Arte Fiera chiude l’edizione 2023 con circa 50mila visitatori. Fra le considerazioni stimolate, la grande attenzione per le opere di piccolo formato
Arte Fiera celebra il ritorno agli standard delle edizioni pre-Covid, chiudendo con la presenza di 50 mila visitatori. E con un’apprezzamento generale, confortato dagli ottimi livelli di vendite confessati da molti degli espositori. Vincente il ritorno alle date tradizionali negli storici padiglioni, il 25 e il 26, la nuova figura di Enea Righi in qualità di Managing Director, a fianco al Direttore Artistico Simone Menegoi. Vi abbiamo già fornito ampie documentazioni anche fotografiche dell’atmosfera che si registrava in quel di Bologna. A bocce ferme, vogliamo evidenziare un trend che ci è parso di cogliere: l’attenzione – tanto quantitativa quanto qualitativa – verso opere di piccolo o anche piccolissimo formato.
Non vogliamo ora andare a ricercare chissà quali motivazioni socio-culturali. Come l’era pandemica, che avrebbe chiuso tutti in casa e sviluppato sensibilità intimistiche, di contatto diretto e quasi fisico con gli oggetti, anche d’arte. Fatto sta che fra gli stand era facile imbattersi in veri gioiellini, tanto piccoli dipinti quanto preziose sculturine. Imperdibili nello stand Bonelli le piccole tele di Chiara Calore, giovanissima pittrice capace di evocare nei piccoli formati una qualità avvicinabile al primo Dalì.
Affascinanti le piccole composizioni con tasti di pianoforte di Jacopo Mazzonelli da Studio G7, come quelle con cera e spine di Silvia Giambrone da Richard Saulton. Intramontabili – in qualsiasi formato – le trame colorate di Piero Dorazio, come i grovigli materici di Pino Spagnulo. E poi Achille Perilli, e Mats Bergquist: a voi la scoperta…
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