Questo articolo è frutto dell’operato degli studenti del Laboratorio di scrittura, iscritti al Master Post Laurea “Management dell’Arte e dei Beni Culturali”, tenuto tra novembre e dicembre 2022 da Luca Zuccala, direttore della nostra testata. La collaborazione tra ArtsLife e Rcs Academy ha dato la possibilità agli studenti partecipanti al Master, dopo le lezioni di introduzione, pianificazione e revisione dei contenuti proposti, di pubblicare il proprio elaborato sulla nostra piattaforma.
Nello spirito della Fondazione Luigi Rovati apre a Milano un Museo vivo e dinamico dove il mondo archeologico è libero di dialogare con il mondo contemporaneo. A tal fine la Fondazione mette a disposizione dei visitatori una collezione permanente che si compone di circa 200 reperti archeologici etruschi e di circa 50 opere di arte contemporanea.
Le oltre 250 opere esposte sono distribuite su due piani espositivi che conducono il visitatore in un viaggio temporale che parte dall’antico e giunge al contemporaneo.
Il Piano Ipogeo
Il percorso espositivo comincia dal Piano Ipogeo, dove il visitatore è accolto da una grande urna cineraria in travertino. Lo spazio circostante è caratterizzato da pareti realizzate in pietra serena, una pietra tipica della Toscana, volutamente scelta per creare una connessione diretta con la terra del popolo Etrusco.
Le pareti smussate e prive di angoli sono in netto contrasto con le teche espositive, che sono invece di forma triangolare. Infine, alzando lo sguardo, si possono notare delle cupole intente a ricordare la forma delle tombe etrusche. Qui, in questo spazio suggestivo, sono esposti non in ordine cronologico, ma tematico gli svariati reperti archeologici etruschi: ex voto, grandi vasi, antefisse, piccoli bronzi. In linea con il desiderio del Museo di mettere in relazione il mondo etrusco con quello contemporaneo, i reperti archeologici sono accostati ad opere di artisti contemporanei.
Si comincia con il rapporto con la natura dove si trova una Testa di Medusa di Arturo Martini. Segue la sezione dedicata al rapporto con la divinità, dove si trova al centro della teca dedicata agli ex voto il Naso con le gambe di William Kentridge. Si passa poi all’aristocrazia guerriera dov’è collocato un grande piatto in ceramica di Lucio Fontana che raffigura una battaglia.
Nella grande sala ellissoidale, dove sono esposti i reperti che parlano della vita quotidiana degli Etruschi: il mare, la casa, la bottega, il banchetto. Un vaso di Picasso ripropone l’immagine di un banchetto etrusco. Proseguendo si trova la sezione dedicata all’alfabeto e alla scrittura, dove sono esposte urne cinerarie e piccole ceramiche che riportano delle iscrizioni. Grazie a innovative tecnologie, le incisioni vengono proiettate e tradotte (prima in latino poi in italiano) all’interno della teca [foto], in modo che il visitatore possa vedere e leggere il significato delle iscrizioni.
Si giunge poi in uno spazio appartato dove si sviluppa la sezione Cercare il bello, nella quale sono esposti piccoli cubi di cristallo che racchiudono oggetti preziosi, gioielli e monili etruschi. Al centro è collocato il Guerriero Cernuschi, un raffinato ed espressivo bronzo votivo, appartenuto al milanese Cernuschi, forse il primo collezionista di arte etrusca.
Il Piano Nobile
Al primo piano il visitatore compie un salto nel tempo e nello stile. Tutti gli ambienti del Piano Nobile, che conservano l’aspetto originale del palazzo ottocentesco, sono stati progettati da Filippo Perego e sono caratterizzati da forti impatti cromatici e da un allestimento che guida il visitatore nel continuo dialogo fra archeologia e contemporaneità.
Camminando per il Piano Nobile il visitatore può entrare e ammirare diverse sale.
La Sala azzurra
Protagonista di questa sala è la tela The Etruscan Scene: Female Ritual Dance di Andy Warhol, accompagnata da altre opere come i disegni e gli acquerelli di Augusto Guido Gatti, che si integrano con i buccheri etruschi racchiusi nelle vetrine.
La Sala bianca
Questa, la sala dedicata all’opera di Giulio Paolini. L’opera si snoda sulle pareti della stanza. Sulla parete interna si trovano due mezzi busti femminili, speculari ad essi, sulla parete di fronte sono collocati due mezzi busti maschili. L’opera si legge in senso orario, partendo dal primo mezzo busto femminile il cui sguardo, rappresentato da delle linee rosse che spiccano sul colore bianco della parete, si posa su alcune immagini. Lo sguardo prosegue e va a posarsi su ciò che guarda il secondo mezzo busto femminile finché, ruotandoci verso destra lo sguardo cade su ciò che osservano i due mezzi busti maschili. Le immagini che Paolini mette davanti agli occhi del visitatore rappresentano diversi momenti storici. L’opera vuole rappresentare lo sguardo umano, ciò che l’uomo vede attraverso al tempo.
A dialogare con quest’opera, al centro della stanza si trova un imponente cippo funerario etrusco. I protagonisti del cippo sono tre uomini: un soldato etrusco che sembra venire incontro al visitatore, un ragazzo accanto al soldato che sembra trattenerlo e infine un uomo velato che sembra attendere il soldato. Il cippo rappresenta lo scorrere del tempo attraverso la raffigurazione di tre generazioni: il soldato è il presente pronto a lasciare il posto al futuro rappresentato dal ragazzo giovane, infine il passato raffigurato dall’uomo velato, che simboleggia una figura già defunta, il padre del soldato.
La Sala delle Armi
Nella Sala delle Armi si trovano diversi reperti archeologici che si rapportano con una splendida armatura di manifattura milanese e con opere contemporanee, tra le quali il Cavallo di Ai Weiwei.
La Sala Fucsia
Infine, la Sala Fucsia è la sala dedicata al tema dell’ibrido, rappresentato dai manufatti etruschi esposti su di un tavolo al centro della stanza e, dai dipinti di Luigi Ontani. Il Museo è sicuramente un nuovo luogo di incontro per l’arte a Milano e raccoglie l’eredità di chi ha saputo unire la passione per l’arte e per il collezionismo con la ricerca scientifica.
Lo scopo ultimo del museo è infatti quello di dimostrare tramite la sperimentazione scientifica che la fruizione della cultura genera benessere.
https://www.fondazioneluigirovati.org/it