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Una Venezia tra realtà e fantasia, ma pur sempre con il suo profumo, la sua gente, le sue calli. La grande mostra di Vittore Carpaccio

Vittore Carpaccio: Vergine leggente, ca. 1510, olio su tela trasferito da una tavola, 78 × 51 cm. Washington, National Gallery of Art, Samuel H. Kress Collection, 1939.1.354
Vittore Carpaccio: Vergine leggente, ca. 1510, olio su tela trasferito da una tavola, 78 × 51 cm.
Washington, National Gallery of Art, Samuel H. Kress Collection, 1939.1.354

Una grande retrospettiva su “Vittore Carpaccio. Dipinti e disegni” si apre a Venezia il 18 marzo (Palazzo Ducale, Appartamento del Doge, sino al 18 giugno 2023). Una mostra, che giunge dopo l’ormai lontana del 1963, arricchita da studi e ricerche degli ultimi cinquant’anni. Organizzata dai Musei Civici Veneziani e dalla National Gallery di Washington, è curata da Peter Humfrey, specialista del pittore. Presenta un centinaio di opere, tra dipinti e disegni, che ripercorrono tutta l’attività, dalle prime Madonne alle Storie per le confraternite agli ultimi dipinti.

Molte le novità: il folto gruppo di disegni esposti, un unicum, che permette di studiare il metodo di lavoro dell’artista. I dipinti e le pale d’altare, non solo quelli noti, ma altri mai visti, che arrivano da Istria e Dalmazia, dove li aveva mandati lo stesso artista e permettono di seguirne l’intero percorso. I restauri delle opere, che hanno fatto scoprire la firma di Carpaccio su una Madonna col Bambino del Museo Correr di Venezia, attribuita sinora a un anonimo veneziano, invece opera giovanile di Carpaccio verso il 1488-1489: una conferma della formazione nella bottega di Giovanni e Gentile Bellini. Intriganti capolavori come le Due Dame del Museo Correr e la Caccia in Valle del Paul Getty Museum di Los Angeles, che un tempo formavano le ante di una porta a soffietto, e che in mostra vengono ricongiunte per raccontare una storia enigmatica, forse quella di due cortigiane in attesa degli amanti o di due brave mogli che aspettano i mariti. Non si sa.

Vittore Carpaccio: Il leone di san Marco, 1516, olio su tela, 130 × 368 cm. Venezia, Fondazione Musei Civici, Palazzo Ducale
Vittore Carpaccio: Il leone di san Marco, 1516, olio su tela, 130 × 368 cm. Venezia, Fondazione Musei
Civici, Palazzo Ducale
Un ricco e bel catalogo raccoglie una serie di saggi che illuminano su diversi aspetti, dall’architettura dipinta ai disegni, dalla tecnica pittorica ai dipinti narrativi per le confraternite veneziane, dal collezionismo all’interpretazione moderna del pittore, dalla biografia all’attività. Chi era Carpaccio?

Abile pittore di storie, bravo ritrattista, esperto di prospettiva, Vittore Carpaccio (Venezia 1460-1465 -ottobre 1525) era ed è uno dei migliori maestri veneziani attivi tra Quattro e Cinquecento, lodato da fonti contemporanee e persino da Vasari, che mal sopportava chi non era toscano. Si chiamava “Vetor Scarpanzo” ed apparteneva a una famiglia di mercanti veneziani. In seguitolatinizzerà il suo nome in “Carpatio” o “Carpathius”. La sua formazione avvenne certamente a Venezia nella bottega di Gentile e Giovanni Bellini, come confermano le recenti scoperte di firme su opere che precedono la prima datata, l’Arrivo di Sant’Orsola a Colonia, del 1490, uno dei nove teleri del ciclo  conlaLeggenda di Sant’Orsola, realizzato dal 1490 al 1500, in origine dell’omonima confraternita, conservato oggi  nelle Gallerie dell’Accademia.

