è portato a compiere la propria scelta esperienziale.
Il percorso si conclude con l’esposizione delle delicate sculture in vetro scintillante, forgiate dalle mani del mastro vetraio Lucio Bubacco, a rievocare le sembienze di uccelli, i cui canti vengono personificati dalle flautiste dell’Orchestra Rapsody, che coinvolgono direttamente il pubblico in sala, come intrappolato in una frenetica voliera surrelista.
I prossimi appuntamenti sono previsti al Teatro Due di Parma, il 2, 3, 4 dicembre e al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia il 10 e 11 dicembre, dove nuove immaginifiche creature proseguiranno sino a concludere il ricco spettro semantico della visionaria espressione artistica di Yuval Avital.