Il collezionista Antonio Martino interviene nel dibattito sul Sistema dell’arte aperto da ArtsLife dopo il corsivo pubblicato da Achille Bonito Oliva su Robinson di Repubblica
Siamo tutti d’accordo che il sistema solare, quello ottico, il termodinamico, il digerente, il nervoso, l’idrografico, l’orografico, il metrico decimale, il sistema di Aristotele, e così via, sono Tutti sistemi costruttivi e propositivi che hanno il fine, a seconda dello specifico settore di pertinenza, di portare avanti un progetto strutturale rendendolo dinamico e funzionale e a disposizione del bene comune. Pensate addirittura, alla “Bacheca dei Sistemi”, la bacheca dei sogni, che vantaggi ha determinato recentemente ai fortunati sistemisti vincenti del Superenalotto…! Tutti i Sistemi elencati, sappiamo pure che sono basati sulle regole ferree della Scienza, della Fisica, della Matematica, della Medicina, dell’Economia, della Biologia. Con il comune denominatore fondamentale, tutti, dell’Onestà Intellettuale…
Siamo tutti consapevoli che accanto a questi nobili sistemi che sono fondamentali anche per la vita umana, esistono anche altri sistemi, non proprio esemplari. Basti pensare al sistema mafioso, massonico, speculativo, lobbistico, politico, religioso, razzista, sessista, pseudo-progressista, radical chic, e perfino dolosamente e rovinosamente iconoclasta… Andando nello specifico e facendo quindi riferimento al concetto espresso dal geniale ABO (magnifiche ed irripetibili le sue storiche mostre), stavo riflettendo sul termine “Sistema” che lui utilizza ed enfatizza positivamente facendogli assurgere un ruolo addirittura vitale per l’esistenza dell’Arte e dell’Artista.
Circuito dell’Arte
Non utilizza il sostantivo Sistema in maniera superficiale, come abbiamo fatto e facciamo spesso tutti noi per definire il mondo dell’Arte Contemporanea, nel senso di circuito dell’Arte, ma cerca di dargli lustro e codificarlo, come se fosse un’entità positiva e fondamentale, impegnata con onestà intellettuale per il bene culturale e anche etico e morale ed estetico della comunità. Ma siamo – purtroppo, da questo punto di vista – in Italia.
E quindi da profondo conoscitore di fatti e misfatti di questo mondo, questo suo decantato “Sistema” mi appare invece come un insieme di figure dotate di potente potere decisionale ed esecutivo, dai connotati però più simili ad una consorteria spavalda, affaristica, saldamente strutturata, e non inclusiva. Anzi esclusiva e snob, di cui fanno parte determinati Artisti, Critici, Curatori, Gallerie, Collezionisti, Musei, Biennale di Venezia, Quadriennale di Roma, Fondazioni, Mass Media, Imprenditori-Mecenati-Sponsor. E, dulcis in fundo, le Case d’Asta. E tutti interagenti tra di loro e d’accordo, accomodati al banchetto dell’Arte Contemporanea.
È vero, secondo me, che un Artista per farsi conoscere debba entrare nel “Sistema” dell’Arte Contemporanea, ma inteso come “Circuito”, perché il termine “Sistema” in Arte Contemporanea subentra ad un certo punto per il controllo sistematico del Circuito, come casta strutturata e autoreferenziale, che sceglie e decide, e non è sana. Tra l’altro se selezionasse e scegliesse rigorosamente, potrebbe essere un plusvalore, mentre è tutto oggettivamente deludente e dannoso anche per l’erario. Gravissimo… anche perché gli sponsor pesano sulle nostre tasche.
Il demiurgo
È scontato quindi pensare che in un “sano” sistema dell’Arte Contemporanea, tutto debba partire dall’Artista (il celebre “D’Io” taumaturgico di Gino De Dominicis), senza il quale ci sarebbe la Morte. Il problema cruciale è infatti la metamorfosi ed inversione e scambio di ruoli. Che ha subito il mondo dell’Arte italiana più o meno negli ultimi cinquanta anni. Lasso di tempo in cui probabilmente il demiurgo e nello stesso tempo il deus ex machina e l’attore principale, è diventato il potente Curatore. Ego centrato, qualcuno affetto da “invidia del pene” nei confronti dell’artista, che ha penalizzato tutto ciò che era fuori dalla sua ottica e interessi.
Questo fenomeno è ancora più evidente dagli anni ‘80 in poi, ed infatti incide pure molto negativamente sulla maggior parte degli artisti delle ultime indebolite generazioni. Che hanno perso certezze e punti di riferimento culturali ed intellettuali. Certo, un dato di fatto inopinabile in Italia è stato, per esempio, che aver creato un potere di fuoco mettendo insieme in un gruppo super blindato artisti senza che questi condividessero una stessa idea dell’arte, e con teorie e tecnica deboli, ma solo in contrapposizione a qualcosa di strutturato e per creare mercato, ha rappresentato, visti anche i risultati, uno degli aspetti degenerativi più eclatanti, rispetto a quello che dovrebbe essere il sano e onesto intellettualmente funzionamento del sistema dell’Arte.
Il tempo preserva solo l’Arte
Poi mi chiedo: ma esiste un “Sistema” nel senso più deteriore del termine, cioè come quello che gestisce l’Arte Contemporanea, anche per l’Arte Antica e Moderna? Io credo di no, o forse è diversamente esistito, ma noi ora non lo percepiamo. Perché il tempo preserva solo l’Arte ed i veri Artisti ed i “veri” Mecenati… Si, perché un altro problema sono le apparenze e le mentite spoglie, in questo “Sistema”.
Forse, da visionario e molto utopisticamente, una soluzione secondo me potrebbe essere nel frattempo quella di rendere ufficiale la creazione di un Comitato Etico-Scientifico nei luoghi Istituzionali, anche per gli evidenti conflitti d’interesse presenti, oltre che per le inappropriate imposizioni e le inopportune privazioni, che abbiamo dovuto subire da fruitori visivi. Questo “Sistema” dell’arte italiana, rappresenta purtroppo sempre di più lo specchio fedele della nostra società… Liberiamocene per riprenderci i veri Artisti e l’importanza culturale, la bellezza intelligente e l’immortalità dell’Arte. Ad Maiora!