Architetti che si basano sulla tradizione ma con aperture verso l’era contemporanea. Il padiglione nazionale visto da una cinese
“Vivibilità – Leggenda – Cento ritratti in evoluzione”. Sono questi i tre capitoli sui quali si struttura la mostra del Padiglione Cina alla Biennale di Architettura di Venezia 2023, intitolata “Rinnovamento – Coesistenza”. Che racconta la storia e gli sviluppi degli ultimi 40 anni del Paese dal punto di vista della città, della natura e della sua gente. Dal Padiglione nazionale del 2005, la Cina ha presentato alla Biennale di Venezia molti curatori, artisti e architetti di spicco, mostrando al mondo il proprio livello di sviluppo culturale, la creazione artistica e l’apertura sociale. Promuovendo attivamente lo scambio culturale e il reciproco apprezzamento della propria civiltà con il resto del mondo.
In un certo senso, questa mostra riflette l’estetica dell’architettura e dell’arte pubblica cinese contemporanea: con architetti che si basano sulla tradizione aperti tuttavia verso l’era contemporanea. Osservano i cambiamenti dei tempi e integrano le esperienze nazionali con quelle straniere. E la mostra del Padiglione diventa uno strumento per scoprire la logica interna degli artisti e degli architetti cinesi nell’integrare l’alta tecnologia nell’eccellente cultura tradizionale cinese da diverse prospettive. In che modo design e arte riescono ad aprire nuove prospettive di pensiero.
Visitando il padiglione, io – cinese – non potevo fare a meno di riflettere su quanto tutto fosse allo stesso tempo familiare e sconosciuto. Familiare, perché il profumo della cultura cinese era sbocciato e indugiava nel mio cuore in quel momento. Sconosciuto, perché presentato in maniera originale e inedita. Negli ultimi 40 anni, la Cina si è infatti sviluppata a ritmo sostenuto, ma allo stesso tempo si è anche “persa”. Con la cultura tradizionale che è stata dimenticata e sta svanendo nel rumore dell’edilizia industriale. Questa mostra cerca di offrire delle risposte a queste importanti questioni…