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Apre a Roma il Foro Argentina, un tour fra le rovine dei templi

Il Foro Argentina, a Roma (foto Francesca de Paolis) Il Foro Argentina, a Roma (foto Francesca de Paolis)
Il Foro Argentina, a Roma (foto Francesca de Paolis)
Il Foro Argentina, a Roma (foto Francesca de Paolis)

L’Area Sacra di Largo Argentina, dove nel 44 a. C. fu ucciso Giulio Cesare, sarà visitabile anche in notturna con passerelle illuminate tra i templi

Nel cuore di Roma torna finalmente fruibile l’Area Sacra del Foro Argentina ai piedi dell’omonimo teatro e della Torre del Papito. Laddove sorgono le vestigia di ben quattro templi romani di epoca repubblicana e il basamento in tufo della Curia di Pompeo. Luogo di convegno dei senatori che fu scenario delle Idi di Marzo. Nel 2019 Bulgari aveva firmato una convenzione con Roma Capitale per la ristrutturazione e la fruibilità del Foro, divenuto negli anni monumentale area di ozio per i gatti dell’Urbe. Prevedendo di concludere i lavori entro il giubileo del 2025. Dal 20 giugno 2023 questo progetto è realtà.

Percorsi e adeguamenti dell’Area Sacra del Foro Argentina

Grazie al contributo di Bulgari sono state realizzate nel Foro Argentina alcune passerelle che consentiranno a cittadini e turisti di immergersi nel cuore di un sito archeologico che fino ad ora era possibile scrutare solo dall’alto. E un sistema di illuminazione che renderà visibile l’area anche nel periodo notturno. L’intento della Maison è quello di dare nuovo rilievo ad un Foro centrale, ma poco conosciuto della Roma antica, ricco di stratificazioni architettoniche. “Siamo orgogliosi di aver contribuito a un progetto che avvicina ai nostri occhi questo luogo, il più antico storicamente, ma il più recente ad essere stato scoperto”, ha commentato Jean Christophe Babin, amministratore delegato di Bulgari. “Questa apertura ci consente di apprezzarne la bellezza e la storia e di scoprirne i dettagli. L’Area Sacra torna finalmente al centro della vita culturale di Roma, proprio com’era secoli fa, in epoca repubblicana”.

 

Il Foro Argentina, a Roma (foto Francesca de Paolis)
Il Foro Argentina, a Roma (foto Francesca de Paolis)

Una pedana elevatrice a cabina aperta permetterà anche agli utenti diversamente abili di visitare gli scavi che si snodano tra pannelli informativi e un’area espositiva coperta. Allestita nel portico orientale dell’area sacra, sotto il piano stradale di via di San Nicola de’ Cesarini. La torre del Papito, di epoca medievale, ospiterà la biglietteria. Lungo il percorso sarà possibile osservare da vicino molti reperti custoditi nel Foro: iscrizioni, frammenti architettonici con decori e volute, terrecotte e statue. “Il prezioso e attento lavoro di restauro ha consegnato alla città e ai suoi visitatori un’area dal valore immenso, uno spaccato di storia di oltre due millenni”, ha spiegato all’inaugurazione il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

Qual è la storia del Foro Argentina?

Era il 1918 quando l’archeologo Giuseppe Marchetti Longhi (1884 – 1979) – studioso della topografia di Roma antica e in particolare dell’Area del Campo Marzio e del Circo Flaminio – individuò alcuni reperti di grande rilievo nella zona oggi nota come Largo Argentina. Che deve il suo nome al maestro cerimoniere Johannes Burckardt, nato a Strasburgo (città nota in latino con il nome di Argentoratum). Il cui palazzo fu fatto costruire alla fine del 1400 proprio sui resti del Teatro di Pompeo a Roma. In epoca fascista l’isolato doveva essere demolito. Ma nel 1926 grazie ad una supplica rivolta direttamente a Benito Mussolini, l’archeologo Marchetti Longhi poté preservare l’area e dimostrarne l’importanza storica.

Il Foro Argentina fu così inaugurato dal Duce nell’aprile del 1929. Intanto gli scavi portati avanti dall’archeologo, durati fino al 1942 e documentati da studi e ricerche, portarono alla luce reperti e rovine di inestimabile valore. Quattro templi risalenti al IV-I secolo a. C., una monumentale statua della dea Fortuna e il basamento della Curia di Pompeo, dove il 15 marzo del 44 a. C. fu ucciso Giulio Cesare, coinvolto nella nota congiura ordita da Marco Giunio Bruto e altri sessanta senatori. I templi rinvenuti, dedicati alla ninfa delle fonti Giuturcia, alla dea Fortuna, alla dea della fertilità Feronia e ai Lari Permarini, protettori dei naviganti, rappresentano il più importante complesso di edifici sacri del Campo Marzio.

 

Il Foro Argentina, a Roma (foto Francesca de Paolis)
Il Foro Argentina, a Roma (foto Francesca de Paolis)

Il Foro Argentina e l’arte contemporanea

Attraverso il mecenatismo di Bulgari un’antichissima e nuova area della città di Roma potrà tornare ad essere anche punto di riferimento dell’arte contemporanea. Una previsione che viene sia dalla sempre crescente e costruttiva volontà di mettere in dialogo passato e presente e che, nel caso del Foro Argentina, era già stata testata dalla Performance – Happening dei tre artisti franco-brasiliani Assume Vivid Astro Focus, nell’ambito della seconda edizione di Enel contemporanea del 2008. Un progetto di connubio tra energia e arte pubblica. Con uno spettacolo di luci psichedeliche tra le colonne dei templi e una messa a confronto tra arte antica e arte pop, sulle note di una musica punk.

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