L’appartamento sul mare di Henri Matisse a Nizza, in Francia, è in vendita per 2.69 milioni di dollari. Si tratta di luogo magico, dove l’artista ha vissuto l’ultimo ma prolifico periodo della sua vita.
Un sontuoso appartamento all’ultimo piano dell’edificio La Régina, situato nel quartiere Cimiez di Nizza, con affaccio mozzafiato sulla Costa Azzurra. Questo il luogo in cui Henri Matisse ha vissuto per circa 10 anni, dal 1938 in poi, gli ultimi della sua vita. “La maggior parte viene qui per la luce e la pittoresca bellezza (o scenario)”, scrisse Matisse nel 1952. “Vengo dal nord. I grandi riflessi colorati di gennaio, la luminosità del giorno sono ciò che mi ha convinto a stabilirmi qui”.
E non stentiamo a credergli guardando le immagini della casa che Côte d’Azur Sotheby’s International Realty ha diffuso per promuovere la vendita dell’edificio. Soffitti altissimi, un camino scolpito, bovindi che si gettano sul mare, la luce che inonda gli spazi. Matisse, a sua volta, lo aveva acquistato dopo vent’anni che frequentava Cimiez, passando da varie stanze e appartamenti in affitto. In precedenza un hotel, il pittore aveva infine trovato residenza ideale al Regina. Un luogo calmo dove dimenticare gli slanci dell’avanguardia e abbandonarsi al placido dipingere neoclassicista.
Calma crepuscolare che si è tradotta in sontuose nature morte, nudi e interni, ma soprattutto odalische. Tra i suoi dipinti più famosi di questa serie c’è Odalisque Couchée aux Magnolias, realizzato nel 1923 dopo un viaggio in Marocco e venduto da Christie’s New York nel 2018 per $ 80,8 milioni). Uno dei tanti lavori che Matisse realizzò in questi lenti anni della vecchiaia, che il pittore trascorse in una situazione di semi-invalidità a seguito di un intervento chirurgico all’addome.
Dunque l’appartamento di La Régina rappresenta veramente il luogo dove l’artista ha trascorso intensamente, e a lungo, gli ultimi anni della sua vita. Tra la luce, la calma e la pittura. Ma anche qualche ultima sperimentazione. Come il ritaglio e il collage, che Matisse sfruttava per creare composizioni dinamiche di forme organiche e geometriche. Chissà che ancora oggi, sotto qualche mobile, non riposi dimenticata una di queste.