Dalla produzione dell’opera alla sua registrazione su Blockchain e vendita tramite non-fungibile-tokens (NFT). Breve storia del laboratorio OmniArtVerse e del sempre più stretto rapporto tra arte contemporanea e nuove tecnologie
OmniArtVerse è un laboratorio indipendente per l’arte digitale nato nell’estate del 2022. Il campo di indagine ruota attorno al rapporto tra arte contemporanea e le nuove tecnologie: la ricerca mira ad individuare possibilità innovative, attuali, capaci di rispondere alle domande urgenti della nostra contemporaneità. Il laboratorio investe in artisti emergenti che vogliano sperimentare con i nuovi media digitali, accompagnandoli nel processo di ricerca, produzione e distribuzione di opere d’arte registrate sulla Blockchain tramite non-fungibile-tokens (NFT), reperibili sulla piattaforma Nifty Gateway, che viene visualizzata anche nella pagina di OmniArtVerse. Nifty, rispetto ad altre piattaforme, ha un controllo di qualità sulle opere che vogliono entrare nella piattaforma, che altre non hanno. OmniArtVerse si serve dei fondi messi a disposizione da DAO (Decentralized Autonomous Organization) o Fondazioni come Ethereum o Blockchain Art Foundation (FAB), che mettono in palio dei premi che garantiscono un grant per stimolare la ricerca, i contenuti e infine produrre i lavori in NFT.
Il laboratorio si serve di una rete di contatti nazionali e internazionali con un’attenzione particolare ai giovani artisti e agli artist-run spaces. Il loro primo progetto è una collaborazione con il giovane artista Paolo Bufalini, che ha portato avanti un processo ibrido: una mostra nello spazio bolognese Gelateria Sogni di Ghiaccio, intitolato Beloved e curato da Condylura e un’opera virtuale poi distribuita sotto forma di NFT sulla piattaforma Nifty Gateway. La mostra, che ha avuto luogo durante Art City del 2023, giocava con diversi dispositivi e media: da piccole sculture non intenzionali, al readymade di un distributore di bibite ridisegnate dall’artista, fino ad una fotografia analogica del corpo della fidanzata scattata con il banco ottico con la collaborazione del fotografo Marcello Galvani. Fin qui la mostra nello spazio reale, di seguito l’espansione virtuale dell’evento bolognese, di cui si è fatta carico OmniArtVerse. Il progetto, curato da Treti Galaxie (il duo Matteo Mottin e Ramona Ponzini), è intitolato The Land of Nod, e pone l’attenzione sul sonno, uno dei pochi spazi di libertà individuale parzialmente ancora non colonizzato dal mondo del mercato e della pubblicità. È incentrato sui dati biometrici (respiro, battito cardiaco, movimenti del corpo) di Federica, la fidanzata di Paolo, raccolti tramite un dispositivo indossato per tutta la durata di una notte di sonno: sette ore e trentatré minuti. Questi dati immateriali sono leggibili come l’espansione di una scultura immaginaria che ridiventa percepibile nel momento in cui dovessimo fornire i dati stessi ad un computer per la decodifica. Le problematiche che affronta l’artista con quest’opera riguardano le complesse interazioni tra privacy, intimità, tecnologia, fiducia, controllo, perfettibilità del corpo.
OmniArtVerse anticipa che il campo di ricerca della prossima collaborazione riguarderà le arti performative e la possibilità di una loro declinazione nei diversi campi fisico, virtuale, digitale in una ricerca delle possibili intersezioni tra le diverse realtà.
OmniArtVerse riflette sulle possibilità dei nuovi paradigmi di decentralizzazione, distribuzione e parallelismo che hanno avuto delle anticipazioni teoriche importanti e visionarie già nel XX secolo.
L’originario fautore di questi temi oggi diffusi, è stato in economia ed economia politica, l’economista liberista Friedrich August von Hayek, che nel 1945 pubblica il saggio profetico The use of knowledge in society nella American Economic Revue. Nello scritto Hayek, oltre ad affermare la superiorità del sistema del libero mercato contro la centralizzazione economica, crea un parallelismo tra economia decentralizzata e la natura dispersa e decentralizzata dell’informazione nella società. Nasce così il concetto di economia dell’informazione. Sempre sulla decentralizzazione, ma in senso democratico, partecipativo, contro il possesso selvaggio dei nostri dati personali, continua a lavorare Tim Berners-Lee, il creatore del world wide web. Nel marzo del 1989 sottopone al suo docente di riferimento al CERN la sua Proposta che riguardava l’organizzazione generale per l’informazione e la sua accelerazione e sperimentazione al CERN (la proposta venne pubblicata poco dopo con il titolo The original proposal of the www.). Discute del problema della perdita di informazioni nell’evoluzione di sistemi complessi e fornisce una soluzione basata su un sistema decentralizzato di ipertesti. Ancora oggi, nel www 2.0 centralizzato nelle mani di pochi player che dettano gran parte dell’agenda economica globale, Berners-Lee opera seguendo la missione sempre chiara di mantenere il www una piattaforma aperta e condivisa. Per questo ha creato nel 2018 il nuovo progetto decentralizzato Solid. Infine possiamo avere come riferimento teorico anche il White Paper di Satoshi Nakamoto, pubblicato nel 2009. Nakamoto è lo sviluppatore software che ha inventato la criptovaluta Bitcoin. Il termine Bitcoin fa riferimento al software open source progettato per implementare il protocollo di comunicazione e la rete peer-to-peer che ne risulta.
Eredi di queste idee e contenuti, sono i produttori dei famosi metaversi crypto Decentraland e The Sandbox, che sono realtà parallele dove è possibile fare azioni come acquistare territorio, immobili NFT (ed è già piuttosto caro), fare azioni, giocare e fare qualsiasi cosa possibile. Entrambi, concorrenti, utilizzano la tecnologia blockchain e hanno due valute che si chiamano MANA e SAND. Decentraland ha un meccanismo di partecipazione per cui i componenti del metaverso sono chiamati a votare per stabilire modifiche o implementazioni della piattaforma.
Tutti questi contenuti economici, tecnologici e culturali vengono messi in relazione con gli sviluppi delle neuroscienze, nell’indagine delle basi neuronali del processo cognitivo che avviene oggi grazie alla visualizzazione o imaging a risonanza magnetica funzionale: infatti conosciamo sempre più precisamente le correnti dei neuroni, che lavorano decentralizzati e in parallelismo in maniera da accelerare i processi di apprendimento, conoscenza, azione motoria.
Come il mondo del presente e del futuro che utilizza in maniera ormai massiccia e pervasiva le nuove tecnologie possa essere compreso, utilizzato, articolato dall’arte più avvertita è il fine del laboratorio OmniArtVerse. Come poi questo tipo ibrido e problematico di arte possa essere collezionata è un ulteriore possibilità che OmniArtVerse porta avanti. Le premesse per uno scandaglio critico e produttivo dell’arte del futuro ci sono tutte.