Il Ponte divide la sua asta di arte moderna e contemporanea in due sessioni. Appuntamento a Milano per il 23 e 24 maggio 2023. Esposizione 19, 20, 21 maggio 2023 / Private viewing 16, 17, 18 maggio 2023.
Un secolo dura cent’anni, la sua arte molto di più. Soprattutto quanto si tratta del Novecento, il Secolo Breve che ha racchiuso tante manifestazioni artistiche come mai accaduto prima. Dai suoi albori cubo futuristi al ritorno alla razionalità, dall’Informale alle sperimentazioni pop secondo Dopoguerra. Prima, dopo e nel mezza una serie incalcolabile di sfumature, fenomeni maggiori e minori, contrazioni ed estensioni della più audace stagione creativa dell’umanità. Molte di queste trovano rappresentazione, nonché occasione d’acquisto, nell’asta di arte moderna e contemporanea de Il Ponte.
Si parte, come anticipato, dal primo Novecento. In particolare da quello italiano. Con la Bottiglie e tazza di Ardengo Soffici, natura morta dal carattere cubo futurista e la stima di 35-45 mila euro. Un’opera rara, poco vista in pubblico. Tutto il contrario della Danzatrice di Aroldo Bonzagni, che vanta un vasto curriculum espositivo e una stima di 35-50 mila euro. Da qui si entra pienamente nel periodo futurista. Velocità, intensità e slancio inarrestabile: caratteristiche tipiche del movimento che ritroviamo nelle opere all’incanto. Su tutte i Giocatori di calcio di Prampolini nel 1941 (stima 30-50 mila euro) e Ali italiane di Depero (stima 40-60 mila euro). Ma notevoli anche Il fuoco di Anselmo Bucci (stima 7-9 mila euro) e Forme Cosmiche di Tullio Crali (stima 4-6 mila euro).
Le forme della pittura si distendono nell’olio di Giorgio de Chirico Cavaliere sulla spiaggia (stima 50-60 mila euro). Il cui esempio viene seguito da Massimo Campigli (Ritratto di signora, stima 12-18 mila euro), Carlo Carrà (Paesaggio, stima 10-15 mila euro) e Filippo de Pisis (Natura morta, stima 10-15 mila euro).
Ma, come detto, il Novecento è un secolo imprevedibile. Così, appena recuperato la compostezza della figura, ecco che essa si disintegra definitivamente nella corrente informale. Il Ponte la racconta attraverso le opere di Henri Michaux, Toshimitsu Imai, Giuseppe Capogrossi, Piero Dorazio, Achille Perilli, Toti Scialoja, Mario Deluigi, Carla Accardi e la straordinaria superficie lunare di Giulio Turcato del 1969 (stima 25-35 mila euro), che apparteneva alla collezione di Emilio Scanavino.
Negli stessi anni, parallelamente, in Italia si generava una versione del tutto europea del pop proveniente dagli Stati Uniti. Lo interpretano Mario Schifano (Cielo per A, stima 20-30 mila euro) e Mimmo Rotella (Canforumianca, stima 10-15 mila euro). In ambito nazionale, ma slegati dalle istanze precedenti, anche un Salvo del 1996 (Una sera, stima 30-40 mila euro) e due Alighiero Boetti (Ordine e Disordine, stima 10-15 mila euro ognuno). Ancora più alta la stima per Studio di oggetti, capolavoro di Renato Guttuso del 1962, valutato 60-80 mila euro.
Sul fronte internazionale l’offerta è imponente, con opere di artisti come i Victor Vasarely, Christo, Hermann Nitsch, Roberto Matta, Manuel Mendive, Antonio Dias e Joan Mirò. Nutrito anche lo spazio dedicato alla scultura. A partire da un’opera di importanza storica del 1964 di Mario Ceroli, Asso di Fiori (stima 20-30 mila euro), per proseguire con Lucio Fontana e la terracotta smaltata Concetto spaziale del 1963-64 (stima 60-80 mila euro). Bella anche il bronzo di Marino Marini Piccolo cavalier del 1944 (stima 45-55 mila euro) e il marmo bianco di Igor Mitoraj Stella del 1981 (stima 60-80 mila euro). Da ultima, una splendida
ceramica smaltata policroma di Fausto Melotti del 1950-51 (stima 18-25 mila euro).