Vittore Carpaccio: Due dame, ca. 1492/1494, olio su tavola, 94,5 × 63,5 cm, particolare. Venezia, Musei Civici Veneziani, Museo Correr
Vittore Carpaccio: Due dame, ca. 1492/1494, olio su tavola, 94,5 × 63,5 cm, particolare. Venezia, Musei
Civici Veneziani, Museo Correr

La fama di Carpaccio è legata proprio ai cicli di Storie dipinte lungo il corso della vita per le diverse Scuole, cioè per quei sodalizi diffusi nella città lagunare sin dal Medioevo, che riunivano vari tipi di comunità: stranieri affratellati da un’origine comune, confraternite di arti e mestieri, istituti di beneficenza e altro ancora. Ciascuno aveva un proprio statuto (Mariegola) e una propria sede, dotata spesso di prestigiose decorazioni. Il pittore collaborò o eseguì totalmente alcuni dei più importanti cicli, che oggi la mostra ricorda attraverso i disegni preparatori e, quando possibile, con alcuni teleri.

Vittore Carpaccio: La fuga in Egitto, ca. 1516/1518, olio su tavola, 72 × 111 cm. Washington, National
Gallery of Art, Andrew W. Mellon Collection, 1937.1. 28

A cominciare dalle fantastiche Storie di Sant’Orsola, dove Carpaccio rivela già una formidabile preparazione. Per continuare con la collaborazione ai Miracoli della Croce per l’Albergo della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista (1494-1495), con il famoso Miracolo dell’Indemoniato al Ponte di Rialto da parte del patriarca di Grado Francesco Querini,che ci restituisce uno spaccato della vivace Laguna del tempo. Poi, dal 1502 al 1504, ci sonoStorie dei Santi Girolamo, Giorgio e Trifone, ancora inloco,nella sede originale, la Scuola di San Giorgio degli Schiavoni. Dal 1502 al 1507 è la volta delleStorie della Vergine, dipinte per la Scuola degli Albanesi, smembrate e divise tra vari musei. E tra il 1511 e il 1520leStorie di Santo Stefano per l’omonima Scuola.

Vittore Carpaccio: Caccia in valle (recto), ca. 1492/1494, olio su tavola, 75,4 × 63,8 cm. Los Angeles, J.
Paul Getty Museum

Di tutte la mostra offre abbondante documentazione visiva, arricchendole di dipinti e pale realizzate dal pittore in quegli anni.Che cosa raccontano le Storie? Dipinte a olio su grandi tele, ripercorrono vita, miracoli, martiri dei Santi titolari della Scuola, raccontati da antiche fonti, come la Legenda aurea di Iacopo da Varazze, e integrati con nuovi episodi spesso fantastici. Perché affascinano? Perché sono bellissime, dipinte con la minuzia di un fiammingo e, pur svolgendosi in diverse parti del mondo, da Oriente a Occidente, portano sempre nella magica Venezia quattrocentesca, oggi ben riconoscibile con le sue case, il suo mare, i suoi ponti, le sue barche e i volti della sua gente. Una Venezia tra realtà e fantasia, ma pur sempre con il suo profumo, la sua gente, le sue calli, il suo mare.

Vittore Carpaccio: Consacrazione di Stefano e degli altri diaconi, 1511, olio su tela, 148 × 231 cm.
Berlino, Staatliche Museen zu Berlin

La mostra

Vittore Carpaccio. Dipinti e disegni

Venezia, Palazzo Ducale, Appartamento del Doge ( 18 marzo-18 giugno 2023)

A cura di Peter Humfrey, con Andrea Bellieni e Gretchen Hirschauer

Promossa da Fondazione Musei Civici Veneziani e National Gallery of Art di Washington

Catalogo (Marsilio Editori e National Gallery of Art)

Informazioni: Fondazione Musei Civici di Venezia

press@fmcvenezia.it

www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa

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