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Uomo del Massachusetts vendeva dipinti falsi di Warhol, ora è indagato per la scomparsa della moglie

Uno dei dipinti che Walshe ha venduto alla Revolver Gallery. VIA COURT DOCUMENTS
Uno dei dipinti che Walshe ha venduto alla Revolver Gallery.
VIA COURT DOCUMENTS
Brian Walshe, un uomo originario del Massachusetts, in passato era stato coinvolto in un caso di frode con oggetto due dipinti di Warhol. Ora è indagato invece per la scomparsa della moglie.

Nel 2016, Brian Walshe, con l’aiuto della moglie Ann, ha messo in vendita su eBay due presunti dipinti di Andy Warhol, appartenenti alla serie Shadow (1979), al prezzo combinato di 100 mila dollari. Qualche anno prima, nel 2007, la coppia aveva acquistato i due lavori in asta da Christie’s pagandoli ben di più: 240 mila dollari. Come mai dunque li vendeva poi a meno della metà tramite un canale poco ortodosso per l’arte? Necessità di liquidi, diceva, e l’impossibilità di riproporre le opere in vendita da Christie’s prima del maggio 2017. Ad ogni modo, Walshe sosteneva di possedere tutta la documentazione relativa alla provenienza delle opere, compresa la registrazione presso la Warhol Foundation.

A interessarsi concretamente all’opera è stata la Revolver Gallery di Los Angeles. Due suoi emissari sono così volati a Boston per acquistare i due dipinti per un totale di 80 mila euro. Il responsabile aspettava in macchina mentre l’assistente è entrato nell’hotel Four Seasons per recuperare i dipinti e consegnare un assegno circolare intestato a Walshe. Per essere sicuro di procedere all’acquisto, l’assistente ha scattato alcune foto che ha inoltrato al suo capo in macchina. Quest’ultimo, nonostante la cornice coprisse alcuni timbri di autenticazione, ha dato il suo benestare all’acquisto. Peccato che, una volta confrontate le opere con le immagini dei dipinti su eBay, entrambi abbiano notato significative differenze. Hanno così chiesto un rimborso a Walshe.

Walshe che non aveva alcuna intenzione di rimborsare la galleria, a cui ha inviato solo 30 degli 80 mila dovuti. Così la Revolver Gallery si è rivolta all’FBI. La polizia ha scoperto che in effetti due dipinti originali di Warhol erano in possesso di Walshe, ma che quelli consegnati alla galleria erano invece dei falsi. Walshe era entrato in possesso dei dipinti grazie a un amico sudcoreano, che glieli aveva affidati per venderli. Insieme a questi anche una statua di porcellana della dinastia Tang e due stampe di Keith Haring. Una volta affidati a Walshe, quest’ultimo ha fatto perdere le sue tracce sottraendo di fatto le opere all’amico.

In attesa del processo per frode e altri crimini di cui è imputato, Walshe era stato posto in libertà vigilata. Addirittura pare che abbia distrutto il testamento del padre per assicurarsi una fetta importante dell’eredità. Ma c’è di peggio. Il 4 gennaio la società per cui lavora la moglie Ann ha denunciato la scomparsa della donna. Proprio nei giorni in cui Walshe, secondo gli investigatori, avrebbe violato la libertà vigilata. L’uomo avrebbe infatti acquistato in un market alcuni prodotti per la pulizia per circa 450 dollari. Probabilmente utilizzati per ripulire i segni del suo crimine, di cui però è rimasta traccia. Gli investigatori hanno infatti trovato del sangue nella cantina di famiglia e un coltello danneggiato. E un eloquente ricerca Google sul profilo di Walshe: “come smaltire il corpo di una donna di 115 libbre“.

Una pesante accusa di omicidio si aggiunge così al carico di imputazione dell’uomo.

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