Wannenes porta in asta L’arte della Ceramica. Un ampio catalogo di 341 lotti racconta le produzioni realizzate in Germania e in Italia (ma non solo) tra il XVI ed il XX secolo. Appuntamento a Milano il 16 marzo 2023.
L’ampissimo spettro del mondo della ceramica in asta da Wannenes, che lo mette all’incanto seguendo tre filoni principali. Nuclei capaci, per importanza e varietà, di raccogliere simbolicamente il meglio della varietà artigianale legata alla ceramica.
Il primo è costituito da una collezione privata di maioliche siciliane, realizzate dal XVI al XIX secolo. Ovvero il secolo d’oro della maiolica siciliana, con i suoi centri principali: da Palermo a Caltagirone, fino a Collesano. Ma anche Trapani, da dove provengono due cilindroni (stima 2-3 euro) a decoro araldico, di qualità e dimensioni notevoli. Da Palermo i due albarelli (stima 1.6-2 mila euro) usciti dalla bottega dei Lazzaro. Uno di questi realizzato da Andrea Pantaleo nel 1616. Infine la coppia di bocce (lotto n. 37, stima € 8.000 – 10.000) decorate con figure di santa martire e di Maddalena e databili al 1593 circa. Quest’ultimo un caratteristico esempio della produzione siciliana di gusto faentino dell’epoca, così vicino all’originale da far pensare a un’attribuzione relativa proprio alle fornaci di Faenza.
Il secondo si concentra invece su una collezione di figure di Meissen, di altre manifatture tedesche e di alcune italiane, accomunate da un’estetica decorativa particolarmente marcata. Partendo dalla manifattura di Meissen, troviamo una serie di modelli di grande interesse come il gruppo (stima 2.6-2.8 mila euro) di J. J. Kaendler e databile al 1745, raffigurante il cosiddetto “Amante impetuoso”. O come la coppia di vasi (lotto n. 160, 3.000 – 4.000), sempre dello stesso modellatore, della metà del Settecento, montati su bronzi marcati con la C coronata. Un dato che permette di ipotizzare una provenienza dalle collezioni dei Borboni di Parma.
E ancora, sempre dalla manifattura sassone, i gruppi appartenenti a una nota serie allegorica dei Sensi (stima 3-4 mila euro), databile al 1760 circa; il gruppo di Frankenthal del 1785 circa (stima 1.5-2 mila euro); una scena di genere in una quinta architettonica (stima 8-12 mila euro). Al nucleo tedesco si affianca quello delle porcellane italiane, dove spicca la figura allegorica dell’Inverno datata 1779 che qui si attribuisce alla manifattura Antonibon delle Nove di Bassano (stima 1.8-2 mila euro). Ma anche la serie di gruppi di Doccia a soggetto bucolico o allegorico (stima 800-1.2 mila euro ciascuno).
Terzo capitolo dedicato a produzioni perlopiù italiane, datate dalla metà del XIX al XX secolo. Provenienti da una unica collezione, queste spiccano per l’eterogenea gamma di motivi impressi e per la qualità con cui sono stati realizzati. A partire dal busto di bimbo addormentato di Pietro Melandri (stima 500-800 euro) databile al 1919-1920; passando al vaso con allegorie e motti inscritti del 1921 ed attribuibile ad una fornace romana (stima 700-900 euro), di un fascino fortemente evocativo; per finire col piatto da parata araldico decorato con la veduta della baia di Napoli datato 1882 (stima 400-600 euro).