A Pergola arriva la mostra con opere di Elena Bellantoni, Davide Dormino, Rocco Dubbini, Giovanni Gaggia, curata da Massimo Mattioli
Nell’anno del centenario della nascita, quattro artisti rendono omaggio al grande intellettuale nella mostra “Io so. Dedicato a Pier Paolo Pasolini”. L’esposizione, curata da Massimo Mattioli, è allestita nei suggestivi spazi del Museo dei Bronzi Dorati di Pergola, nel trecentesco ex-convento di San Giacomo. A proporre nuovi sguardi sul poeta e sulla sua opera sono gli artisti Elena Bellantoni, Davide Dormino, Rocco Dubbini, Giovanni Gaggia. L’inaugurazione è prevista per sabato 3 dicembre 2022 alle ore 11, e la mostra sarà visibile fino al 5 marzo 2023.
Approccio libertario
La mostra, già presentata a novembre a Rimini alla Galleria Zamagni, si propone di esplorare l’influenza avuta dall’approccio libertario ed emancipato di Pasolini sulle generazioni di creativi che di questo si sono nutriti. Individuandone decisivi segnali nell’opera di quattro artisti italiani attivi su diversi medium espressivi. Elemento cardine della lezione pasoliniana è l’anelito e la convinta pratica della libertà, vissuta dallo scrittore e giornalista come elemento imprescindibile dell’esistenza, da difendere anche a costo dell’ostracismo culturale e politico, di ostacoli posti alla circolazione e all’accettazione delle sue idee e delle sue opere, fino alle sofferenze personali e alla morte.
Il titolo stesso del progetto, ideato dagli artisti Giovanni Gaggia e Rocco Dubbini, trae spunto da un celebre articolo di Pasolini pubblicato sul Corriere della Sera, nel quale egli stracciava i veli d’ipocrisia su certe verità nascoste dietro a drammi che hanno segnato la storia italiana nei difficili anni 70. E “Golpe” è anche il titolo dell’opera che per certi versi riassume il senso del progetto espositivo, creata a quattro mani da Dubbini e Gaggia. Che in questo omaggio evocano il ruolo della Marina Militare, che secondo molti pensatori si fece emblema libertario negando il proprio appoggio al Golpe Borghese.
Indipendenza di giudizio
L’indipendenza di giudizio torna in tutte le opere esposte, spesso come diretto omaggio a Pier Paolo Pasolini. Come nella fotografia “Le ceneri di Gramsci e Pasolini”, di Elena Bellantoni, nella quale l’artista si identifica nello stesso Pasolini, vestendo i suoi panni e – dove possibile – assumendo le sue sembianze per ricreare lo scenario del suo omaggio alla tomba del grande filosofo e pensatore comunista. O come nell’installazione “Le sedie del biondo Tevere”, di Davide Dormino, il quale recupera le sedie originali che accolsero l’ultima cena di Pasolini nella trattoria romana Biondo Tevere, nella sera in cui fu ucciso.