Nel cuore del mitico quartiere di Montparnasse, casa di artisti come Alberto Giacometti, Amedeo Modigliani o Constantin Brancusi, sorge il museo dedicato allo scultore Émile Antoine Bourdelle (1861-1929), giovane promettente all’École des Beaux-Arts di Parigi, allievo di Auguste Rodin e insegnante all’Académie de la Grande Chaumière.
Il Musée Bourdelle è frutto di un impulso che vede alcuni artisti, in particolare all’inizio del XX secolo, impegnati nel donare la loro intera produzione allo stato francese, con lo scopo di aprire un luogo dedicato e assicurandone il lascito e la memoria. Questa generazione di artisti, tra cui si possono citare Auguste Rodin e Gustave Moreau, non si accontentano di affidarsi agli “addetti ai lavori”. Al contrario, si fanno in prima persona architetti, museografi e scenografi nell’intento di valorizzare al meglio la loro opera. Se spesso i rispettivi progetti non vedono però la luce prima della loro morte, gli artisti ne perfezionano in vita le caratteristiche principali, dimostrando di avere una personale e chiara visione tanto sul piano museologico che pedagogico.
In tal senso, il museo dedicato ad Antoine Bourdelle è un esempio emblematico. Infatti, non è solo la collezione permanente a richiamare l’attenzione sul visitatore (sempre accessibile gratuitamente), ma anche l’edificio che accoglie oggi il museo è frutto di un’interessante e unica commistione di stili. L’artista, che aveva già delineato quasi interamente il progetto architettonico nei primi anni ’20, lasciando numerosi bozzetti e schizzi preparatori, si ispira alla recente costruzione del Teatro degli Champs-Elysées (1910-1913). L’uso del mattone esterno, la ripartizione degli spazi e la presenza di alcuni elementi architettonici rimandano invece alle chiese meridionali di epoca romanica. Così come i colonnati e i frontoni presenti nel giardino interno evocano l’estetica dei templi greci. Ispirazioni fondamentali per l’artista, i diversi stili si sommano per dar vita ad un luogo unico nel contesto del panorama architettonico parigino.
All’interno del museo, che è ora sotto l’egida delle collezioni pubbliche parigine (Paris Musées-Les Musées de la ville de Paris), è visibile al pubblico un archivio di notevole pregio, composto da circa mille fotografie, quattromilacinquecento sculture e più di seimila tra bozzetti e acquerelli.
Nel cuore del giardino, che attualmente ospita alcune copie scultoree dell’artista, sorge l’atelier di scultura, rimasto quasi invariato dall’Ottocento, dove Bourdelle esibiva su piedistalli e mobili antichi calchi e gessi a invitati e allievi. L’arredo evoca l’intimità dei luoghi in cui l’artista ha scolpito per quarantaquattro anni: il visitatore può ancora percepire l’energia del suo lavoro, gli attrezzi e i modelli a cui si ispirava, lo spazio inondato dalla stessa luce che definiva le forme e i contorni dei soggetti scolpiti.
L’adiacente atelier di pittura permette invece di scoprire alcuni pezzi della collezione privata di Antoine Bourdelle, tra marmi antichi, sculture risalenti all’epoca medievale o romanica e dipinti, gli spazi si fanno porta d’ingresso all’universo personale dell’artista.
Altra costruzione aggiunta solo nel 1992, dissonante con il resto dell’edificio perché dalla vocazione chiaramente moderna, è la sala dei gessi, dove calchi di monumentali sculture, fregi e bassorilievi godono di doppia luce, artificiale e naturale, che contribuisce alla resa tridimensionale della materia e alla drammatizzazione dei soggetti. Questi ultimi, infatti, derivano spesso dalla letteratura mitologica e allegorica. Come i ritratti di Apollo (1909), Ercole arciere (1910) – tra le sue sculture più emblematiche – e Penelope in attesa di Ulisse (1905-1912), tutti accompagnati da acquerelli e bozzetti in gesso e bronzo, che permettono di comprendere il processo creativo di Bourdelle.
La riapertura del museo il 15 marzo 2023, dopo due anni di ristrutturazioni, ha apportato non poche novità. In particolare, alcune sale dedicate a stimolare il giovane pubblico attraverso materiali didattici ed interattivi, supporti video, fotografici e digitali che permettono al visitatore di tuffarsi ancor più nell’opera di Bourdelle.
Altro intervento significativo è l’aggiunta di un’intera ala dedicata all’organizzazione di mostre temporanee, che dialogano attivamente con l’opera dello scultore. Quella attuale, che inaugura la riapertura del museo, è dedicata all’artista francese contemporaneo Philippe Cognée (1957-).
Un museo-atelier dove poter respirare la vita, l’opera e il lascito di Bourdelle, nel cuore palpitante di un quartiere che è stato casa e ispirazione per artisti e letterati. Un “museo immaginato” che espone la produzione di uno scultore, da sempre maestro e allievo, e che, inebriato forse dalla rivoluzionaria e fervente atmosfera che regnava a Montparnasse nei primi decenni del XX secolo, si è opposto al sistema accademico in favore di un’espressione nuova e personale che ha condizionato l’opera della futura generazione di artisti, tra cui Alberto Giacometti, Germaine Richier, Jean Arp e Margaret Cossaceanu.