Nel 1989 Madonna avrebbe acquistato (regolarmente) in asta un dipinto di Jérôme-Martin Langlois, una volta appartenuto al museo di Amiens. Ora la città francese ha scritto alla cantante per poterlo avere in prestito.
Di strane storie legate all’arte ce ne sono molte. Dipinti scomparsi, opere ritrovate, quadri ingiustamente sottratti al proprietario, lavori riconsegnati decenni dopo ai suoi legittimi eredi. Ma quella che arriva da Amiens, nel nord della Francia, è una delle più strane degli ultimi tempi.
Amiens, candidata al ruolo di Capitale Europea della Cultura 2028, vorrebbe riportare a casa un’opera molto importante per la sua storia. Un’operazione che rafforzerebbe la sua posizione tra le favorite per l’assegnazione del titolo. Si tratta di Diana ed Endimione (1822) di Jérôme-Martin Langlois. Peccato che ora il dipinto sia nelle mani di un collezionista privato. E fino a qui, non sarebbe nemmeno così singolare. Se non fosse che secondo il sindaco della città, Brigitte Fouré, il quadro farebbe parte della collezione di Madonna.
Come sia arrivato nelle mani della pop star non è chiaro, dal momento che del dipinto si sono perse le tracce durante la prima guerra mondiale. In precedenza il quadro era effettivamente esposto al Musée De Picardie di Amiens, in prestito dal Louvre di Parigi. Al quale il dipinto, insieme ad altri, ha fatto ritorno nel marzo 1918 dopo che Amiens fu bombardata dalle forze tedesche per circa 28 giorni. In gran parte fu rasa al suolo, comprese parti del museo allora noto come Musée des Beaux-Arts. Alla fine della guerra, quando le opere furono restituite ad Amiens, il Langlois era scomparso.
Allora Il dipinto neoclassico, commissionato da Luigi XVIII e acquisito dal governo francese nel 1873, fu classificato come “irreperibile” e successivamente “distrutto dalla caduta di una bomba sul museo”. La sua ubicazione è rimasta così sconosciuta fino al 1989, quando venne acquistato – presumibilmente da Madonna – per 1.3 milioni di dollari, tre volte la sua stima. Il museo di Amiens se ne accorge nel 2015, quando un suo curatore lo scorge sullo sfondo di una foto scattata a casa della pop star. Il Musée De Picardie apre così una causa contro ignoti per il presunto furto dell’opera.
Ma non si tratta di niente di più di una formalità. Tanto che l’istituzione non contesta l’acquisto da parte di Madonna, che giudica legittimo. Semplicemente, si fa per dire, il sindaco Fouré ha scritto alla pop star chiedendole in prestito Diana ed Endimione. Un movimento che può essere tanto facile quanto complesso. Staremo a vedere se perverrà la risposta di Madonna.
Nel frattempo tocca lasciare, almeno momentaneamente, la storia con un piccolo giallo. Difatti dando una semplice occhiata alle misure dell’opera venduta all’asta nel 1989, da Amiens si sono resi conto di una piccola incongruenza. Il dipinto acquistato da Madonna sarebbe infatti leggermente più piccolo di quello che faceva parte della collezione del museo francese. Le possibilità per spiegare la faccenda, su due piedi, paiono tre: si tratta di un semplice errore; la versione di Madonna è una copia; la versione di Madonna è l’originale, ma per qualche ragione è stata tagliata. In particolare ad essere sacrificate sarebbero state la data e la firma. Se la cantante deciderà di prestare l’opera ad Amiens, il mistero potrebbe essere svelato.