Nella sede londinese di Grosvenor Hill, la galleria americana celebra il centenario dalla nascita di Lucian Freud con una ricca rassegna di opere, tra ritratti e paesaggi urbani, in mostra fino al prossimo 28 gennaio. Ai suoi lavori si affiancano le tele dei compagni e rivali storici: Francis Bacon, Frank Auerbach e Michael Andrews.
Il racconto dei rapporti umani e artistici dei quattro pittori comincia con una fotografia, che accoglie il visitatore all’ingresso della mostra. Si tratta di uno scatto in bianco e nero, riprodotto in gigantografia, del fotografo John Deakin che li ritrae in un bar di Soho nel 1963. Auerbach ha commentato così l’iconica immagine: “Sembrava essersi formata una sorta di comunità tra Mike, Lucian, Francis e me: non ci sembrò una cattiva idea farci fotografare come, se non un gruppo, tra virgolette, una sorta di congrega di artisti che si riunivano in qualche modo”.
Il curatore, lo storico dell’arte Richard Calvocoressi, ha voluto affiancare le grandi mostre internazionali dedicate quest’anno a Freud (indimenticabile quella alla National Gallery di Londra) con una rassegna focalizzata sui legami e gli scambi che lo hanno avvicinato a Bacon, Auerbach e Andrews, specialmente negli anni ’60-‘70. Freud fu l’unico a collezionare i lavori degli altri tre, a testimonianza della sua centralità all’interno gruppo: tra le oltre quaranta opere in mostra, figurano ad esempio due ritratti di Auerbach dapprima in suo possesso e poi passati ad altri musei inglesi.
A questi riferimenti reciproci si affiancano altre opere ,prestiti da collezioni pubbliche e private, che toccano tematiche condivise e trasversali alla pratica artistica dei quattro. In ambito ritrattistico, ad esempio, li accomunava una relazione intima e quasi ossessiva con il modello, come nel noto caso di Freud, che mirava a carpire così i segreti della natura umana. In questo senso, tra gli highlights della mostra non possiamo non menzionare The Painter’s Mother Resting III (1977), parte di una serie di ritratti della madre che lo stesso Freud realizzò dopo la morte del padre Ernst e Three Studies for Portraits: Isabel Rawsthorne, Lucian Freud and J.H. (1966), intenso ed essenziale trittico di Bacon. Riguardo alla figura centrale di Freud, Francis dirà anni dopo: “Anche se il volto è molto astratto e contorto, credo di aver colto una vera somiglianza con Lucian. Lui si sedeva esattamente così e portava i suoi vestiti esattamente così”.
Auerbach, con il suo E.O.W., S.A.W. and J.J.W. in the Garden I (1963) ci presenta un intenso ritratto dell’amante Stella West con la famiglia. Si riconosce immediatamente lo spessore dell’impasto, tipico dell’artista: il legame viscerale con la materia pittorica lo rende così capace di trasmettere in forma tangibile complessi stati psicologici e impressioni atmosferiche. Grazie a un prezioso prestito della Tate, troviamo in mostra un dolcissimo quadro di Andrews, Melanie and Me Swimming (1978–79). Rappresentando mirabilmente l’acqua e i suoi effetti ottici, l’artista si ritrae mentre regge per le braccia la giovane figlia, a sua volta impegnata nell’atto di rimanere a galla.
Nell’intervista che Auerbach ha rilasciato per Gagosian in occasione della mostra, c’è un bel passaggio che racconta la relazione con e tra Freud e Bacon in modo tanto candido e immediato che merita di essere qui riportato integralmente:
“Ricordo che in un’occasione, dopo una cena con Francis e Lucian, Lucian disse di essere stato talmente stimolato dalla conversazione tra Francis e me da correre a casa nel cuore della notte per continuare a dipingere.
Questa situazione si protrasse per qualche tempo e Francis fu straordinariamente gentile con me in tanti modi. Vivevo in… Immagino che si possa definire una situazione di povertà estrema, e lui mi portò a mangiare fuori molte volte. Ma poi ha litigato con tutti noi. Credo che prima di tutto si fosse stufato di me e del mio lavoro. Anch’io mi sono stufato di lui, dopo circa quindici anni.
Con Lucian è stato più complicato, perché lui e Bacon erano i due più legati del gruppo. Avrò visto Francis due volte alla settimana per circa quindici anni, ma Lucian e Francis stavano insieme tutto il giorno, quando non lavoravano, per un periodo di tempo molto lungo, ed era molto raro vedere uno senza l’altro. Francis esprimeva una sorta di educato rispetto per il lavoro di Lucian. Lucian era totalmente fedele a Francis ed era affascinato dal suo lavoro e lo ammirava molto. Ma, come era abitudine di Francis, ogni volta che Lucian faceva una mostra, iniziava a dire alla gente che quello non era affatto il genere di cose che gli piaceva”.
La rassegna di Gagosian ha certamente il pregio di illuminare ogni artista attraverso il lavoro degli altri, con un continuo confronto di opere tantosimili e vicine da esaltarne la fondamentale diversità. Si tracciano così quattro percorsi fondamentali nel panorama artistico del dopoguerra inglese.
Calici alzati, sigarette in mano, sorrisi, discorsi. Attorno a quel piccolo tavolo di Soho nel ’63 si era fermata, per un bicchiere in compagnia, la storia dell’arte contemporanea. “Eravamo quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo”, cantava Gino Paoli.
Lucian Freud, Francis Bacon, Frank Auerbach, Michael Andrews. “FRIENDS AND RELATION”,Gagosian,17.11.2022 – 28.01.2023, Grosvenor Hill(London).