Amoako Boafo è uno degli artisti di maggior successo del momento. Ma nonostante la sua fama abbia conquistato i salotti più prestigiosi del mondo dell’arte, non dimentica casa sua: Accra, Ghana.
In città ha infatti finalizzato la costruzione di una residenza e spazio espositivo per artisti, destinato a diventare supporto e punto di riferimento per gli artisti locali e non solo: Dot.ateliers. Del resto Accra sta costantemente aumentano la sua proposta culturale. E Amoako Boafo è la figura perfetta su cui sta crescendo l’intero movimento.
Proprio in questi giorni Dot.ateliers, ospitato in un edificio di tre piani progettato da David Adjaye, ha inaugurato due mostre dedicate all’arista: la personale Homegrown, organizzata dalla curatrice anglo-nigeriana Aindrea Emelife e Side by Side; e una mostra di opere collaborative che Boafo ha creato con Stephen Allotey, Eric Adjei Tawiah, David Aplerh-Doku Borlabi, Crystal Yayra Anthony, Otis Kwame Kye Quaicoe e Kwesi Botchway.
Ma del resto Boafo, a 36 anni, è uno degli artisti che stanno spiccando il volo negli ultimi anni. E non solo perché una sua opera si è fatta un giro nello spazio. Le sue opere si dividono infatti tra le sale di importanti musei e quelle delle maggiori case d’asta, che le vendono a cifre sempre più alte. Il momento di svolta probabilmente a febbraio 2020, quando Phillips ha venduto un suo dipinto per più di 13 volte la sua stima (da 50 a 880 mila dollari). A marzo 2023 ha in programma una mostra a New York da Gagosian. E ora cerca di portare con sé l’intero movimento ghanese.
«Le iniziative degli artisti in Ghana sono incredibili, ma c’è purtroppo la mancanza di sostegno da parte del governo. Ora spetta a noi personalità dell’industria artistica contribuire a colmare questo vuoto», afferma Boafo. «Crescendo ho desiderato ardentemente uno spazio in cui potessi esprimermi in modo creativo all’interno della mia comunità, il supporto necessario per farlo e l’accesso ai materiali educativi utili a migliorarmi. Ma ho ottenuto tutto questo solo dopo aver guadagnato sufficiente visibilità. E ora che posso permettermelo, ho voluto creare per la mia comunità lo spazio che anche prima avrei voluto avere».
Dot si unisce ad altre iniziative fondate da artisti in Ghana, tra cui Red Clay di Ibrahim Mahama nella città settentrionale di Tamale e il Nkyinkyim Museum di Kwame Akoto-Bamfo ad Ada Foah. Ibrahim Mahama che, tra l’altro, fa parte del consiglio di amministrazione di dot.ateliers insieme al mecenate Nish McCree, all’architetto Glenn DeRoché, al critico Larry Ossei-Mensah e al pittore Derek Fordjour.
«Non esiste nulla del genere ad Accra, il che è entusiasmante per il paese e motivo per cui ero interessato a far parte del consiglio. È incoraggiante per gli artisti e i creativi locali vedere qualcuno con un riconoscimento internazionale che li sostiene», afferma Ibrahim.