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Rovine antiche e radici contemporanee: Eva Jospin interpreta i luoghi e lo spirito di Ruinart

Eva Jospin, Forest (2022). Photo Laure Vasconi Eva Jospin, Forest (2022). Photo Laure Vasconi
Eva Jospin, Forest (2022). Photo Laure Vasconi
Eva Jospin, Forest (2022). Photo Laure Vasconi
Ogni anno RuinartCarte Blanche a un artista contemporaneo affinché traduca visivamente la storia e la cultura di quella che è la più antica Maison de Champagne al mondo. Nel 2023 è Eva Jospin, artista francese abile nella lavorazione del cartone. Ora le opere della serie Promenade(s) saranno esposte in occasione delle più prestigiose fiere d’arte internazionali.

Eva Jospin utilizza un materiale insolito per un artista: il cartone. Ciò che solitamente viene impiegato come un contenitore, in questa occasione diviene il contenuto, il protagonista della scena. D’altra parte però, una volta elevato ad opere d’arte, il lavoro stesso, per parole dell’artista, ambisce più ad essere contenitore che contenuto. “Con le mie opere non racconto una storia. Creo un mondo in cui la storia si svolge e si anima” spiega Jospin. E nel caso della sua collaborazione Carte Blanche, il mondo è quello dei fitti vitigni dello Champagne, oppure quello delle vecchie cave in gesso convertite in cantine. Le storie, invece, sono quelle della più antica Maison de Champagne al mondo.

Fondata nel 1729, Ruinart racconta di un know how impareggiabile in fatto di vino. Ma anche tante vicende diverse, come la concessione del titolo nobiliare alla famiglia Ruinart da parte di Carlo X, Re di Francia. Oppure i numerosi intrecci con il mondo artistico, che iniziano nel 1896 quando la maison chiese all’artista ceco Alphonse Mucha di realizzare un manifesto pubblicitario che all’epoca suscitò grande scalpore. Da allora, Ruinart ha incaricato numerosi artisti, designer e menti creative di realizzare la propria visione della Maison, rendendola sempre contemporanea. Da Patricia Urquiola a Maarten Baas, da Hubert Le Gall a Jaume Plensa, da Liu Bolin a Vik Muniz, da David Shrigley a Jeppe Hein. E quest’anno, appunto, Eva Jospin.

Eva Jospin, Chef d’Oeuvre #5 Crayère (2022), part of “PROMENADE(S).” Photo: Flavien Prioreau. Courtesy of Maison Ruinart.
Eva Jospin, Chef d’Oeuvre #5 Crayère (2022), part of “PROMENADE(S).” Photo: Flavien Prioreau. Courtesy of Maison Ruinart.

L’artista francese è conosciuta principalmente per le sue sculture di cartone su larga scala e per essere la figlia dell’ex primo ministro francese, Lionel Jospin. La sua visione di Ruinart, dopo una residenza tra i vitigni e le strutture della maison, si è concretizzata in una serie di opere che prendono il nome di Promenade(s). Una passeggiata attraverso una serie di opere (disegni, sculture e ricami) con cui Eva invita ciascuno di noi a immergersi nella natura e nel paesaggio francese, sede di una narrazione misteriosa in cui si intrecciano i cicli della storia e delle piante, della vita e della creazione artistica.

Ogni lavoro è immerso in un’atmosfera antica e misteriosa, fatta di fitte foreste e rovine architettoniche, archi coperti dalla vegetazione e grotte umide e ombrose. Per quanto intrisi di un fascino antico e decadente, tali scenari paino avulsi da qualsiasi tempo o contesto preciso, se non appunto quello di Ruinart. Ma anche qui, a emergere, è il mondo nascosto delle radici, del sottosuolo, delle dinamiche naturali che si fanno ecosistema. Ed ecco che la questione, improvvisamente, vira verso il contemporaneo, con le preoccupazioni per il clima e la biodiversità che diventano il vero messaggio del lavoro di Jospin.

In particolare, l’opera chiave della serie è probabilmente Carmontelle, che non a caso apre la mostra di Jospin nella tappa milanese di miart. Si tratta di un meccanismo di epoca illuminista, che prende il nome dal suo inventore Louis Carrogis. Un rotolo sul quale scorre il campionario di immagini che l’artista ha creato immergendosi nel mondo di Ruinart, qui restituite ammantato di fantastico. Immagini che poi si ripresentano, sotto forma di ricamo o di scultura, lungo il resto della promenade.

Eva Jospin, Carmontelle (2022). Photo: Benoit Fougeirol. Courtesy of Maison Ruinart.
Eva Jospin, Carmontelle (2022). Photo: Benoit Fougeirol. Courtesy of Maison Ruinart

A impressionare, soprattutto, le sculture realizzate mediante la sovrapposizione di diversi strati di cartone. “Tanta progettazione“, sottolinea Jospin, “ma non uso stampanti 3D o soluzioni di questo tipo“. L’artista taglia, spiana, fora e lacera. Dà forma a luoghi che per ampiezza immaginifica potrebbe intercettare il mondo fantasy di Tolkien o le Città Invisibili di Calvino.

In tal senso spiccano le riproduzioni dei boschi intorno alle Montagne de Reims, ma soprattutto quelle delle crayères. Ovvero le antiche cave di gesso, ora trasformate nelle cantine dove vengono affinate le bottiglie di Maison Ruinart. Si tratta di luoghi stratificati, nel tempo e nella conformazione geologica della terra, proprio come le laminazioni del cartone. In questo carattere laminato si esaltano i paesaggi di Eva Jospin che, in questa occasione, non si è tuttavia limitata all’uso del cartone, allargando lo spettro dei materiali al filato di seta e alla china per meglio rendere la complessità paesaggistica della regione.

Produzione che Ruinart, per tutto l’anno, porterà in mostre in tutte le più prestigiose fiere internazionali. Da miart a Frieze, e soprattutto Art Basel. A Hong Kong, a Basilea, a Miami e anche nella nuovissima Paris + par Art Basel.

Eva Jospin. Photo Laure Vasconi
Eva Jospin. Photo Laure Vasconi

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