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Munch? Artista “degenerato”. L’intricata storia di questo dipinto in asta a Londra

Edvard Munch, Summer Day or Embrace on the Beach (The Linde Frieze) (1904, foto Sotheby’s) Edvard Munch, Summer Day or Embrace on the Beach (The Linde Frieze) (1904, foto Sotheby’s)
Edvard Munch, Summer Day or Embrace on the Beach (The Linde Frieze) (1904, foto Sotheby’s)
Edvard Munch, Summer Day or Embrace on the Beach (The Linde Frieze) (1904, foto Sotheby’s)

Summer Day o Embrace on the Beach (The Linde Frieze), dipinto da Munch nel 1904, incluso nella storica mostra dell’”arte degenerata” organizzata dai nazisti nell’ottobre 1937

Andando a spulciare il catalogo dell’asta intersettoriale programmata da Sotheby’s a Londra il 25 marzo – dagli Old Masters al XXI secolo, l’abbiamo già anticipata – capita di incontrare storie incredibili, che arricchiscono le opere in vendita di un’aura speciale. È il caso dei due dipinti del genio norvegese Edvard Munch, provenienti dalla collezione degli eredi del mecenate norvegese dell’artista, Thomas Olsen. Di uno in particolare vale la pena di ripercorrere le vicissitudini, che tratteggiano un pezzo di storia dell’arte del Novecento.

Parliamo di Summer Day o Embrace on the Beach (The Linde Frieze), dipinto del 1904 stimato fra i 9 e i 12 milioni di sterline. Realizzato come parte di una commissione per una stanza nella casa del medico di Lubecca, Max Linde, il dipinto si pone sulla linea del Frieze of Life, iniziato da Munch nel 1890 di esposto alla Secessione di Berlino nel 1902. Acquisita nel 1931 dalla National galerie di Berlino, Embrace on the Beach risulta incluso nella storica mostra dell’”arte degenerata” organizzata dai nazisti nell’ottobre 1937, per poi passare nelle mani dell’alto ufficiale nazista Hermann Goering.

Scampato il rischio della distruzione, nel 1939 il dipinto fu venduto all’asta a Oslo con altre 45 opere dell’artista. Munch si appellò a uno dei suoi mecenati, l’armatore norvegese Thomas Olsen, che riacquistò le opere e le rimpatriò in Norvegia. Mettendole al sicuro nella residenza della sua famiglia nel distretto di Vaagaa. Nucleo poi ereditato dai figli del collezionista, i miliardari magnati delle spedizioni Fred e Peter Olsen. Quest’ultimo è stato il venditore di The Scream, acquistato nel 2012 per 120 milioni di dollari da Sotheby’s dal finanziere Leon Black.

L’altro Munch pronto a sfilare sotto il martello londinese di Sotheby’s è Self-Portrait with a Palette (1926). Una scena all’aperto dell’artista che tiene in mano un set di pennelli e una tavolozza. Esposto l’ultima volta nel 2015-16 nella mostra “Munch: Van Gogh” al Munch Museet di Oslo e al Van Gogh Museum di Amsterdam.

https://www.sothebys.com

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