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Da Rembrandt a Boccioni. Cinque eccezionali riscoperte che ci ha regalato il 2022

Anthony van Dyck, Filippino Lippi, Umberto Boccioni, Rembrandt sono stati i protagonisti di alcune incredibili scoperte che ci ha regalato il 2022. Eccole:

1)  Una nuova attribuzione per Anthony van Dyck?

Lo storico dell’arte Christopher Wright nel 1970 ha acquistato un ritratto per solo 65 sterline. Oggi questo dipinto potrebbe essere un’opera originale del grande artista fiammingo del XVII secolo Anthony van Dyck. Wright ha sempre pensato che il “Ritratto di Isabella Clara Eugenia, Infanta di Spagna” fosse una semplice copia. Ma quando Colin Harrison (senior curator of European Art presso l’Ashmolean Museum di Oxford) si è recato da lui per una visita, è stato subito colpito dalla qualità del lavoro e ha detto a Wright che potrebbe aver fatto un vero affare. Lo storico dell’arte ha fatto esaminare e restaurare il dipinto al Courtauld Institute of Art di Londra nel cui rapporto finale si legge che il dipinto viene proposto provvisoriamente come una attribuzione alla bottega di Van Dyck e che sembra sia stato “completato durante la sua vita e sotto la sua supervisione”. Se fosse un vero Van Dyck, rimasto sotto il naso di Wright per oltre 50 anni, potrebbe valere fino a 40 mila sterline  (gennaio 2022, qui l’articolo completo).

 

2)   Una madonna con bambino attribuita a un seguace di Filippino Lippi

Un bel dipinto di soggetto religioso è stato per tanti anni a vegliare sul sonno di una donna di origine italiane che ha vissuto nel Regno Unito. Quando la novantenne ha dovuto trasferirsi in una casa di cura per problemi di salute, la famiglia ha fatto valutare la casa alla casa d’aste Dawsons Auctioneers di Londra. E… sorpresa! Quella bellissima Madonna con Bambino appesa in camera da letto  -ereditata dal padre al momento della sua morte 30 anni fa – potrebbe essere stata dipinta da Filippino Lippi. Almeno questo sembra suggerire il prezzo di aggiudicazione di £255,000 (320 mila dollari). La casa d’aste ha preferito andarci cauta e ha attribuito l’opera a uno dei seguaci di Lippi, ma il prezzo di vendita sembra raccontare un’altra storia:  vista la pioggia di offerte che han fatto salire il prezzo, sembra che gli offerenti abbiano avuto più di un semplice sospetto su chi fosse l’autore. Sono ben pochi i dipinti di Lippi hanno ottenuto risultati d’asta più cari. Il suo con prezzo record è di 2.256.000 $ stabilito da una Maddalena penitente venduta in asta da Christie’s a New York nel 2005 (giugno 2022, qui l’articolo completo).

 

Follower of Filippino Lippi, The Depiction of the Madonna and Child. Sold for  £255,000 ($321,000) at Dawsons Auctioneers in London. Photo courtesy of Dawsons Auctioneers in London.

 

3) Scoperto un autoritratto di Vincent Van Gogh nascosto sul retro di Testa di contadina del 1885

Durante alcune analisi su un dipinto del pittore olandese raffigurante una testa di contadina in previsione della sua esposizione, la National Gallery of Scotland di Edimburgo ha fatto una scoperta incredibile. Con una scansione ai raggi X gli esperti hanno trovato un dipinto nascosto sotto strati di pittura. È noto che l’artista spesso riutilizzava le tele, dipingendo su entrambi i lati per problemi economici. Un po’ di storia dell’opera:  viene data in prestito allo Stedelijk Museum di Amsterdam per una mostra 15 anni dopo la  morte di van Gogh. Passata per varie proprietà, finisce nelle mani della madre di Ian Fleming, ideatore di James Bond. Fino ad arrivare al 1951 quando entra nella collezione scozzese dei Maitland, che poi l’hanno donata al museo di Edimburgo, dove è stata fatta la scoperta (luglio 2022, qui l’articolo completo)

L'autoritratto di Vincent Van Gogh ritrovato sotto Testa di contadina

 

4)  Sarà davvero un dipinto di Boccioni?

