Libri d’arte per Natale: dagli impressionisti innamorati del Giappone alle illustrazioni di Quentin Blake, dai pittori del Cinquecento bolognese alle riflessioni sulla fotografia di Geoff Dyer. I regali da comprare in libreria per gli appassionati d’arte
>> Gli impressionisti e il Giappone. Arte tra Oriente e Occidente. Storia di un’infatuazione, di Francesco Morena. I portoghesi arrivano in Giappone solo alla metà del Cinquecento, ma già alla metà del Seicento i giapponesi chiudono le frontiere, che saranno riaperte solo nel 1853 per intervento degli Stati Uniti. Un flusso di poche ma preziose “cose giapponesi” (porcellane, tessuti, dipinti, oggetti, stampe) però non ha mai smesso di arrivare in Europa. Nella seconda metà dell’Ottocento sono soprattutto artisti come Monet e Manet – ma poi anche Whistler, Gauguin, Van Gogh e Toulouse Lautrec – a rimanere stregati dal Sol Levante. Una sintesi e una tecnica che hanno reso il gusto giapponese uno dei modelli più importanti per artisti, architetti, designer, stilisti, pubblicitari, fotografi, illustratori, e addirittura cuochi. A questo fenomeno di innamoramento è dedicato questo volume, dai primi segnali di un rapporto in costruzione, fino all’esplosione dell’impressionismo – cui è destinata la maggior parte del libro –, alle avanguardie novecentesche, al Bauhaus, fino ai manga (Giunti).
>> Professione pittore. Il caso Bologna tra Cinque e Seicento, di Raffaella Morselli. Cinque e Seicento, l’età d’oro della creatività degli artisti felsinei, dai Carracci a Guido Reni, da Francesco Albani a Guercino è normata da una corporazione che ne determina il ruolo e la produttività. Attraverso documenti editi e inediti, fonti a stampa, pale d’altare, quadri da galleria e da stanza, questo libro delinea i meccanismi interni della società dei pittori, analizzando e valutando il censo degli artisti, la loro carriera, i loro guadagni, gli investimenti, le proprietà, gli strumenti della professione e l’economia invisibile delle pittrici, come Lavinia Fontana e Elisabetta Sirani. Bologna è una città che si distingue dagli altri centri di produzione d’arte per una sorta di autarchia culturale che garantisce agli artisti di riconoscersi in un sistema economico che cresce, si afferma e offre a tutti una nicchia di mercato più o meno redditizia (Marsilio).
>> L’esiliato, di Erik Kriek. Dopo H.P. Lovecraft – Da altrove e altri racconti e il piccolo cult In the pines sulle murder ballad, il maestro del fumetto olandese torna con una nuova opera che nasce dall’incontro tra il suo stile grafico raffinato e inconfondibile con l’immaginario del popolo vichingo. A cavallo tra un “western” scandinavo e un dramma shakespeariano, L’esiliato è una storia vichinga lontana dagli stereotipi. Kriek mette da parte lotte e invasioni truculente per accompagnarci nella complessità della società islandese medioevale, e mostrarci così uno squarcio pieno di umanità su un popolo che pur vivendo in un paesaggio aspro e inospitale (ma vibrante di misterioso spiritualismo) ci ha lasciato in eredità una ricca letteratura e una cultura affascinante (Eris).
>> Il libro di Quentin Blake, di Jenny Uglow. Quentin Blake con le sue illustrazioni ha plasmato l’immaginario di generazioni di bambini, dalle copertine dei libri di Roald Dahl a quelli di Bianca Pitzorno. In occasione del suo novantesimo compleanno esce un volume nato dalla voglia dell’artista di raccontare se stesso e che per la prima volta fornisce una panoramica completa sul suo lavoro: dai primissimi disegni (pubblicati su Punch quando Blake ha solo sedici anni) alle collaborazioni con alcuni scrittori leggendari. Arricchito dai commenti dell’artista e frutto di un accesso all’intero archivio delle sue opere, Il libro di Quentin Blake svela storie e aneddoti sorprendenti, regalando uno sguardo inedito sull’irrefrenabile creatività di uno dei grandi maestri dell’illustrazione contemporanea. Matite, acquarelli, chine: i disegni di Blake sono un manifesto alla potenza della fantasia. (Ippocampo).
>> L’infinito istante. Saggio sulla fotografia, di Geoff Dyer. Come la scrittura e il jazz, anche la fotografia sa andare oltre il significato del soggetto dell’opera, ma è necessario affinare la propria sensibilità. Dyer (Il colore della memoria, Natura morta con custodia di sax. Storie di jazz) prova a distinguere quei fili che, come in un romanzo, legano generazioni di fotografia che pur non essendosi mai incontrati entrano in contatto incuranti del tempo e dello spazio grazie alla ripetizione dell’identico. Raccoglie quindi gli scatti di Alfred Stieglitz, Paul Strand, Walker Evans, André Kertész, Dorothea Lange, Diane Arbus e William Eggleston e scopre come il fotografare le stesse scene e gli stessi oggetti (panchine, cappelli, mani, strade, finestre, negozi di barbieri, fisarmonicisti) crei una conversazione a più voci. Il suo è lo sguardo di uno scrittore che non possiede una macchina fotografica (per sua stessa ammissione) e che, quindi, può abbandonarsi all’esperienza intima e personale dell’immagine. La fotografia cambia il modo in cui vediamo il mondo, Geoff Dyer cambia il modo in cui guardiamo entrambi (Il Saggiatore).
>> Storie dell’idea di immagine. Dalla filosofia antica all’arte contemporanea, a cura di Andrea Tagliapietra, Giordano Ghirelli, Erminio Maglione, Caterina Piccione. Da tempo la civiltà contemporanea viene definita una “civiltà delle immagini”. Eppure la storia dell’idea di immagine è una storia sfaccettata, che ha visto concorrere diversi saperi e attribuire all’immagine le funzioni più disparate: ontologiche, psicologiche, cultuali, tecnologiche. Questo volume intende mostrare in quanti modi, diversissimi fra loro, si possa dire l’immagine, recuperando, accanto ai momenti salienti della riflessione filosofica, teorie e pratiche rimaste ai margini della nostra tradizione. Ciò permette non solo di ravvisare nell’immagine un potenziale critico e trasformativo, ma anche di comprendere i motivi della sua lunga e affascinante storia (Mimesis).