Nuti è morto a Roma, presso la clinica Villa Verde, per l’aggravarsi delle conseguenze dovute ad una caduta dalle scale di casa sua nel 2006
“Che sfiga, morire proprio oggi!”. C’è da scommettere che lui, con il suo cinico sarcasmo toscano, avrebbe detto proprio così. Perché morire nella stessa giornata di Silvio Berlusconi fa passare in secondo piano – è così, sono le tristi regole di oggi – qualsiasi notizia. Anche quella della scomparsa di un attore e regista amato come Francesco Nuti. Il popolare protagonista di Caruso Pascoski è infatti morto a Roma, presso la clinica Villa Verde, all’età di 68 anni. Per l’aggravarsi delle conseguenze dovute ad una caduta dalle scale di casa sua nel 2006. Dopo mesi di coma e anni di cure, era riuscito a recuperare concedendosi anche qualche apparizione pubblica e televisiva, ma l’ultima ricaduta è stata fatale.
Cabarettista in tv con i Giancattivi, assieme ad Alessandro Benvenuti e Athina Cenci, negli anni ottanta Nuti ebbe un periodo di straordinario protagonista della rinata commedia all’italiana. Avviata da Ad ovest di Paperino (1981), assieme agli stessi Benvenuti e Cenci. Nel 1982 la notorietà con il successo di Madonna che silenzio c’è stasera, consacrato poi da Io, Chiara e lo scuro, sorta di parodia de Lo spaccone, visto pure nella sezione Certain Regard di Cannes. Con il sequel Casablanca, Casablanca (1985) l’attore si conferma anche regista principe dei suoi film, fino ai successi commerciale Tutta colpa del Paradiso (1985) e Stregati (1986).
Arrivano gli anni del trionfo: Caruso Pascoski di padre polacco (1988) incassa quindici miliardi al botteghino. Successi bissati da film come Willy Signori e vengo da lontano (1989), e Donne con le gonne (1991). Con OcchioPinocchio (1994) arrivano i primi segnali negativi. Aggravati da Il signor Quindicipalle, 1998, e Caruso zero in condotta 2001).