Un dipinto raffigurante una giovane donna appoggiata sul proprio braccio e persa nei suoi pensieri è al centro di un dibattito attributivo. Il proprietario lo ha scovato in una svendita a Dorset, cittadina balneare dell’Inghilterra. Qui l’opera è stata acquistata per un centinaio di dollari. L’acquirente l’ha trovata in mezzo a un mucchio di altri dipinti, ma ha scelto di acquistare il ritratto della ragazza perché credeva fosse opera dell’impressionista americano William Merritt Chase. É solo dopo avere analizzato la tela che vi ha trovato, sul fronte e sul retro, delle firme riconducibili a Boccioni. Così dopo vari consulti è approdato dalla casa d’aste  Dorotheum che ha indirizzato il collezionista da un esperto di Boccioni, lo studioso Alberto Dambruoso che ha esaminato le firme e confrontato la tecnica con altre opere dell’artista futurista, trovando particolari somiglianze con un altro dipinto dell’artista conservato nella collezione Estorick di Londra. Per lui la paternità è così certa che ha inserito l’opera nell’ultima sua pubblicazione, “Boccioni: Unpublished Works”. Sembra che il valore si aggiri intorno ai $ 288.000. Se verrà confermata l’attribuzione sarebbe una scoperta eccezionale dal moneto che l’artista, morto in giovane età, ha lasciato un numero di opere relativamente esiguo, circa 1.000 disegni, 250 dipinti e 25 sculture (settembre 2022, qui l’articolo completo).

 

 

5) A lungo considerato una “grezza imitazione”, un dipinto si è ora rivelato essere di Rembrandt

Nel 1921 collezionista e curatore Abraham Bredius acquistò Raising of the Cross (1640) per il Museo dell’Aia che avrebbe preso il suo nome. Credeva che l’opera fosse autografa di Rembrandt. Ma poco dopo il dipinto fu attribuito a uno dei suoi allievi. Circa un anno fa Joren Giltaij, ex curatore capo del museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, ha riaperto la questione. Giltaij svolgeva alcune ricerche per una monografia sull’artista, quando si è imbattuto in Raising of the Cross. Dal suo punto di vista, fin dalla prima occhiata, l’opera non poteva che essere di Rembrandt. Appariva approssimativa e grezza non in quanto copia mal eseguita di un dipinto, ma perché studio preparatorio del dipinto stesso. Così Giltaij ha sottoposto il lavoro all’attenzione di altri esperti, come Johanneke Verhave. Rimasta ugualmente colpita dalla qualità della pennellata, l’esperta ha preso in carico l’opera e ne ha iniziato le analisi e il restauro. Sottoponendolo a scansioni a raggi X e riflettografia infrarossa, Verhave è stata in grado di dare un’occhiata più da vicino all’opera e a confermare che la tecnica corrisponde effettivamente a quella di Rembrandt. Le ricerche hanno infatti evidenziato le diverse modifiche che l’autore ha apportato al bozzetto durante la stesura. Chiaro sintomo che la composizione non rifletta una soluzione definitiva, quanto invece un processo creativo. Le varie sovrapposizioni e ripensamenti evidenziano cambi di idea e sperimentazioni, non certo la copia fedele di un quadro esistente. L’opera è stata ulteriormente analizzata dai restauratori del Rijksmuseum di Amsterdam, che hanno confermato l’autenticazione. Così ora, per la gioia del Museum Bredius dell’Aia, sono due le opere del pittore olandese conservate dal museo (novembre 2022, qui l’articolo completo)

 

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