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Eredità classica e anima africana: chi è Sahara Longe, giovane pittrice in ascesa

Sahara Longe, Party Scene Sahara Longe, Party Scene
Sahara Longe, Party Scene
Sahara Longe, Party Scene
La 29enne Sahara Longe (1994, Londra, Regno Unito) si prepara a consolidare la propria ascesa nel panorama artistico e nel collezionismo internazionale durante l’asta in programma da Christie’s London il 13 ottobre 2023, la 20th/21st Century: London Evening Sale.

L’opera in asta, la quinta di cinquantadue lotti di particolare eccellenza tra cui Future Sciences Versus the Man (1982) di Jean-Michel Basquiat e Dancing Ostriches From Walt Disney’s ‘Fantasia’ (1995) di Paula Rego, consiste in un dipinto a olio alto circa due metri della serie Party Scene (2021), stimato 40-60 mila sterline, che ha consacrato l’artista al grande pubblico. Solamente il giugno scorso, in concomitanza con la riapertura del National Portrait Gallery di Londra, Christie’s aveva messo all’asta un autoritratto di Longe, Self-Portrait (2021), con una stima di 40-60 mila sterline aggiudicandolo per 113,4 mila sterline; quasi il triplo della stima minima iniziale. Si è trattato di un debutto stellare per la giovane artista, soprattutto se si considera che appena quattro anni prima era possibile acquistare un suo lavoro da Deli Gallery a New York per un massimo di 20 mila dollari.

Nonostante le prestazioni d’asta considerevoli e l’aumento costante della domanda per i suoi lavori alle fiere d’arte, il successo di Longe non è stato istantaneo, bensì il risultato di un percorso costellato talvolta da incertezze e rifiuti. Dopo avere terminato i corsi all’Heathfield School nel Berkshire, l’artista si iscrive a un corso di Storia dell’Arte alla Bristol University, che però abbandona poco dopo realizzando di non essere portata per la scrittura di saggi critici. Un giorno – quasi per caso, ascoltando la conversazione di uno sconosciuto al bar – apprende dell’esistenza dell’Atelier di Charles Cecil di Firenze, scuola celebre per il programma accademico e l’insegnamento delle tecniche pittoriche. Decide così di trasferirsi in Italia nel 2015, dove trascorre quattro anni confrontandosi con i grandi modelli di Tiziano, Van Dyck, Rubens e Velazquez. Di loro studia le composizioni, il linguaggio e l’uso del colore, impara a mescolare i pigmenti con la linfa vitale degli alberi e a conferire lucentezza alla superficie. 

Sahara Longe, installation view in Timothy Taylor’s booth at Frieze London, 2022. Photo by Sebastiano Pelliano. Courtesy of Timothy Taylor, London_New York.

Una volta conclusa la scuola nel 2019, che molti altri studenti avevano lasciato a causa della sua rigidità, l’artista si reca in Sierra Leone, paese d’origine della sua famiglia, ritornando in Inghilterra poco prima dell’inizio della quarantena. Durante la pandemia comincia a scontrarsi con il proprio lavoro e con la padronanza della tecnica, oltre che con l’indifferenza delle gallerie a cui si rivolgeva per una rappresentazione. Arrivando al punto di domandarsi se non sia il caso di dedicarsi a qualcos’altro. I primi accenni di interesse arrivano dalla Ed Cross Fine Art di Londra nel 2021, con cui l’artista collabora per circa un anno e ottiene i primi riconoscimenti durante la nona edizione dell’1-54 Contemporary Art Fair a Londra.

La sua mostra personale non solo va sold out in poco tempo, ma guadagna il consenso della critica e della stampa, che definiscono Longe come una delle protagoniste della fiera. Apprezzamento confermato ancora l’anno successivo durante Frieze London, dove l’artista espone con la Timothy Tylor Gallery – con cui lavora tuttora – un booth personale che quasi subito fa il tutto esaurito. Comincia così a collezionare importanti commissioni, arrivando a essere selezionata nel 2022 da Re Carlo III d’Inghilterra per eseguire, insieme ad altri nove artisti, i ritratti dei membri pionieristici della Windrush Generation, che entreranno fare parte della Collezione Reale.

La formazione fiorentina, l’eredità classica e quella africana sono la principale chiave interpretativa dei lavori di Longe, in particolar modo dei primi dipinti dove le citazioni storico-artistiche si stratificano in un linguaggio formale che va oltre alla mera imitazione. Nelle tele come The Fall of Man (2020) e The Three Graces (2021), l’artista si appropria e reinterpreta i capolavori di Rubens sostituendo le figure bianche con persone nere. Così facendo Longe costruisce un vocabolario di personaggi con cui potersi interfacciare presentando un’immagine alternativa, priva tuttavia di quel principio critico intorno a cui gravita il lavoro di alcuni suoi colleghi postcoloniali e afro discendenti.

Sahara Longe, February 14th, 2022
Sahara Longe, February 14th, 2022

Infatti, Longe non è tanto interessata a compiere una revisione storica degli eventi oppure della storia dell’arte, quanto a creare una rappresentazione che consenta a lei stessa di potersi immedesimare e dialogare liberamente al di fuori dei canoni maschili europei occidentali. Il riferimento ai maestri non si limita esclusivamente all’iconografia, ma si estende al formato di grandi dimensioni e alla tavola cromatica composta da bianco di piombo, nero avorio, rosso vermiglio e giallo ocra. La linea morbida e le pennellate sciolte con cui esegue le composizioni attribuiscono all’opera un’atmosfera opaca e misteriosa che oscilla tra la memoria e la realtà, tra il presente e il passato, tra l’astrazione e la figurazione. 

Tale dicotomia temporale permane anche nei lavori successivi, dove il tema del nudo si alterna a ritratti di vita quotidiana di soggetti contemporanei come in February 14th (2022) e Party Scene (red and Green) (2022), dove le figure sono impegnate in attività ordinarie – incontri, passeggiate e feste. Inseriti in ambienti amorfi e bidimensionali, quasi geometrici, questi assumono pose statuarie e osservano lo spettatore con uno sguardo vacuo e assente. Mano mano che l’artista si addentra nella propria ricerca si intensificano i colori, compare il verde smeraldo di Gauguin, il viola e il lilla di Rubens; e ancora le vivide tonalità dei Fauvisti e dell’espressionismo tedesco – Die Brücke. Nei lavori più recenti si intravede una sempre maggiore semplificazione, la resa realistica viene sacrificata a favore dell’essenzialità e dell’immediatezza.

Malgrado la giovane età e un’attività artistica pressoché di pochi anni, Longe ha già maturato un’estetica riconoscibile che la identifica nettamente nel mondo artistico. 

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