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Iran, prima e dopo la rivoluzione: Walter Niedermayr a tu per tu con i fasti della Persia e l’architettura contemporanea

Walter Niedermayr
Walter Niedermayr

La nuova sede di Ersel in Via Caradosso a Milano presenta “Iran, prima e dopo la rivoluzione”, mostra dedicata alle opere di Walter Niedermayr, a cura di Chiara Massimello, realizzata in collaborazione con Ncontemporary Milano, fino al 30 aprile.

Walter Niedermayr per questo progetto parte dallo studio del paesaggio urbano moderno, sorto in Iran dopo la rivoluzione islamica del ‘79, per lo più influenzato dall’architettura occidentale. In questo contesto, a Niedermayr interessa realizzare un confronto fra le città di stampo moderno e quelli che sono considerati i luoghi che testimoniano la lunga storia culturale della Persia di un tempo. La domanda che l’artista si pone è: «La grande cultura del passato ha lasciato tracce nel Paese, nell’architettura contemporanea? Se sì, in che modo? Ed è in grado di creare dei punti di contatto e di confronto nel drammatico dibattito culturale che agita la società iraniana di oggi?».

Walter Niedermayr

Anche in arte è impossibile parlare di Iran senza confrontarsi con il suo grande passato e senza riferire al suo drammatico presente. Guardando oggi quella terra e quel popolo, le parole che vengono in mente sono desiderio di libertà e voglia di cambiamento, ma la situazione è molto complessa, di non rapida soluzione. Teheran è sopravvissuta, solo nell’ultimo secolo, a rivoluzioni e colpi di Stato, cambi di potere, attentati politici e occupazioni. Contemporaneamente però la vita ha continuato, almeno in parte, il suo corso: la città cresce, si modernizza e si espande lentamente sui territori limitrofi.

Nelle sequenze di Walter Niedermayr, la bellezza dei luoghi e delle antichità si alterna al paesaggio contemporaneo e alla nuova urbanizzazione anonima. Una modernità, un Occidente di facciata, una quinta precaria che nasconde i diritti violati di donne e uomini in nome di una tradizione stravolta e tradita. Le opere riflettono l’ambivalenza tra paesaggio naturale e paesaggio artificiale e la luce chiara del cielo ne sottolinea ulteriormente il contrasto. Una sorta di irrealtà pervade le immagini silenziose. L’atmosfera è sospesa, il silenzio imposto. Affascina un senso di nostalgia legato alla storia e alla gloria leggendaria dell’Oriente, mentre la nuova architettura che invade senza chiedere il permesso ci obbliga a riflettere sul difficile presente.

Luogo: Spazio espositivo ERSEL – Via Caradosso, 16 – 20123 Milano – www.ersel.it
Date: dal 30 marzo al 30 aprile 2023
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 18
Ingresso libero

Apertura straordinaria in occasione di MIART: 13/15 aprile, ore 11-19

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