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Francesca Ragazzi, Head of Editorial Content di Vogue Italia, ci racconta “The Vogue Closet”

The Vogue Closet, 2023, installation view: The Icon's Wardrobe, Ph. Enrico Luoni
The Vogue Closet, 2023, installation view: The Icon’s Wardrobe, Ph. Enrico Luoni

“The Vogue Closet” trasforma la sede di una delle redazioni maggiormente presenti all’immaginario collettivo in un luogo onirico grazie al lavoro dell’interior designer Sara Ricciardi. Un allestimento che è coronamento (e delizia per gli scatti fotografici) di un’iniziativa dalle molte sfaccettature: partendo dalla storia, dall’aura e dall’identità di Vogue ItaliaThe Vogue Closet” racconta e rafforza il legame della rivista con il tempo presente e con la community che raccoglie attorno a sé, attraverso la nutrita serie di talk che si svolgono nel pieno della design week milanese.

Francesca Ragazzi, Head of Editorial Content di Vogue Italia, nell’intervista qui sotto ci ha raccontato “The Vogue Closet”, svelandoci aspetti che sfuggono a un primo sguardo.

Silvia Conta: Come sono nati il progetto “The Vogue Closet” e l’idea di aprire la sede della redazione al pubblico della Milano Design Week? 

Francesca Ragazzi: «La sede della redazione è già stata aperta in passato, non è una pratica nuova per Vogue Italia, a essere differente è il taglio, il fatto che l’apertura avvenga attraverso una serie di installazioni il cui punto di partenza è l’armadio di Vogue, elemento d’unione tra l’essenza della nostra rivista e quella del Salone del Mobile, che presenta oggetti di design.

L’armadio all’apparenza è solo un contenitore, ma nel caso di Vogue si tratta di molto di più: è un mondo magico che apre le porte su mille scenari, anche trasformativi rispetto alla propria identità, alla propria immagine, è un luogo inclusivo di sperimentazione, dove tutti possono essere se stessi e cambiare personalità.
Questa è la pratica che portiamo avanti ogni giorno: a Vogue, infatti, prepariamo i guardaroba per le donne di cui andiamo fieri e le vestiamo per le nostre copertine, per i nostri servizi di moda e questo non sarebbe possibile se non partendo proprio dallo studio del guardaroba per ogni servizio».

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The Vogue Closet, 2023, insitallation view:

SC: Come è stato ideato il percorso espositivo e come sono selezionati i materiali presentati? 

FR: «Dietro il progetto espositivo c’è l’interior designer Sara Ricciardi che abbiamo scelto come alleata visionaria di questa avventura, lei si è ispirata alle Cronache di Narnia, l’armadio diventa così una porta su mondi onirici sempre diversi. Il percorso è pensato per essere molto emozionale, armadio dopo armadio, anta dopo anta, il pubblico scopre il mondo di Vogue a partire dai suoi valori. C’è – per citare solo alcune sale – l’armadio più classico dove nascono i nostri servizi fotografici, per noi quasi uno strumento di lavoro; c’è l’area dedicata alla community di Vogue Italia, che racconta la rivista come spazio di costante dialogo, pensiero, narrazione delle storie più belle; c’è la sala del mondo beauty, inteso come benessere, stare bene con se stessi, che celebra l’unicità di ogni persona.

Non poteva, inoltre, mancare un tributo alla lunga storia di Vogue, che va in stampa da 130 anni e in Italia da quasi 60 (che festeggeremo l’anno prossimo): parlare della sua storia significa parlare della storia della mostra e in “The Vogue Closet” lo abbiamo fatto attraverso la collezione di moda della giornalista Anna Piaggi, che ha lavorato qui dal 1988 al 2012, anno della sua scomparsa. Lei è stata la fashion editor per eccellenza: indossava il proprio guardaroba facendo esercizi di stile su se stessa ogni giorno con i suoi look.
C’è anche uno spazio dedicato all’arte, che ospita il progetto Valentino Sleeping Stock per il quale la maison Valentino ha donato ottanta metri di tessuti “dormienti” che sono stati rielaborati da tre artisti. In questa sala la tematica centrale è il riuso.
Nell’ottica di creare un evento con un approccio sostenibile, quando l’allestimento sarà smantellato nulla andrà sprecato, perché tutti i materiali andranno alla startup milanese “Non Si Butta Via Niente” per essere riutilizzati».

