Al Ministero della Cultura di Roma è stato presentato oggi, 27 aprile, il Padiglione Italia, “SPAZIALE: Ognuno appartiene a tutti gli altri,” per la 18° Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia che si svolgerà dal 20 maggio al 26 novembre 2023. A cura dell’architetta e scrittrice Lesley Lokko, la Biennale d’Architettura 2023 vuole nutrire l’immaginazione di un futuro più equo, sulla spinta dell’ottimismo, da qui il titolo “Il Laboratorio del Futuro”. Un laboratorio che trova sede nella Biennale ma anche nel continente più giovane del mondo, l’Africa, dove si concentrano le criticità sociali e ambientali comuni a tutto il pianeta. «La visione di una società moderna, diversificata e inclusiva è seducente e persuasiva, ma finché rimane un’immagine, resta solo un miraggio. È necessario qualcosa di più di una rappresentazione e gli architetti, storicamente, sono attori chiave nel tradurre le immagini in realtà». Così ha dichiarato Lesley Lokko. È in questo contesto che si inserisce il giovane collettivo Fosbury Architecture, curatore del Padiglione Italia.
Presso la sede del Ministero della Cultura a Roma, con la presenza del Ministro Gennaro Sangiuliano, la dirigente della Direzione Generale Creatività Contemporanea Maria Vittoria Marini Clarelli ha introdotto il lavoro di Fosbury Architecture per il Padiglione Italia della 18° Biennale Architettura. Curatela condivisa, giovane età e processualità invece che ricognizione: queste le novità principali del Padiglione Italia raccontate dalla Dirigente. Nel progetto del collettivo d’architetti lo spazio è costituito da una rete di rapporti che riguardano temi come corpo, paesaggio, geografia fisica e politica. Si tratta di una progettualità partecipativa e condivisa, forte di della dimensione temporale del futuro.
Quello pensato da Fosbury Architecture è un Padiglione espanso. Il clima critico che investe ogni settore, da quello energetico a quello geopolitico a quello ambientale, investe ovviamente anche l’architettura. Sono proprio gli architetti e le loro pratiche che possono dare forma a nuove politiche spaziali. Parliamo quindi di “spazialisti”, libera traduzione che deriva dall’espressione “critical spatial practices” della storica dell’architettura Jane Rendell. Architetti, spazialisti: lo spazio costruito non è più un fine ultimo ma territorio di possibilità. Superato il formato della mostra enciclopedica, con “SPAZIALE: Ognuno appartiene a tutti gli altri” le risorse economiche del Padiglione Italia si convertono in un investimento per il futuro, innescando nuovi processi e potenziando progetti già esistenti.
Un padiglione spaziale, un investimento per il futuro
I curatori si fanno facilitatori e promotori di nove pratiche spaziali, nove progetti site-specific selezionati secondo i criteri di ricerca, attitudine progettuale e relazione col territorio. Gli ideatori – età media 33 anni – protagonisti del Padiglione Italia: Post Disaster, BB (Fabrizio Ballabio, Alessandro Bava), Giuditta Vendrame, HPO, Parasite 2.0, Lemonot, Studio Ossidiana, Orizzontale, (ab)Normal insieme a Captcha Architecture. «Nove progetti per nuova geografia inedita italiana, un vero e proprio laboratorio del futuro» spiega Giacomo Ardesio di Fosbury Architecture, sulla linea di Lesley Lokko, come ha notato, in videocollegamento alla presentazione di oggi, il Presidente de La Biennale di Venezia Roberto Cicutto.
Ad affiancare i nove gruppi multidisciplinari coinvolti nel Padiglione Italia, altrettanti rappresentanti dell’industria culturale come Silvia Calderoni e Ilenia Caleo, Terraforma Festival, Elia Fornari, Emilio Vavarella. Si investiga su convivenza con il disastro, inclusione sociale, tutela del paesaggio, rigenerazione delle periferie, superamento del divario digitale, transizione alimentare, riconciliazione con l’ambiente, recupero del patrimonio incompiuto, coesistenza culturale. Ogni gruppo di lavoro si dedica a un tema ma soprattutto a un territorio specifico, altra grande novità di questo Padiglione Italia che non presenterà quindi progetti finiti ma nuovi inizi. I territori interessati: i territori di Taranto, della baia di Ieranto oasi naturalistica alle porte di Napoli, di Trieste, di Ripa Teatina in provincia di Chieti, della terraferma veneziana fra Mestre e Marghera, di Cabras in Sardegna, di Librino quartiere periferico di Catania, di Belmonte Calabro in provincia di Cosenza, della piana fra Prato e Pistoia.
«Sono molto felice di essere circondato da questi giovani architetti, di loro ho colto più di ogni altra cosa il fuoco negli occhi, una grande passione per quello che fanno, la passione è elemento fondamentale per innovare e creare». Così ha commentato Gennaro Sangiuliano su Fosbury Architecture, parlando di visionarietà con un ricordo della mostra impressionista che organizzarono in Italia all’inizio del Novecento Papini, Prezzolini e Soffici. Apprezzando il sottotitolo “Ognuno appartiene a tutti gli altri”, il Ministro ha ricordato come l’individuo manifesti sé stesso e allo stesso tempo l’identità collettiva: questo è l’essere comunità.
Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis), Main Sponsor del Padiglione Italia alla 18. Biennale Architettura, ha dichiarato «Siamo felici di sostenere il Padiglione Italia di questa nuova edizione della Biennale Architettura che si presenta con un progetto dei curatori che interessa anche luoghi diversi da Venezia, e si propaga nei territori a favore di una dimensione partecipativa dell’arte. Il sostegno all’ecosistema culturale è uno dei pilastri dell’impegno della Banca a favore dello sviluppo economico e sociale dei territori italiani».
Per la scelta del titolo due i principali riferimenti di Fosbury Architecture: Il mondo nuovo (1932) di Aldous Huxley (da cui viene citato il sottotitolo) e il Mondo novo (1791) del Tiepolo. È in quest’opera di fine XVIII secolo che il collettivo si rispecchia molto: un momento storico di crisi, ricco di stravolgimenti, i personaggi astanti e di spalle bloccano la visione dell’orizzonte e trasmettono inquietudine e frenesia. La fine di un’epoca, forse come ora. Da qui riparte il Padiglione Italia “SPAZIALE: Ognuno appartiene a tutti gli altri”, per la 18° Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, pensato da Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Veronica Caprino, Claudia Mainardi (Fosbury Architecture).