«Come si concilia la ricerca degli artisti con il mercato? Quali rapporti esistono tra le tematiche più in voga e la creazione artistica? Quanto è importante il ruolo dell’arte oggi?»: domande come queste sono i punti di partenza della serie di podcast prodotta da Video Sound Art, che «ospiterà contributi degli esperti del settore e dei protagonisti che hanno partecipato negli ultimi 12 anni al Video Sound Art festival, in una ricerca aperta e critica sul ruolo dell’arte oggi».
Ospite d’onore della prima puntata è Daniel de Paula, con La neutralità dei contenuti è solamente presunta, che potete ascoltare qui.
Fino a prova contraria – ha spiegato Video Sound Art – «guiderà l’ascoltatore ad avventurarsi nel mondo delle pratiche artistiche del nostro tempo attraverso le voci di Laura Lamonea, direttrice artista e curatrice di Video Sound Art, e di Tommaso Santagostino, antropologo che da anni collabora con il festival. Le musiche e la produzione audio sono a cura di Vincenzo Risi».
Le puntate di Fino a prova contraria saranno pubblicate a cadenza mensile su Spreaker, Spotify e sulle principali piattaforme di distribuzione. Tra i protagonisti dei prossimi episodi: Letizia Cariello (LETIA), Enrique Ramirez, Driant Zeneli, Cecilia Mentasti, Mika Rottenberg, Haig Aivazian e Ali Kazma (potete rimane sempre aggiornati sulle uscite qui).
Ne parlato di tutto questo con Laura Lamonea.
SC: Come è nata la serie di podcast Fino a prova contraria e come si collega con le varie edizioni di Video Sound Art festival?
LL: «Dopo tredici anni di attività abbiamo pensato che alcune tra le esperienze artistiche e le relazioni create nel corso di questi anni fossero da condividere e da riesaminare.
Chi conosce Video Sound Art sa che ogni anno propone progetti espositivi in contesti abitati – scuole pubbliche, impianti sportivi, sedi scientifiche. È una pratica faticosa che presenta rischi ma che ci ha permesso negli anni di mettere in dialogo istituzioni, curatori, artisti, studenti e fruitori, superando le divisioni tradizionali.
Abbiamo sentito l’esigenza di valorizzare queste relazioni, senza edulcorare gli aspetti critici che sono parte integrante del progetto. Per farlo abbiamo pensato fosse necessario un punto di vista esterno e abbiamo scelto di coinvolgere Tommaso Santagostino, antropologo e geografo che ha collaborato in diverse occasioni con il Festival. Il podcast si nutre di un approccio antropologico e, partendo da questo, mette in relazione l’esperienza artistica con la nostra società. Scopriremo che ogni pratica artistica è figlia del suo tempo, e ci interrogheremo sulle potenzialità trasformative di questa pratica oggi».
SC: Chi saranno i protagonisti delle puntate e come verranno affrontati i vari temi?
LL: «I protagonisti delle prime dieci puntate saranno alcuni tra gli artisti che hanno partecipato in questi anni al festival. A partire dalle loro riflessioni, indagheremo le relazioni che esistono tra la loro pratica artistica e il mondo che ci circonda – sovrastrutture sociali, politiche e culturali – e come queste relazioni influiscono sul processo creativo.
Nel corso delle puntate avremo numerosi ospiti: conservatori, studenti, ricercatori e certamente professionisti del mondo dell’arte. Tra questi la gallerista Alessandra Minini della Galleria Francesca Minini di Milano, il gallerista Michel Rein di Parigi, conservatori del Museo di Storia Naturale di Milano, del Planetario Ulrico Hoepli e molti altri. Grazie ai loro contributi scopriremo in che modo la ricerca degli artisti e tutto il contesto che li circonda interagisce con le diverse aree produttive che animano la contemporaneità».
SC: A fine gennaio avete pubblicato la prima puntata
LL: «L’ospite della prima puntata è Daniel de Paula, artista che vive e lavora tra il Brasile e l’Olanda. In occasione della XII edizione del festival Daniel ha presentato un’installazione complessa nei sotterranei del Teatro Carcano di Milano ed è proprio dal racconto di questa esperienza che ha inizio il viaggio all’interno della sua pratica artistica.
La ricerca di Daniel riflette sul sistema di produzione capitalista e le sue contraddizioni attraverso strategie come la negoziazione e la ricerca sul campo. Il podcast si sofferma in particolare sulle trattative condotte dall’artista con le aziende che lavorano per grandi multinazionali come Shell, British Petroleum ed Exxon per ottenere le immagini che compongono l’opera video circulação. Alle sue parole si alternano gli interventi della gallerista Alessandra Minini, che racconta la nascita della loro collaborazione e la forza dirompente del suo lavoro, e i contributi degli studenti del Liceo Volta che lo hanno incontrato durante la mostra a Milano».
SC: Potete darci delle anticipazioni sulle prossime puntate?
LL: «Visiteremo lo studio di LETIA Cariello, non solo per parlare della sua pratica, ma anche per raccogliere sul campo i suoni prodotti durante l’atto creativo sfruttando al meglio il potere evocativo dell’azione senza il supporto dell’immagine. Proseguiremo poi un viaggio da Valparaíso (Cile) a Dunkerque (Francia) a bordo di una nave da carico insieme all’artista cileno Enrique Ramirez con cui abbiamo lavorato nel 2020 negli spazi della Piscina Romano e nel più recente progetto nel 2021 a Venezia per il Teatrino di Palazzo Grassi. Seguiranno molti altri ospiti attraversando paesi, pratiche e culture».