Dipinti a olio e opere su carta, di grandi e piccole dimensioni, smascherano con ironia le false verità a cui gli uomini si affidano nel corso della propria vita. A cura di Alberto Salvadori e fino al 22 aprile 2023, Fondazione ICA Milano presenta la prima personale in Europa di Nathlie Provosty, con un corpus di lavori inediti (realizzati tra il 2017 e il 2023) insieme alle opere più conosciute dell’artista, grazie alla collaborazione di APalazzo Gallery di Brescia.
Concettuale e geometrica, la pittura di Nathlie Provosty (Cincinnati, USA, 1981) attinge dalla storia dell’arte (Lo Savio, Barnet Newmann, Helen Frankenthaler) con fare fintamente naïf per decostruire le false percezioni dell’essere umano nei confronti della realtà. A patto che ne esista un’unica e univoca, questa è indagata con consapevole ironia nelle pieghe quotidiane del tempo, dello spazio, dell’amore, dell’erotismo. Alla conoscenza ambigua del mondo Provosty risponde con una pittura altrettanto ambigua: fintamente bidimensionale, affianca scale monocromatiche di colore a profondità di campo che giocano con finiture opache e lucide. Queste ne sospendono il corso, cristallizzando il momento di riflessione che suggerisce lo smascheramento del tutto. Immagini e idee, sogni appena abbozzati nei disegni a inchiostro e nelle tele di grande formato, forme alchemiche e paesaggi accennati rincorrono e nascondono gli indizi lasciati dall’artista. Il punto di partenza di What a fool ever to be tricked into seriousness è il testo di William Carlos Williams (1883-1963), medico e poeta americano che fa dell’ironia disillusa uno strumento di difesa contro gli inganni dell’esistenza: “Dopo trent’anni trascorsi concentrandosi sulla veridicità di una frase, scoprì che era vero anche il suo esatto contrario. Rise per settimane, in preda a una spietata autoironia. Perduta la falsità a cui si era ancorato, si rotolò ubriaco nell’ambiente in cui giaceva prima che la nuova rotta cominciasse ad affacciarsi alla sua mente disturbata. Che follia, farsi raggirare dalla serietà“. La percezione di Provosty si fa varco di interpretazioni altrui, ogni forma, ogni linea, ogni segno conduce a rivelazioni che assumono, filtrate da sguardi differenti, percezioni altrettanto differenti. Si costruisce così un gioco di riconoscimenti, scandito da avvicinamenti e allontanamenti dalla pratica dell’artista, nessuna verità da cercare, nessuna lettura proposta, il messaggio non è chiaro. L’interrogazione è costante, la porta d’accesso socchiusa, vi si accede solamente spogliandosi di ogni verità. Che follia farsi raggirare dalla serietà.
Nathlie Provosty
What a fool ever to be tricked into seriousness
a cura di Alberto Salvadori
24.03 – 22.04
ICA Milano