Mediaset ha perso il suo capitano, ma la nave era già stata indirizzata verso nuovi lidi. Dove punta la prua del dopo Berlusconi? E quella delle altre reti? Il panorama televisivo italiano sta cambiando velocemente.
La stagione Tv è al termine. E sembra quasi che Silvio Berlusconi abbia scelto questo momento per chiudere il sipario della sua vita e della sua attività. L’ultimo atto, prima della scomparsa del cavaliere avvenuta il 12 giugno scorso, è stata la fusione di Mediaset con Mediaset España Comunicación, in MFE-MediaForEurope. Il primo passo verso la Tv paneuropea, alla quale Mediaset, in un certo senso, aspirava già in tempi non sospetti. A metà degli anni Ottanta, l’allora Fininvest acquisì tre canali, in Francia (La Cinq), in Germania (Telefünf) e in Spagna (Telecinco). Nel 1992 Berlusconi fu costretto a cedere le prime due. Ma il progetto ha attraversato i decenni. E si è trasformato alla luce della televisione di oggi, ai tempi della nuova Europa e delle tecnologie.
L’agenda europea della TV
Come cambierà Mediaset dopo la fine di un’era, quella di Berlusconi senior e dell’azienda-famiglia? Che cosa bolle nelle cucine televisive guidate dal figlio Pier Silvio? In queste settimane, nel panorama italiano, c’è un gran fermento legato ai volti di Rai, di Mediaset, de La7, ma anche di altri canali come Nove o TV8. Il periodo è segnato dal cambio di passo della politica e dall’affermarsi sempre più pressante delle reti tematiche a pagamento. Ma anche dall’aspirazione dei vari editori a non perdere il gancio con i grandi temi dettati dall’agenda Europea: dal green al food, fino al politically correct in tutte le sue declinazioni. Basta dare un’occhiata ai nuovi format sperimentati nella stagione appena trascorsa. Per raggiungere questi macro-obiettivi bisogna sacrificare qualcosa, se necessario; pezzi di un passato glorioso o quantomeno remunerativo. Così iniziano a saltare i primi programmi e con loro alcuni personaggi vengono ridimensionati o rimossi.
Il balletto dei programmi e dei personaggi
In Mediaset, ad esempio, le avvisaglie del nuovo corso si erano già affacciate durante la stagione televisiva corrente. Programmi di punta come Grande Fratello hanno rischiato la chiusura anticipata per via dei toni troppo aggressivi. È intervenuto Pier Silvio Berlusconi in persona, ammonendo il conduttore Alfonso Signorini. Il quale, a sua volta, nel corso delle ultime puntate ha ricondotto i suoi “vipponi” a più miti consigli, spiegando: “Voi mi direte: prima queste cose le facevamo. Ora, però, è diverso”. E per la prossima edizione del GF niente vip veri o presunti: si torna alle storie della gente comune, ai toni familiari. Anche la presenza di Barbara D’Urso, volto amato dal pubblico di Mediaset, è stata progressivamente ridotta. Eppure D’Urso si era spesa notevolmente durante la pandemia, andando in onda perfino nella primavera del 2020, quando anche in Rai trasmettevano film e repliche. Il suo stile comunicativo, benché vincente negli ascolti, a quanto pare non sarebbe più adatto alla nuova Mediaset politicamente corretta. Al punto da far pensare addirittura ad un cambio di azienda dopo decenni passati a Mediaset; complice il contratto di Barbara, in scadenza a dicembre 2023. Anche per L’isola dei famosi potrebbe essere l’ultima edizione. Molti i partecipanti infortunati; liti sull’isola e frecciatine in studio pare non vadano più bene ai vertici dell’azienda. E per la conduttrice Ilary Blasi (nel privato reduce dalla sofferta separazione da Francesco Totti) il futuro professionale appare incerto.
Destini dei singoli e dei programmi a parte, rimane l’obiettivo di adeguarsi a toni e contenuti di massima adatti alla televisione paneuropea, alla quale l’azienda di famiglia aspira da tanto tempo. Comunque vadano le cose, non mancherebbero gli appetiti nei confronti di un polo televisivo strategico. Nonostante l’accordo raggiunto con Vivendi (che nel 2017 aveva tentato la scalata al gruppo), Mediaset non è ancora riuscita a recuperare la quota di azioni nelle mani dell’azienda editoriale francese. Su altri fronti, si vocifera che Urbano Cairo, (attualmente a capo de La7, nonché di testate come il Corriere della Sera) abbia messo gli occhi su Mediaset e che, pur di acquisirla, sarebbe disposto a cedere La7 al gruppo Discovery. Sarà un’estate di duro lavoro per Pier Silvio Berlusconi, segnato dalla perdita del padre. Su di lui pesano anche le scelte dei fratelli, Marina e Luigi, in particolare: se Mediaset continuerà a portare il cognome del suo fondatore, difficilmente potrà esserci un altro Berlusconi in politica.