The Vogue Closet, 2023, insitallation view: The Dreamy Talk Room, Ph. Enrico Luoni

SC: “The Vigue Closet” è stato aperto al pubblico pochi giorni fa. Che riscontro state ricevendo?  

FR: «C’è una grandissima affluenza, con una notevole presenza di pubblico molto giovane. Per un brand iconico e storico come Vogue constatare il rinnovato interesse delle nuove generazioni è molto significativo. Aprire le porte degli uffici in cui i nostri editor tutti i giorni lavorano per produrre le nostre storie e osservare così tanto interesse da parte del pubblico ci dà la conferma che dobbiamo continuare a raccontare queste storie, avvicinarci sempre di più ai lettori e non essere una torre d’avorio irraggiungibile».

SC: Del progetto “The Vogue Closet” fa parte anche una serie di talk, quali sono i principali filoni tematici che avete scelto per il pubblico della Milano Design Week? 

FR: «Abbiamo creato un palinsesto ricchissimo: ci sono talk dedicati alla diversityall’inclusion e al tema dell’identità personale, appuntamenti che esplorano il mondo del gioiello contemporaneo legato a pratiche di sostenibilità, altri ancora al riuso creativo e sostenibile dei tessuti.
Avremo anche numerosi ospiti, ad esempio ci sarà tutto il team della discoteca Plastic di Milano che racconterà il proprio guardaroba in riferimento all’abbigliamento come forma di espressione, in particolare nel mondo della notte.
Ci sarà, inoltre, un talk con il nipote di Anna Piaggi, che narrerà la storia di questa icona assieme ad Anna Dello Russo, che in qualche modo ne è stata collega. L’elenco potrebbe essere ancora lungo, gli spunti sono molto numerosi, tutti collegati alla storia che abbiamo voluto raccontare nel percorso espositivo di “The Vogue Closet”.
Tutti i talk, inoltre, vengono registrati, diventeranno dei podcast della serie Inside Vogue (che potete trovare qui e su Spotify), che andranno ad arricchire la documentazione su questo evento, assieme a video e riprese flying drone degli spazi e del percorso espositivo».  

The Vogue Closet, 2023, installation view: The Icon’s Wardrobe, Ph. Enrico Luoni

SC: Che cosa immaginate per il futuro di “The Vogue Closet”? 

FR: «Finché ci sarà Vogue ci sarà anche “The Vogue Closet”, perché è il vero punto di partenza di tutto il nostro lavoro, è quasi un manifesto per noi.
A livello pratico non escludiamo la possibilità di una nuova edizione il prossimo anno e credo che la sua evoluzione naturale sarà la tendenza a renderlo sempre più shoppable. Già quest’anno, ad esempio, una serie di QR Code all’interno del percorso espositivo rimanda alla possibilità di acquistare i capi esposti, perché fanno tutti parte di collezioni attualmente nei negozi. Si tratta di un ulteriore tassello del nostro sforzo di essere sempre più presenti per il consumatore.

Vorremo che “The Vogue Closet” diventasse un luogo e una piattaforma dove possano incontrarsi cultura, esperienza, scambio e shopping. In questo senso la Design Week è un contesto perfetto, che ci permette di essere vicini alla gente e a ciò che accade in città in questi giorni. Allo stesso tempo lavoriamo anche alla fruibilità a distanza attraverso la documentazione a cui accennavo poco sopra, che va nella direzione di voler essere sempre meno “milanocentrici”: il cuore della redazione è fisicamente a Milano, ma “The Vogue Closet” è uno spazio per tutti, ovunque».

“The Vogue Closet” accoglie il pubblico della Milano Design Week nella storica sede di Vogue Italia, in Piazza Cadorna 5, a Milano, fino al 21 aprile. Per accadere al percorso espositivo e per partecipare ai talk è necessaria la registrazione – gratuita – tramite Eventbrite. 

The Vogue Closet, 2023, installation view: The Icon’s Wardrobe, Ph. Enrico Luoni

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