Palazzo dei Priori di Fermo presenta la mostra I Pittori della realtà. Verità e illusione tra Seicento e Novecento. A cura di Vittorio Sgarbi con Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari, l’esposizione rilegge una particolare stagione dell’arte italiana del dopoguerra. Dall’8 dicembre 2022 all’1 maggio 2023.
L’esposizione rilegge una particolare stagione dell’arte italiana del dopoguerra: l’avventura dei Pittori moderni della realtà. Questi, tra il 1947 e il 1949, si scagliarono contro gli esiti del modernismo e gli “abbagli” dell’École de Paris, in difesa della grande tradizione pittorica. Da lì a due anni, avrebbero organizzato altre quattro mostre: a Firenze, Roma, ancora Milano e Modena.
Come scrive il curatore Vittorio Sgarbi: «Una festa. È stata l’ultima festa della pittura italiana».
Il gruppo dei Pittori moderni della realtà è integralmente rappresentato in mostra: Gregorio Sciltian, Pietro Annigoni, Xavier e Antonio Bueno. Sono inoltre presenti Alfredo Serri e Giovanni Acci, che si aggiunsero successivamente al gruppo. Completano l’esposizione due opere di Giorgio de Chirico, il padre della Metafisica che consolidò rapporti di stima con tutti e quattro i “Pittori moderni della realtà”.
Vengono inoltre esposte, a confronto con i moderni, opere di artisti antichi, prevalentemente del Seicento e del Settecento, alimentati dalla temperie caravaggesca prima e barocca poi, assunti a fonte di ispirazione e modello dei quattro firmatari del manifesto. Tra questi artisti citiamo Alessandro Magnasco, il cosiddetto Maestro di Hartford, Giuseppe Recco e Carlo Magini. Ulteriori confronti sono possibili con le opere della collezione permanente della Pinacoteca Civica di Fermo, ricca di opere del Seicento (citiamo tra le altre L’adorazione dei pastori di Rubens e la Pentecoste del Lanfranco) e del Gabinetto Stampe e Disegni della Biblioteca Civica “Romolo Spezioli”.
La mostra di Fermo offre l’occasione di scoprire la storia e l’arte di questo gruppo considerato anacronistico e non sufficientemente apprezzato dalla critica di allora. Ciò che li accomunava era il desiderio di una rinascita della pittura che corrisponde a una parallela rinascita dell’umanità dopo la distruzione, le privazioni e la sofferenza del recente conflitto mondiale.