Christto Sanz (1985, San Juan, Porto Rico) e Andrew Weir (1987. Johannesburg, Sudafrica) meglio noti come Christto & Andrew si sono distinti per la carica comunicativa estrema, selvaggia che si dispiega in immagini contraddistinte da una tavolozza di colori che richiamano gli anni ’60 e ’70, ironiche, surreali, ambigue, talvolta disturbanti attraverso le quali indagano il labile confine tra realtà e finzione, tra mondo fisico e mondo digitale, e non da ultimo l’idea di futuro
Hanno scelto di risiedere a Doha in Quatar, dove Andrew aveva vissuto in precedenza. “La Regione del Golfo è una realtà dove tutto si muove così velocemente che si ha la sensazione che il futuro debba ancora arrivare- dice Andrew- che il tempo sia accelerato, a volte sembra di far parte di una realtà simulata”, un’immagine che cozza decisamente con gli stereotipi dell’Occidente sul mondo arabo.
Così Christto & Andrew, andando oltre la fotografia includendo nella loro pratica nuovi metodi, sfidano questi preconcetti mostrando un Medioriente colorato dove incorporano le proprie esperienze. Attraverso i vari progetti, da “Liquid Portraits”, a “Glory of the Artifice” passando da “Encrypted Purgatory” fino a “2022”, Christto & Andrew si sono interrogati sull’idea di futuro. Non il futuro come “visione” nell’immaginario degli anni ’60. Né apocalittico come paventato negli anni ’80. Ma un futuro allegorico nel quale passato e presente collassano in una dualità tra l’ancestrale e la tecnologia digitale.
“Due realtà convergeranno insieme, l’uomo e la macchina”. Mi parlate di questa frase che compare sul vostro sito web?
La frase “Due realtà convergeranno insieme, l’uomo e la macchina” suggerisce un futuro in cui l’uomo e la macchina si uniranno in un’esistenza unificata. Implica una fusione tra la coscienza umana e i progressi tecnologici, che porterà a un rapporto simbiotico tra uomo e macchina. Questa convergenza potrebbe ridefinire la nostra comprensione di ciò che significa essere umani e rivoluzionare vari aspetti della nostra vita.
Volete parlarci del vostro incontro e di ciascuno di voi, del vostro background? Trovo molto interessante che siate un duo che ha un rapporto di collaborazione simbiotico, “sulla stessa linea cerebrale”. Come sono Christto & Andrew?
Ci siamo incontrati per la prima volta a Barcellona nel 2009, quando eravamo studenti, e abbiamo iniziato a lavorare su alcuni progetti creativi per conto nostro sperimentando con la fotografia. Il mio background (Chrissto) è nel campo dell’arte e del design, mentre quello di Andrew è nel campo della finanza e della pratica museale e galleristica. A quel tempo non avevamo mai pensato di formare un duo; è stato qualcosa che è successo più tardi, nel 2012, in Qatar. Tuttavia, siamo sempre stati interessati alla fotografia. Per noi, “Christto and Andrew” va oltre un mezzo, oltre la fotografia. La fotografia è stata un punto di partenza, ma speriamo di continuare a evolverci nel tempo. Lavoriamo come un team che ha una visione estetica e si gode il processo creativo insieme. Anche se a volte abbiamo due visioni diverse, come squadra cerchiamo sempre di difendere ciò che è meglio per ogni progetto. Siamo interessati a fondere visivamente le idee di tradizione e tecnologia, passato e futuro, esplorando un movimento retro-futuristico che tiene sempre presente il colore dal punto di vista estetico.
Con la vostra pratica, avete indagato e in qualche modo ribaltato gli stereotipi sulla regione del Golfo con il vostro linguaggio assolutamente unico. Come è nato il vostro “alfabeto” espressivo?
Quando abbiamo iniziato a lavorare sull’idea di aggiungere colore alle nostre esperienze in Medio Oriente, non avevamo ancora visto artisti che usassero il colore come noi. Ma grazie ai social network e alla rapida diffusione di questi mezzi di comunicazione, oggi osserviamo molte idee e somiglianze ripetute. Eravamo interessati a manipolare l’immagine visiva del Medio Oriente, incorporando le nostre esperienze e il nostro background da una cultura completamente diversa, e fonderli insieme.
Nelle vostre opere, proiettate una visione del futuro in cui un passato nostalgico (un immaginario che si rifà al futuro come era previsto negli anni ’60 e ’80) si fonde con l’avvento del digitale che rimescola sempre più le carte e il confine tra ciò che è falso e ciò che è reale, è anche questa un’ispirazione per voi?
