“Julian Schnabel and Italy” apre il prossimo 2 maggio (fino al 17 giugno) nella galleria milanese Robilant+Voena
Nel 1977 uno sconosciuto pittore americano di nome Julian Schnabel viveva a Milano, vicino a piazza 24 Maggio. In un seminterrato dipinse alcuni quadri che, all’epoca, nessuno vide tranne Ruggiero Jannuzelli che era proprietario del seminterrato e che li comprò. Quasi cinquant’anni dopo, la mostra “Julian Schnabel and Italy“, -che apre il prossimo 2 maggio (fino al 17 giugno) nella galleria milanese Robilant+Voena in via Fontana 16 – rende omaggio al rapporto duraturo tra quello sconosciuto artista americano e il paese in cui ha dipinto in uno scantinato tanti anni fa.
L’esposizione si focalizza su come l’Italia abbia influenzato la sua creatività e come lui, a sua volta, abbia riflesso la ricca storia e cultura dell’Italia nella sua arte. Offrendo uno spaccato dell’importanza del Bel Paese per Schnabel in una carriera quarantennale, la mostra rivela come il filo rosso “Italia” si intrecci in molte delle sue opere più significative. “Julian Schnabel and Italy” si propone di raccontare questo legame, maturato nel tempo e frutto di innumerevoli viaggi, letture e conversazioni. L’artista ha incontrato, ricercato e analizzato alcuni dei principali tratti distintivi dell’Italia, esplorandone la geografia e indagandone la storia. L’Italia è stata per la sua arte un soggetto e allo stesso tempo ha fornito un palcoscenico per analisi che si spingono ben oltre.
Molto mostre dell’artista hanno avuto un punto di contatto con l’Italia: dalla sua prima Biennale di Venezia nel 1980 (con Anselm Kiefer, George Baselitz e Francesco Clemente) alla mostra alla Leo Castelli Gallery di New York l’anno successivo; dalla serie di quattro opere dedicate a Maria Callas realizzate nel 1982 a “Italian Paintings” nel 1988; dalla mostra “Estate. Julian Schnabel” del 2007 realizzata da Marco Voena e Gian Enzo Sperone a Palazzo Venezia a Roma e alla Rotonda della Besana a Milano, alla mostra del 2009 nella Sala Raffaello Causa del Museo di Capodimonte a Napoli, dai “Capri Paintings” iniziati nel 2008 e terminati nel 2015, alla mostra “Julian Schnabel: Permanently Becoming and the Architecture of Seeing” al Museo Correr di Venezia nel 2011.
Le opere in mostra
Il corpus di opere in mostra raccoglie alcuni dei principali cicli pittorici che hanno caratterizzato la produzione artistica di Julian Schnabel: “Number 3 (Self-Portrait of Caravaggio as Goliath, Michelangelo Merisi)” uno straordinario ‘plate painting’ che rende omaggio a Caravaggio; “Untitled (Barilla. What are you made of?)” realizzato nel 2009 in occasione del decennale dell’azienda parmigiana; “Ogni Angelo Ha Il Suo Lato Spavaventoso (Every Angel Has Its Scary Side)” una veduta di Capri, realizzata nel 2008; una serie di sette antiche mappe nautiche di Portofino, realizzate nel 2022. In queste opere, Schnabel aggiunge strati di pittura a ciascuna mappa, creando rappresentazioni dei pini marittimi originari di quel particolare tratto di costa italiana attraverso tratti pittorici ricchi ed espressivi.
«Usando un pennello densamente carico di vernice e attaccato all’estremità di un palo, Schnabel ha lavorato in un modo che ricorda Matisse nei suoi ultimi anni» spiegano dalla galleria. «La serie “Pini” riflette così la fisicità espressiva del grande artista che operò lungo il mar Ligure da Portofino a Nizza, oltre 70 anni prima. È proprio la serie dei Pini dedicata a Portofino ed esposta al Castello Brown nel 2022 a costituire il cuore della mostra. Da tempo immemorabile, sopra uno sperone roccioso chiamato Punta Carega di fronte alla baia di Portofino, si ergeva un pino marittimo dalla presenza imponente, stagliato contro il mare. Simbolo di resistenza e di struggente bellezza, è stato distrutto durante una terribile tempesta che ha devastato la costa ligure nel 2018. L’assenza di questo simbolo ha fatto nascere il desiderio, condiviso da Julian Schnabel, che l’artista realizzasse una scultura sulla piazza oltre la quale si erge lo scoglio di Punta Carega, a testimonianza della forza imperitura della natura: la mostra si propone di raccogliere i fondi necessari affinché Julian Schnabel possa realizzare questa grande opera pubblica».