Al museo portoghese va in scena l’omaggio sensoriale dello scultore Rui Chafes al Maestro svizzero scomparso nel 1966
Alberto Giacometti era nato a Stampa, in Svizzera, nel 1901, e morì a Parigi nel 1966. In quello stesso anno nasceva a Lisbona Rui Chafes, uno dei maggiori scultori portoghesi. Per due volte – nel 1995 e nel 2004 – rappresentante del suo Paese alla Biennale di Venezia. Una coincidenza temporale casuale, ma che nasconde una profonda affinità spirituale e progettuale.
È questa che si propone di indagare la mostra Rui Chafes e Alberto Giacometti. Gris, Vide, Cris, appena inaugurata al Museo Calouste Gulbenkian di Lisbona. con 15 opere – 11 sculture e quattro disegni – dell’artista storicizzato e sette di Chafes, pressoché tutte concepite appositamente per questo progetto.
E nelle sale dello straordinario museo lusitano emerge la “venerazione” del giovane scultore per il Maestro. Che concepisce un particolarissimo allestimento destinato a ospitare 5 piccole sculture di Giacometti. Un buio cunicolo dove le opere possono essere osservate da strettissime feritoie, altre da un minuscolo foro nelle pareti, altre ancora da “riassemblare” visualmente attraverso decine di piccoli oculi.
“Un approccio unico all’opera di Giacometti, un’esperienza sensoriale in cui il silenzio e la solitudine vengono a dominare”, recita la nota della mostra, curata da Helena de Freitas e organizzata in collaborazione con la Fondation Giacometti di Parigi. Noi eravamo all’inaugurazione, ecco le immagini…