Siamo interessati a sperimentare la dualità tra finzione e realtà, comprendendo che tutto parte da un’idea, una fantasia che si trasforma in un pensiero, che poi diventa un’immagine e, infine, quell’immagine diventa una realtà. C’è sempre una duplice vibrazione tra passato e presente, tra idee fresche e innovative e quelle tradizionali della vecchia scuola. Il nostro compito è quello di dare vita a queste esperienze e a questi concetti con immagini che non solo sfidino la norma visiva della fotografia, ma che portino anche un po’ di divertimento alla vista dello spettatore.
Come vengono scelti personaggi e oggetti, nature morte, fiori in fiamme… Come nasce una delle vostre composizioni?
Nel nostro lavoro amiamo usare vari elementi come simboli o messaggi criptati che si allineano con ciò che vogliamo comunicare. A volte si vede un fiore infuocato, altre volte una capra a due teste o un cesto pieno di frutta marcia. Ogni elemento ha il suo significato, aggiungendo strati di significato alla nostra espressione artistica. È come un linguaggio segreto intessuto nelle nostre immagini, in attesa di essere decifrato da menti curiose.
La scelta della tavolozza di colori (brillante e perfettamente in stile anni ’60), la composizione, le immagini talvolta ambigue o inquietanti, la scelta dei soggetti e oggetti nelle scene: cosa vi ispira? Com’è il vostro processo creativo?
Sono assolutamente d’accordo sul fatto che la sensazione di essere disturbati, anche in senso negativo, sia del tutto valida. Perché non esplorare tutte le emozioni quando si vive un’immagine? Dopo tutto, ogni risposta emotiva si aggiunge alla memoria che rimane allo spettatore. È il bello della fotografia: può suscitare un’ampia gamma di emozioni, lasciando un’impronta duratura nella mente dell’osservatore.
Indagare questo momento storico è una parte molto importante della vostra indagine. Il vostro lavoro è ispirato da dubbi sul mondo in cui viviamo, oltre che da altri temi, come l’idea di futuro e la tecnologia, la mutazione del mondo, l’immortalità e il transumanesimo. Mi parlate di questi aspetti?
Ci interessano i continui progressi della tecnologia e l’impatto che hanno sulle nostre vite, in quanto ci avvicinano al concetto di futuro. ci avvicinano al concetto di singolarità. Questo viaggio di trasformazione non solo influenza la nostra routine quotidiana, ma modella anche le nostre prospettive e le nostre pratiche come artisti. Nel nostro progetto intitolato “ENCRYPTEDPURGATORIO” e nell’ultimo “2022”, abbiamo esplorato le idee del transumanesimo, creando immagini che evocano il concetto di singolarità, in cui i confini tra esseri umani e macchine e si confondono ed esistono come un’entità unica.
A partire da “Liquid Portraits” fino al recente “2022” com’è stato lo sviluppo del vostro lavoro?
Per noi ogni progetto racconta una storia nella continuità della coerenza, anche se ogni volta esploriamo nuove idee, materiali e modi di presentare visivamente una nuova opera e modi di presentare visivamente una nuova immagine. Il nostro progetto iniziale, “Liquid Portraits”, mira a ritrarre una società in movimento, in costante e rapida crescita, che sfugge a una caratterizzazione definitiva. Al contrario, “Glory of the Artifice” esplora la nozione di artificio all’interno di questo ambiente dinamico, impiegando un’immagine kitsch che stimola la curiosità attraverso la sua fusione di retro-futurismo. Questo tema estetico emerge poi in modo preponderante in “Encrypted Purgatory”, che porta all’apice del nostro viaggio creativo nel 2022. Questo anno simbolico significa il culmine di un’epoca, rappresentando l’arrivo del futuro nella nostra percezione.
Cosa pensate dello stato attuale della fotografia? Il panorama è molto aperto, infatti anche voi collaborate con una galleria italiana, Metronom. Avete già in mente progetti futuri?
Ci interessano le immagini che si intrecciano con altre forme di media, liberandosi da ogni vincolo di formato specifico. Crediamo nel superamento dei confini e nelle possibilità illimitate dell’espressione artistica. Attualmente siamo attivamente impegnati nello sviluppo di nuove proposte per progetti in Asia. Contemporaneamente, manteniamo una collaborazione costante con la Galleria Metronom, dove è possibile trovare le nostre opere a Modena.
https://www.christtoandrew.com/