Nell’urgenza di rinnovare costantemente la promozione e l’interpretazione della creazione contemporanea odierna, il contesto artistico parigino si arricchisce di una nuova piattaforma. Fondato nel 2021 da Paul-Emmanuel Reiffers con lo scopo di promuovere i giovani artisti emergenti della scena artistica francese e la sua varietà e diversità culturale, il Reiffers Art Initiatives finanzia un premio annuale che si tiene ogni primavera.
Si tratta di una fondazione dalla vocazione filantropica e sostenibile, che punta a favorire il dialogo culturale ed esplorare nuovi orizzonti narrativi, artistici ed espositivi, supportando ogni anno una trentina di artisti e promuovendo il loro riconoscimento a livello internazionale. Il comitato artistico della fondazione vanta personalità di rilievo nel mondo dell’arte contemporanea: da Caroline Bourgeois, Emma Lavigne e Matthieu Humery, curatori della Pinault Collection, a Ludovic Delalande (curatore della Fondation Louis Vuitton) e Benjamin Millepied, insieme ad alcuni noti critici d’arte del contesto parigino e non.
In occasione della sua seconda edizione, la fondazione organizza una mostra temporanea (dal 12 maggio al 16 giugno 2023) all’interno del rinnovato Acacias Art Center, storico studio fotografico dove negli anni ‘60 hanno scattato personalità come Irving Penn o Peter Lindbergh e situato nel 17esimo arrondissement di Parigi, a due passi dall’Arco di Trionfo.
Un nuovo incubatore culturale dove poter ammirare il lavoro e le opere, spesso create appositamente al fine della partecipazione al premio, di cinque figure emergenti della scena contemporanea, tutte strettamente legate al contesto francese. L’edizione di quest’anno, tutta al femminile, ruota intorno ad una tematica che traduce e sintetizza alcune questioni estremamente attuali, che le artiste esplorano attraverso approcci personali, unici ed innovativi.
Miriem Bennani, Han Bing, Bianca Bondi, Binta Diaw e Ser Serpas, sono le finaliste del Reiffers Art Initiatives Prize 2023. Cinque personalità che traducono cinque modi di abitare, interpretare, comprendere ed esplorare il mondo attuale. Si tratta di giovani artiste le cui radici culturali toccano i cinque continenti e le cui pratiche variano dalla pittura al video, passando per la scultura e la tappezzeria, fino all’utilizzo del neon e di objets trouvés soggetti a reazioni chimiche ed erosi dal sale.
Il titolo della mostra, Infiltrées, è evocatore. Suggerisce infatti l’infiltrazione delle artiste e dei loro mondi nello spazio espositivo, ma anche l’intrecciarsi di nuove culture, riflessioni e materiali inusuali.
Miriem Bennani (1988), artista pluridisciplinare di origini marocchine, è conosciuta per un’interessante e distopica serie animata prodotta durante il lockdown del 2020 dal titolo 2 Lizards e presentata per il premio di Reiffers Art Initiatives. Basata a New York, il suo lavoro indaga il ruolo delle donne all’interno della società contemporanea ed è impegnato nel restituire questioni politiche e culturali in chiave ironica.
Han Bing (1986), nata a Shanghai e rappresentata dalla galleria Thaddaeus Ropac, l’artista cinese espone le sue tele ad olio e spray che spaziano dall’astrattismo al figurativismo in un’interessante dinamicità e spontaneità che trae ispirazione dal teatro, la danza e la letteratura. Le composizioni dei suoi dipinti evocano inoltre alcune composizioni effimere che l’artista incontra per le strade e di cui si appropria personalmente.
Bianca Bondi (1986), rappresentata dalla galleria mor charpentier di Parigi e già esposta alla Biennale di Lione nel 2019, l’artista sudafricana (che si autodefinisce “ecofemminista”) costruisce ecosistemi inediti attraverso elementi naturali, piante curative, oggetti usati e sale. Si tratta di veri e propri spazi meditativi che oscillano tra il terrestre e l’occulto e in cui l’artista scava e rievoca l’archeologia passata dei luoghi. Il visitatore si addentra in un nuovo mondo dove i sensi vengono sollecitati dall’uso di fragranze naturali, oggetti cristallizzati, fontane e piante vive che crescono dal sale.
Binta Diaw (1995), laureata all’Accademia di Belle arti di Brera a Milano e alla School of Art and Design di Grenoble, l’artista di origini senegalesi è rappresentata dalla galleria Cécile Fakhoury a Parigi e da ChertLüdde a Berlino. Concentrando la sua riflessione artistica sul femminismo, l’immigrazione e le questioni di genere, Binta Diaw esplora con sensibilità tradizioni, rituali, storie e voci di diverse culture. L’installazione presentata all’Acacias Art Center paragona la pratica di intreccio dei capelli delle donne africane, ad una foresta di mangrovie che crescono dalla terra e dall’acqua.
Ser Serpas (1995), rappresentata dalla gallerie Balice Hertling di Parigi e già esposta alla mostra “Ouverture” della Bourse de Commerce – Pinault Collection nel 2021, Ser Serpas è un’artista pluridisciplinare statunitense. Pittura, scultura, suono e poesia sono i media da lei utilizzati per creare installazioni trasversali che invadono gli spazi espositivi. Per il Reiffers Art Initiatives Prize, la giovanissima artista crea veri e propri “poemi astratti” che tentano di comprendere il nostro legame con l’ambiente e i nostri modi di appropriarsene.
Le diverse installazioni propongono una singolare interpretazione del mondo, che viene manipolato e riconfigurato dalle giovani artiste tanto esteticamente quanto concettualmente. L’arte riesce a penetrare negli spazi e nei muri del centro, a infiltrarsi in un luogo storico e nella città stessa, traducendo il desiderio di rivelazione e confronto dei giovani volti della creazione contemporanea, che la nuova piattaforma Reiffers Art Initiatives aiuta a realizzare.