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We Love Science. L’iter di una mostra iper-sperimentale che parte da Cracovia

Irene Fenara, Supervision, 2022, stampa a getto d’inchiostro su carta baritata, 113×150 cm, ph.credits Roberto Marossi
In occasione della Giornata della Ricerca Italiana del Mondo, l’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia lancia una rassegna in cui arte e scienza si intrecciano indissolubilmente

Otto giovani artisti, otto opere d’arte contemporanea per uno storytelling visivo su ciò che accade in altrettanti centri di ricerca scientifica italiani. Si tratta di “We Love Science”, un progetto di mostra itinerante indetto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e a cura di Ludovico Pratesi e Marco Bassan, founder di Spazio Taverna a Roma.
Inaugurata presso l’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia la rassegna – visitabile nella città polacca fino al 4 maggio – sarà esposta in seguito a Varsavia e a Pristina per poi proseguire il proprio tour internazionale con il sostegno della rete di Ambasciate, Consolati e Istituti Italiani di Cultura.
Gli artisti Serena Vestrucci, Margherita Raso, Davide Stucchi, Jonathan Vivacqua, Irene Fenara, Giulio Bensasson, Antonio La Guardia e Ruth Beraha, hanno partecipato con l’obiettivo comune di scandagliare ed immergersi nel complesso rapporto che lega sensibilità artistica e sperimentazione tecnologica: uno dei temi culturali centrali nel panorama mondiale.
I centri di ricerca coinvolti, con aree di competenza scientifica differenziate, hanno permesso una collaborazione produttiva e risultati spesso inaspettati. Si va dall’Osservatorio Astronomico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica delle Canarie all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia del Vesuvio. Dall’Elettra-Sincrotrone di Trieste all’Istituto Nazionale Studi Esperienze Architettura Navale di Roma. E ancora, dalla Miniera di Sos Enattos in Sardegna ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso, fino all’Istituto Nazionale di Astrofisica di Cagliari e l’Agenzia Spaziale Italiana di Matera.
Il confronto e la contaminazione tra le prospettive di scienziati, ingegneri e artisti è direttamente verificabile nel percorso di “We Love Science”: forme e contenuti di ogni singola opera d’arte sono portatrici e testimoni dello scambio avvenuto durante il periodo di residenza artistica.
Quadri, fotografie, installazioni e contenuti audiovisivi ispirati all’attività dei laboratori, compongono l’iter della collettiva in tournée. Le tecniche diversificate e le personali interpretazioni di ogni artista raccontano dell’umana vocazione per l’esperimento, della costante tensione verso l’innovazione. Movimenti del corpo e della psiche in continua evoluzione tra metodo e suggestione, osservazione e immaginazione sono traslati in opere d’arte, che si fanno così dispositivi offerti per uno sguardo nuovo sulla realtà.

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