
Ci ha lasciato questo mercoledì Tonino Casula, protagonista assoluto dell’arte, non solo in Sardegna. Ne ripercorriamo la traiettoria romantica, scientifica, ipermoderna e, sempre, dinamica
Geniale, sagace e ironico, Tonino Casula è stato artista dal multiforme ingegno, impegnato ed innovativo insegnante, intellettuale militante e promotore dell’avanguardia con una ricerca costante nell’arte, scientifica e sperimentale ma insieme aperta a contraddizioni, esuberanza e gioco.
Nato nel 1931 cresce esplorando Barbagia e Sulcis con il padre operaio guardafili. Sin dall’infanzia sente il richiamo di arte e universo delle immagini e, praticamente cieco (con un visus di un 1⁄50 e un 1⁄25), non sa di non vedere e legge, osserva, disegna e dipinge in continuazione: copia i classici, ritrae marine, il lavoro umano e tutto ciò che lo ispira. Con il dopoguerra e la maggiore età è impegnato come militante comunista (rimanendo sempre, per suo modo di essere, eretico) e lotta per la libertà dal bisogno, la libertà dall’ignoranza e la libertà dalla paura. In linea con questi principi decide di fare l’insegnante. Maestro elementare a venti anni ad Iglesias, con gli alunni lavoratori del Mercato Civico e suoi amici, occupa un ramo delle scuole elementari maschili per le lezioni: è il suo Istituto Smol’nyj e ai detrattori appare il Palazzo d’Inverno dopo l’Ottobre Rosso.

Ha come tecnica d’insegnamento sperimentazione e ironia, ritmo, capacità di ammaliare e varietà di temi e approcci, strada che lo porterà alle proposte didattiche più innovative. Immediatamente dopo inizia ad utilizzare la macchina da presa a scuola, passandola poi agli alunni e realizzando nel tempo e con le varie classi i “suoi” filmini super8. A inizio anni Cinquanta comincia ad esporre da autodidatta ed esplora, per oltre un decennio, opere d’arte, stili e poetiche e nel suo dipingere vaga dalle parafrasi dei classici ai periodi: del Rock And Roll, delle Ossa, delle Storie di cavalli e diventa uno dei protagonista della scena isolana e viene prestissimo scoperto dal critico Corrado Maltese, accademico appena arrivato all’Ateneo di Cagliari. A fine del decennio si avvicina alla città, diventando uno dei promotori delle numerose iniziative di impegno artistico, intellettuale e sociale.

Due interventi chirurgici agli occhi tra ’63 e ’64 sono la sua seconda venuta al mondo: recupera oltre 7/10 e studia teorie percettive e Gestalt. Folgorato dal Criterio Transazionale è cocreatore nel 1966 del Gruppo Transazionale portando avanti ricerche sull’ambiguità della visione con Spazi, Transazioni e Inganni «optical» in parallelo esplorando i materiali della contemporaneità e il loro uso artistico. Gli anni Settanta e Ottanta, vedono le serie Vietato e i Plexiglas, le indagini su linguaggio, arte e semiotica e pubblica numerosi volumi su percezione, segni e didattica con importanti case editrici come Einaudi. Continua a sostenere spazi culturali e si applica in operazioni di arte pubblica mentre collabora con giornali, radio e televisione dirigendo format innovativi: per la RAI le interviste Frullarte e, con i testi di Gaetano Brundu, i radiodrammi Odissea, Percorsi quasi onirici. A fine anni Ottanta si immerge nella computer art, dai Casula 88 alle Diafanie fino alla sua produzione più vicina al presente, i Cortronici di video arte, ricerca sul cinema astratto che ha continuato fino ad oggi insieme divertendosi con le perle video Tanto per dire e giocando sempre con segni e cose.

È stato artista, innovatore e maestro: Tonino Casula si declina in romantico, scientifico, ipermoderno e del nuovo dinamismo. Ha creato dipinti, sculture, istallazioni, arte pubblica, musica, videoarte, opere radiofoniche, cinematografiche e teatrali, è stato scrittore, saggista, critico, ricercatore e mille altre cose.
Amava dire di essere il più grande artista vivente (il pensiero che avesse ragione c’è) e che i segni sono quelle cose che elabori quando pensi: stanno al posto delle cose ma non sono le cose di cui stanno al posto. Anche su questo ha ragione.