La National Gallery si prepara a esporre quaranta opere che raccontano la figura di San Francesco d’Assisi attraverso sette secoli di storia dell’arte. Dai dipinti medievali fino anche a un fumetto Marvel, l’immagine di Francesco nei secoli si è rinnovata senza disperdere la sua carica evocativa. Dal 6 maggio al 30 luglio 2023.
Per l’occasione, ai dipinti della collezione della National Gallery – tra cui quelle di Sassetta, Botticelli, Zurbarán – si uniscono alcuni prestiti internazionali dove si distinguono le opere di Caravaggio, Murillo, El Greco, Stanley Spencer, Antony Gormley, Andrea Büttner, Giuseppe Penone e Richard Long.
Ad alimentare l’ispirazione degli artisti, come è facile immaginare, sono stati i miracoli compiuti dal Santo; oltre che la narrazione legata alla sua vita. Dalla rinuncia ai beni materiali alle opere di pace, unito a un impegno che oggi intenderemmo vicino a questioni sociali e ambientali. Ma come queste storie sono giunte fino agli artisti sopracitati? A tal proposito, gli storici stimano che nel secolo successivo alla sua morte siano comparse circa circa ventimila immagini di Francesco, coadiuvate dai manoscritti miniati.
Unità minime di trasmissione che hanno reso possibile l’evolversi dell’iconografia del Santo. Che ha trovato consacrazione in opere imponenti come quella di Francisco de Zurbarán, San Francesco in estasi (1635-9, National Gallery), che mostra il santo in meditazione profonda nel suo saio rattoppato. O i pannelli di Sassetta per la pala di San Sepolcro (1437-44, National Gallery). Ma anche soluzioni più contemporanee, come quella in cui Antony Gormley – Senza titolo (per Francesco), (1985, Tate) – astrae la figura del Santo rappresentando le sole stigmate. Richard Long è in mostra con ben due rappresentazioni di Francesco: River Avon Mud Crescent (in cui utilizza il fango per dettagliarne la figura) e A Walk for Saint Francis (realizzata per la mostra, in cui dispone una seri di parole in forma circolare per evocare esperienze e visioni del Santo).
Tra gli highlights le opere che portano più indietro nel tempo: San Francesco d’Assisi con gli angeli (circa 1475-80, di Sandro Botticelli, National Gallery) e i disegni di Matthew Paris nella Chronica maiora (Parker Library, Corpus Christi, Cambridge), ovvero alcune delle prime raffigurazioni inglesi di San Francesco.
Grande spazio anche al lato mistico di Francesco, come il Francesco che riceve le stimmate di El Greco (1590-95, National Gallery of Ireland), San Francesco che abbraccia il Cristo crocifisso di Bartolomé Esteban Murillo (1668-9, Museo de Bellas Artes, Siviglia) e il primo capolavoro di Caravaggio, San Francesco d’Assisi in Estasi (1595 circa, Wadsworth Atheneum, Hartford).
E di nuovo si passa al contemporaneo, con una serie di litografie di Arthur Boyd (1965, The British Museum) e un Sacco di Alberto Burri (1953, Fondazione Palazzo Albizzini, Collezione Burri, Città di Castello). Un modo poetico e convincente di chiudere la parabola di una delle figure più rappresentate della storia.