Settimo episodio della rubrica realizzata da BIPART Studio Legale che ci porta a conoscere alcuni importanti galleristi italiani sotto un profilo decisamente più personale: sulla falsariga del questionario a cui rispose Marcel Proust, e dal quale prese il nome, scopriamo gusti e aspirazioni dei nostri interlocutori. Oggi a rispondere alle nostre domande è Antonio Tucci Russo, a capo dell’omonima galleria di Torre Pellice
Galleria Tucci Russo
Come ha scelto il nome della sua galleria (e cosa vuole esprimere con tale denominazione)?
La galleria nella sua identità è legata al suo fondatore che imprime la propria immagine alla sua creatura per cui, spesso, il nome e cognome del gallerista la identificano e ne indicano il carattere e il percorso, da cui Galleria Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, ma sottolineo che sin dai primi anni mia moglie Lisa mi ha affiancato.
Qual è il motto della sua galleria?
Più che motto direi che il fine della nostra galleria è di evidenziare, mostra dopo mostra, il percorso creativo dell’artista nel tempo permettendo, per quanto possibile, una lettura dell’opera il più vicino possibile al suo pensiero.
Si sceglie prima l’artista o il tema? Qual è il filo rosso che lega le vostre scelte?
Storicamente negli anni Sessanta e Settanta l’installazione era la prima forza motrice che ha caratterizzato le nostre prime mostre e che si è tradotta negli anni Ottanta in una particolare attenzione verso la scultura. Le scelte sono state determinate da un clima culturale che sentivamo vicino.
Qual è la qualità che apprezza di più in un artista?
La coerenza nelle proprie ossessioni, coerenza che rende riconoscibile la sua opera nel panorama dell’arte.
Qual è la qualità che apprezza di più in un’opera?
La capacità di comunicare e portarci a pensare in modo più libero e ampio.
Ha una istituzione/galleria di riferimento (e se sì quale)?
Nutro una profonda stima per la Galleria Konrad Fischer di Düsseldorf, galleria con una straordinaria qualità e storia espositiva.
In quale ambito la sua galleria può migliorare?
Non ho una risposta precisa a questa domanda dopo quasi 50 anni di attività. Come galleria cerchiamo di mantenere un equilibrio tra l’aspetto culturale e quello mercantile, di creare un’immagine di fiducia. Questa è una costante a cui dobbiamo ogni giorno prestare attenzione.
Qual è l’aspetto che le piace maggiormente della sua professione e che le dà maggior soddisfazione?
Lavorare con gli artisti e partecipare ai loro progetti. È un po’ come entrare nei loro giardini segreti e carpire quegli elementi che migliorano la nostra visione del mondo.
Ha, o vorrebbe avere, una galleria anche all’estero (e se sì perché)?
No, non abbiamo mai avuto questo desiderio. Abbiamo sempre pensato che il farlo si sarebbe tradotto in una perdita d’identità e in una dispersione di energie.
Come pensa che si evolverà il mondo dell’arte e la sua fruizione (anche in relazione alle nuove tecnologie, alla blockchain e al metaverso)?
Il futuro dell’arte è nelle mani degli artisti. Saranno loro ad avere la capacità di condividere passato, presente e futuro con nuove proiezioni tenendo sempre conto della grande storia dell’arte.
Arte e diritto: tutela o vincolo (anche alla luce dell’applicazione del diritto di seguito e del diritto di produzione dell’opera riservati agli artisti)?
Ciò che tutela qualcuno vincola di conseguenza l’altro. Nello specifico, lavorando direttamente con gli artisti, c’è una collaborazione nel realizzare e presentare opere e progetti. Questa collaborazione è stata anche da alcuni anni riconosciuta svincolando le gallerie del primario da alcuni obblighi che non competevano loro.
Le risposte di Antonio Tucci Russo di Galleria Tucci Russo sono state raccolte da Gilberto Cavagna e Rachele Borghi Guglielmi di BIPART Studio Legale.