«Sebbene non si siano mai incontrati, af Klint e Mondrian hanno entrambi inventato i propri linguaggi di arte astratta radicati nella natura. Al centro dei loro percorsi artistici c’era il desiderio comune di comprendere le forze che stanno alla base della vita sulla terra». Così la Tate presenta l’attesissima mostra “Forms of Life” (fino al 3 settembre 2023), organlizzata in collaborazione con Kunstmuseum Den Haag, che «metterà per la prima volta in stretto dialogo questi due pittori visionari. Con circa 250 opere, tra cui dipinti, disegni e materiali d’archivio, la mostra rivelerà come la loro arte riflettesse nuove idee radicali, teorie e scoperte scientifiche in un’epoca di rapidi cambiamenti sociali», ha anticipato il museo.
«Questa – ha proseguito l’istituzione – sarà la più grande presentazione dell’opera di Hilma af Klint (Svezia, 1862-1944) nel Regno Unito fino ad oggi, con un’esposizione che comprende tutti e dieci i suoi dipinti monumentali della serie The Ten Largest (1907), insieme per la prima volta nel Paese. Sarà anche la prima grande mostra sul suolo britannico da oltre 25 anni a questa parte a mettere in luce i primi lavori di Piet Mondrian (Paesi Bassi, 1872- New York, 1944) insieme alle iconiche composizioni a griglia per le quali è meglio conosciuto. La mostra riunirà i suoi sorprendenti dipinti figurativi, come La nuvola rossa del 1907 e L’evoluzione del 1911, e i primi esperimenti astratti, come Composizione a colori B del 1917, gettando una nuova luce su uno dei più celebri artisti moderni».
La mostra, infatti, è il risultato di lunghe indagini, i cui risultati sono raccolti nel catalogo che la accompagna. A curare il percorso espositivo Frances Morris, direttrice della Tate Modern, Nabila Abdel Nabi, Curator International Art alla Tate Modern, Briony Fer, professoressa di Storia dell’arte all’UCL, Laura Stamps, Curator of Modern and Contemporary Art al Kunstmuseum di Den Haag, con Amrita Dhallu, Assistant Curator International Art alla Tate Modern.
«Forms of Life affonda le sue radici nella fascinazione di af Klint e Mondrian per il mondo naturale. Entrambi hanno iniziato come pittori di paesaggi rappresentativi, ma all’inizio del Novecento hanno sviluppato quasi contemporaneamente i linguaggi dell’arte astratta. La Tate Modern esplorerà come i loro approcci unici all’astrazione siano stati ispirati da nuovi modi di guardare da vicino la natura. La mostra, che presenta i primi paesaggi, i disegni botanici e le rappresentazioni di fiori e alberi accanto ai dipinti astratti, illustrerà come la loro potente affinità con la natura sia rimasta una presenza duratura nel corso delle loro carriere.
La mostra esplorerà anche il modo in cui entrambi gli artisti si sono confrontati con la spiritualità e il misticismo nella loro arte. La scoperta di forze invisibili come i raggi X, la radioattività e gli elettroni negli anni Novanta del XIX secolo mise in crisi la fiducia della società nella solidità del mondo circostante, rivelando ciò che era nascosto a occhio nudo. In tutta Europa, artisti e pensatori come af Klint e Mondrian si rivolsero a movimenti esoterici come la teosofia e l’antroposofia per conciliare la religione con il mondo moderno».
«Oltre a lavorare come artista professionista a Stoccolma, af Klint era anche una medium e credeva che i suoi dipinti fossero guidati da poteri superiori. Oltre ai paesaggi e ai ritratti convenzionali, a partire dal 1905 af Klint creò un corpus segreto di dipinti mistici, che insistette sul fatto che non dovessero essere visti in pubblico per almeno 20 anni dopo la sua morte. La Tate Modern esporrà esempi chiave di queste opere, come l’Evoluzione del 1908 e la serie dell’Albero della conoscenza del 1913-15. La mostra analizzerà anche le convinzioni spiritualiste di Mondrian, tra cui il modo in cui la sua pittura geometrica, angolare e minimale era concepita per trasmettere idee sulla realtà essenziale dell’universo. I visitatori potranno vedere questi dipinti astratti a griglia nel contesto più ampio della sua carriera, insieme ai dipinti di fiori che realizzò nel corso della sua vita».
Al centro della mostra, una grande sala riunirà schizzi, taccuini e lettere provenienti dagli archivi di af Klint e Mondrian, offrendo uno sguardo intimo su alcune delle idee alla base della loro arte. Presentata insieme a riferimenti chiave come la teoria dei colori di Goethe, i diagrammi alla lavagna di Rudolf Steiner e le rappresentazioni del mondo naturale di Carl Linnaeus, rivelerà come i due artisti abbiano sviluppato il proprio linguaggio visivo di segni, colori e forme come mezzo per dare un senso alla vita sulla terra».