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Stravince il centrodestra. Chi sarà il nuovo Ministro della Cultura?

Giorgia Meloni, leader del centrodestra Giorgia Meloni, leader del centrodestra
Giorgia Meloni, leader del centrodestra
Giorgia Meloni, leader del centrodestra

Entro qualche settimana, ci sarà un nuovo Ministro della Cultura di area centrodestra. Tecnico? Politico? Ecco qualche rumor

Mentre scriviamo, mancano solo pochissimi collegi a dover definire i risultati elettorali. Ma il risultato complessivo è ormai chiaro, e dato da tutti come acquisito: il centrodestra vince di larga misura le elezioni politiche. Nell’attesa dell’ufficialità, ovviamente tutti restano sulle generali. E le prime energie si dedicheranno a riflettere su certe dinamiche interne alle coalizioni, che poi si rifletteranno sulle scelte del premier incaricato. Che secondo il sentire comune dovrebbe essere Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Naturale quindi che al momento gli interrogativi sui nomi che potrebbero essere coinvolti nella compagine di governo siano assai lontani, almeno nelle comunicazioni esterne.

Ma è comprensibile che l’opinione pubblica inizi a fare i propri vaticini. Che per noi, e per i lettori che ci seguono, riguardano particolarmente l’inquilino che entrerà al Ministero della Cultura. La prima considerazione deve per forza essere di carattere metodologico: il presidente incaricato sceglierà un politico? Oppure si orienterà su un tecnico? Sulla scia di questo interrogativo, cambiano ovviamente anche i nomi che entrano nei diversi totoministro. Nel primo caso, “politico”, molti osservatori indicano il nome di Federico Mollicone, responsabile del programma Cultura di Fratelli d’Italia. Che, non si dimentichi, sarà ormai certamente il partito di maggioranza relativa.

Politico o tecnico?

E Mollicone nelle dichiarazioni dei giorni scorsi si è per certi versi messo nel ruolo di candidato forte. Fornendo anche alcune indicazioni programmatiche ben precise. Come l’abbassamento dell’Iva al 4% per gli eventi culturali: “perché vale per l’editoria e non per la cultura?”, si domanda. E chi opera nel settore, sa bene quanto un provvedimento simile sarebbe necessario. Idee chiare anche sulla gestione dei beni culturali: “lo Stato mantiene la proprietà e la vigilanza del bene e dà la redditività anche ai privati”.

Nell’ipotesi di una scelta “tecnica”, i nomi circolati sono molti: in primis quello di Vittorio Sgarbi, che dopo la sconfitta nel collegio di Bologna sarà – obtorto collo – un tecnico. “Non credo ci sia nessuno meglio di me che possa difendere e valorizzare il patrimonio artistico italiano”, aveva dichiarato recentemente. “Sulla cultura la destra è stata sterilizzata, ma ora può tornare centrale: dovrà essere un ministero della coscienza ritrovata”. Altri nomi emersi? Deboli, anche se prestigiosi. Da quello di Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale di D’Annunzio, a Marcello Pera, Franco Cardini, Pietrangelo Buttafuoco.

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