L’ombra di Goya, un nuovo appuntamento per La Grande Arte al Cinema. Il documentario arriva in sala il 6, 7 e 8 marzo
L’ombra di Goya, il docufilm di José Luis López-Linares presentato all’ultimo Festival di Cannes arriva nelle sale italiane il 6, 7, 8 marzo, un omaggio a un artista che ha saputo raccontare gli incubi, le ossessioni e i fantasmi dell’animo umano. Il regista di Bosch. Il giardino dei sogni ha scelto un team di dodici specialisti di tutte le discipline – tra cui Julian Schnabel – per cercare di decifrare l’opera del genio spagnolo in questo suo nuovo documentario.
Eccezionale ritrattista, celebrato pittore della corte spagnola, narratore acuto e osservatore spietato dei vizi, dei paradossi e dell’ipocrisia umana, Francisco José de Goya y Lucientes (1746-1828) rappresenta uno dei giganti della storia dell’arte. I suoi capolavori – dal Colosso alla Maja vestida, dalla Maja desnuda al 3 maggio 1808, da La famiglia di Carlo IV a Saturno che divora i suoi figli –sono lo specchio di una sensibilità straordinaria e di una mente artistica in perenne ricerca.
Una ricerca e un interrogarsi sul destino umano che rappresenta la cifra più impressionante e potente di Goya, dall’infanzia trascorsa a Saragozza, dove emerge per la prima volta la sua urgenza di diventare artista, sino alle “pinturas negras” della Quinta del Sordo, la casa fuori Madrid in cui si ritirò in un drammatico isolamento prima di recarsi a Bordeaux, dove si spegne nel 1828. La fine del Settecento, del resto, segna non solo la fine di un secolo, ma un passaggio cruciale tra vecchio e nuovo, in bilico tra antiche ossessioni e nuovi indomiti fantasmi. Dopo la Rivoluzione francese, i semi del cambiamento politico e sociale erano stati irrimediabilmente gettati e l’Europa non è già più la stessa. È in questo contesto che si muove il pittore spagnolo con un immaginario popolato da creature fantastiche che animano i temi della rivoluzione, del carnevale e della rivolta all’ordine precostituito. Quella di Goya è una capacità speciale di indagare i mondi alla rovescia in cui vengono ribaltate tutte le gerarchie: quelle tra servi e padroni, quelle tra uomini e animali, quelle tra maschile e femminile.
Per esplorare le infinite sfaccettature dell’artista, in testa al composito corteo di esperti e appassionati scelti dal regista de L’ombra di Goya c’è Jean-Claude Carrière (1931-2021), storico amico e collaboratore di Luis Buñuel, sceneggiatore, scrittore, attore e regista, che López-Linares ha avuto la fortuna di filmare un anno prima della sua scomparsa, ripercorrendo con lui le orme di Goya.
Nel corso della narrazione ognuno degli intervistati fa luce a modo suo su un artista dall’incredibile ricchezza espressiva (un otorinolaringoiatra si cimenta, per esempio, nel rintracciare nei quadri le conseguenze della sordità del pittore) avvicinando tra loro i tasselli di un viaggio che esplora la relazione tra cultura ed emozioni, cinema e pittura. Invece di prediligere il percorso cronologico, il documentario spazia tra opere di periodi diversi con cui Goya smaschera vizi e ipocrisie della sua epoca, tutte collegate tra loro dalla guida acuta e dalle riflessioni illuminanti di Jean-Claude Carrière, che non manca di individuare i legami artistici tra il pittore e il regista di Un chien andalou, accomunati dall’essere originari dell’Aragona, dalla sordità e dalla predilezione per una narrazione di tipo surrealista.
>> L’ombra di Goya, guarda il trailer