Diverse le opere d’arte danneggiate dai sostenitori di Bolsonaro. Ma lo stesso ex presidente pare non abbia contribuito, durante il suo mandato, alla buona cura dei palazzi del potere brasiliano. Ora gli esperti contano i danni.
L’arte non è stata risparmiata dai manifestanti che l’8 gennaio 2023 hanno fatto irruzione nei palazzi del potere brasiliani. I sostenitori dell’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro hanno saccheggiato il Congresso, la Corte Suprema e un palazzo presidenziale a Brasilia una settimana dopo l’insediamento del presidente di sinistra Luiz Inácio Lula da Silva, noto anche come “Lula”. Finestre e vetrine in frantumi, tavoli e sedie spaccata, muri e pavimenti danneggiati. Uno scenario drammatico, che ha immediatamente riportato agli eventi dell’anno scorso a Washington. Come in quel caso, anche questa volta nel mirino dei manifestanti sono finite anche le opere d’arte.
Per esempio, As Mulatas, un dipinto del celebre modernista brasiliano Emiliano di Cavalcanti, che si trova nel Palazzo Planalto, è stato perforato più volte con un coltello e presenta ora diversi buchi. Un altro suo quadro, lasciato esposto alla luce del sole, necessita di un restauro. Una scultura di Bruno Jorge, O Flautista, è stata invece completamente distrutta. Mentre una statua dell’artista polacco-brasiliano Frans Krajcberg è stata danneggiata. Risultano danneggiati anche un busto dello statista Ruy Barbosa, le vetrate realizzate dall’artista franco-brasiliana Marianne Peretti e una statua posta fuori dalla Corte Suprema. Lanciata in aria una scultura di Marta Minujín,
Anche un antico orologio donato dalla corte francese a Dom João VI (1767–1826), re del Portogallo e del Brasile, sarebbe andato distrutto. Era uno degli unici due orologi di questo tipo noti per esistere. La scrivania dell’ex presidente Juscelino Kubitscheck, un oggetto di importanza storica, sarebbe stata distrutta dopo che i manifestanti l’hanno sfruttata come barricata. Tanti altri oggetti e opere sono scomporsi.
Ma gli stessi edifici assaltati, a loro volta danneggiati, possiedono un valore artistico-culturale, tanto da fare parte dei siti considerati patrimonio mondiale dall’UNESCO. A progettarli il principale architetto modernista della metà del secolo Oscar Niemeyer e l’urbanista Lucio Costa. Palazzi che, a dire il vero, già prima dell’assalto avrebbero necessitato alcuni restauri. In particolare la mal gestione di Bolsonaro aveva lasciato in dote tappeti strappati, finestre danneggiate, assi del pavimento rotte e perdite idrauliche.
In queste ore il ministro della cultura brasiliano Margareth Menezes, insieme agli specialisti dell’Istituto nazionale del patrimonio storico e artistico (IPHAN), sta valutando l’entità complessiva dei danni riportati.