La casa d’aste Finarte ha già avviato con molte aste il nuovo anno. Dai vini ai giocattoli, dall’arte moderna e contemporanea a quella africana, i mesi di gennaio e febbraio hanno visto molti appuntamenti. Tra quelli in arrivo a marzo, segnaliamo la vendita di “Arte figurativa tra XIX e XX secolo” in calendario per giovedì 2 a Milano
Il catalogo è molto ricco, 259 lotti che saranno esitati in due tornate. Tra tutti emerge una Odalisca del 1880 di Francesco Hayez (lotto 150). La scheda critica è firmata dallo storico dell’arte e professore dell’Università degli Studi di Milano, Fernando Mazzocca. L’esperto racconta come il dipinto sia un inedito, documentato in diversi testi, come l’Elenco delle opere di Hayez di Giulio Carotti, pubblicato in appendice alle Memorie dell’artista, segnalandolo al 1880 come “Odalisca (testa; studio), del Presid. Clerici di Lecco” (F. Hayez. Le mie memorie, con appendice a cura di G. Carotti, Milano 1890. p. 283) e nel Catalogo ragionato di Hayez edito dallo stesso Mazzocca nel 1994 (p. 374 n. 428).
Si legge nella scheda: «La singolarità dell’opera sta nel fatto che rappresenta l’ultima versione di un tema caro al pittore, quello dell’Odalisca, rappresentata a mezza figura e con un turbante. La prima è quella del 1839 conservata alla Pinacoteca di Brera a Milano, la seconda è del 1860 (in collezione privata), mentre esistono diverse soluzioni altrimenti ambientate, come la grande l’Odalisca alla finestra di un Harem del 1838, la grande Odalisca sdraiata del 1839, l’Odalisca presso ad uno schiavo del 1864, l’Odalisca che legge e l’Odalisca nel sonno, entrambe del 1867. Come negli altri casi, la figura risulta anche questa volta ripresa dal vero, basata sulla modella messa in posa. Mentre il termine “studio”, cui veniva indicata nell’ Elenco, sottolinea una caratteristica comune ai dipinti di Hayez degli anni Ottanta, che si presentano spesso come dei non finiti. Qui l’artista, in un’opera che doveva avere un carattere privato e che veniva destinata all’amico Giuseppe Clerici, dimostra ancora tutta la sua abilità nello scorcio proprio nel bellissimo dettaglio della mano, come le sue risorse di colorista nella splendida tonalità del verde utilizzato per il turbante». Con una stima di € 50.000 – 70.000, l’opera è il top lot del catalogo.
Non solo Hayez. L’Ottocento è ben rappresentato anche Angelo Inganni, in asta con “I burattini” del 1869 (lotto 151). L’olio stima € 8.000 – 12.000 e raffigura un soggetto, replicato da Inganni a distanza di tempo, di cui esistono altre due versioni, pubblicate; la prima, e più nota, è quella risalente al 1856 (Trieste, Museo Sartorio), e una seconda al 1875, e quindi a distanza di quasi vent’anni dalla versione triestina. L’opera da Finarte diventa di particolare interesse, poiché si colloca a metà strada tra le due versioni.
È ancora Mazzocca, grande esperto di Ottocento, a scrivere dell’opera: «Volgendo lo sguardo alla luminosa piazza della Loggia, dopo aver incontrato una coppia elegante, un cacciatore col suo simpatico spinone e un lustrascarpe, si è spettatori del teatrino delle marionette, immancabile presenza in tutte le vedute bresciane della Loggia e nuovamente dipinto da Inganni in due tele di medio formato»
Copertina del catalogo per il lotto 166, un “Trionfo di fiori” di Luigi Scrosati, una tela monumentale che rappresenta, ad oggi, la più grande realizzazione che si conosca su questo tema, il prediletto del pittore. Quota € 2.500 – 3.500.
Ecco altre opere in asta, che spaziano dai paesaggi ai ritratti, dalle scene in interni lussuosi alla vita semplice di campagna: