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Reminiscenze ottocentesche: La Spezia nel prezioso volume di Franco Maria Ricci

Agostino Fossati, Marina con scogliera, barca e figure, olio su tela, seconda metà del XIX secolo, Collezione Fondazione Carispezia, Ph. Mauro Davoli

Continua il viaggio di ArtsLife fra gli splendori d’Italia raccontati dai volumi di Franco Maria Ricci. È appena uscita la monografia Gioia delle Riviere. Echi dal Golfo della Spezia, dedicata al Golfo di La Spezia fra itinerari d’arte e reminiscenze dei viaggiatori dell’Ottocento

Pur deturpata e ferita dai bombardamenti anglo-americani che imperversarono sulla città nel corso della Seconda guerra mondiale, La Spezia non ha perso il suo fascino di cittadina stretta fra il mare e la collina, così come non lo ha perso dopo i mutamenti urbanistici degli anni Sessanta che hanno in parte alterato il volto antico della città. A raccontare questi splendori, spesso insospettati, Gioia delle Riviere, il nuovo, raffinato volume di FMR, cartonato e con sovraccoperta illustrata, impreziosito all’interno da numerose immagini formato testo che ripercorrono le bellezze locali e l’antico patrimonio artistico in gran parte conservato nei musei cittadini. I saggi di Giorgio Antei, Andrea Marmori, Rossana Piccioli e Giuseppe Benelli guidano i lettori alla scoperta di una città ricca d’arte e di storia, tanto terrestre quanto marittima.

Agostino Fossati, Marina con scogliera, barca e figure, olio su tela, seconda metà del XIX secolo, Collezione Fondazione Carispezia, Ph. Mauro Davoli

Antei ritrae una città alla luce delle sue origini di borgo dell’entroterra che ottenne il suo accesso al mare in seguito alla realizzazione di un lido sabbioso, avvenuta alla metà dell’Ottocento; da borgo isolato, in parte paludoso e minacciato dalla malaria, La Spezia divenne rapidamente una raffinata località per i primi “bagni di mare”, la cui moda andava affermandosi con l’avanzare della Belle Époque. La trasformazione del paesaggio, prosegue Antei, determinò anche una trasformazione nella luce che lo inondava, grazie a quell’arenile che in primavera sembrava brillare in quell’aria trasparente e salmastra. Poco più tardi, il molo “nobilitò” il mare spezzino e gli scavi del fondo marino migliorarono la circolazione dell’acqua così come la sua limpidezza. Il mare aveva anche di notte la sua poesia, con quell’oscurità che oggi si cercherebbe invano a causa del nefasto inquinamento luminoso. Antei indulge verso la memoria della città che fu, ma ripercorre anche la storia dei tormentati rapporti con Genova (sotto la Repubblica della quale La Spezia soggiacque a lungo) che rifiutò di costruire il porto per evitare la perdita d’importanza del proprio. Nell’Ottocento, passata la Liguria sotto il Regno di Sardegna e poi d’Italia, si pensò di ampliare le funzioni della Spezia: non soltanto località balneare, ma anche e soprattutto polo industriale e militare. Nel 1869 nacque infatti il gigantesco Arsenale, che prese il posto dell’antico villaggio di San Vito e altri borghi, modificando in maniera irreparabile l’armonia che la Natura aveva data al Golfo, e che aveva affascinati autori come Mary Shelley, Samuel Rogers, George Dennis e Davide Bertolotti.

Leo von Klenze (1784-1864), Porto Venere e il Golfo della Spezia, olio su tela, 1827-1829 NeuePinakothek, Monaco di Baviera, Scala Archives, Foto Scala, Firenze-bpk, Bildagentutfuer-Kunst, Kultur und Geschichte, Berlin

Nel suo ampio saggio, Giuseppe Benelli racconta la storia della città focalizzandosi sui personaggi che più ne hanno caratterizzato e delineato l’identità; il lettore scopre quindi il poeta Giovanni Giudici che ritrae La Spezia mettendo nero su bianco i suoi colori, i suoi profumi, i suoi sapori e i suoi rumori della vita quotidiana; e lo scienziato Giovanni Cappellini, nato nel 1833, descrive nelle sue memorie una città ancora completamente cinta dalle mura antiche. Le trasformazioni urbane, causate anche dal già citato Arsenale, portarono con sé anche un’ondata di nostalgia per la città che fu, come scrisse il giornalista e poeta dialettale Ubaldo Mazzini. Tanti i nomi illustri nati in città, fra questi anche Ettore Cozzani, editore della rivista «Eroica», di orientamento futurista. La Spezia è stata una fucina di uomini di alto spessore culturale, che con il loro ingegno e la loro opera hanno contribuito a costruire e mantenere l’identità cittadina.

Agostino Fossati, Panorama della Spezia dalla Foce, olio su carta, Civiche Collezioni d’Arte La Spezia, Ph. Mauro Davoli

Tanti, anche, i talenti “forestieri che a La Spezia sono presenti attraverso le loro opere, in particolare gli artisti, da Lorenzetti al Pontormo, da Giovanni Busi ad Andrea Belvedere, che arricchiscono le raccolte civiche, pubbliche o private che siano. Andrea Marmori accompagna il lettore alla scoperta di queste preziose collezioni, da quella del Museo Civico a quella del Museo Diocesano; raccolte che vanno dal Medioevo al Barocco e al Settecento, senza però dimenticare i reperti greci e romani.

Infine, Rossana Piccioli dedica un approfondimento alle vicende dei viaggiatori spezzini e ai loro studi antropologici ed etnografici, i reperti dei quali sono in parte conservati ancora oggi presso il Museo Civico Etnografico intitolato a uno di loro, Giovanni Podenzana; da queste pagine emergono avventure vissute con spirito di scoperta scientifica ai quattro angoli del mondo, dall’Australia all’Africa alla foresta amazzonica.

Conclude il volume Spigolature del Golfo, una breve raccolta di aneddoti, notizie, leggende sulla città della Spezia, che contribuisce a caratterizzarne la storia e la personalità.

Dall’esauriente e raffinata narrazione del volume di Franco Maria Ricci emerge una città che è un gioiello di cultura e buon vivere.

Villa Marigola, Lerici. Vista di Porto Venere dal parterre di Villa Marigola, Ph. Mauro Davoli

Gioia delle Riviere
Franco Maria Ricci, 2022
pp. 155, Euro 70,00
francomariaricci.com

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