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Beacon on the Bowery. Adelisa Selimbasic sbanca New York City

Snack time, 2023, oil on canvas, 16 x 20 inches ( 40 x 50cm)
Courtesy, 2023, oil on canvas, 20 x 16 inches (50 x 40 cm)
New York. L’estate della Fridman Gallery è costellata di grande pittura. Quella creata durante la residenza della galleria a Beacon da Azuki Furuya e Adelisa Selimbasic. La bi-personale si intitola Beacon on the Bowery e espone gli ultimi lavori di entrambe le artiste. Fino al 7 luglio.

https://www.fridmangallery.com/beacon-on-the-bowery

UNA GALLERY DELLE OPERE DELLA SELIMBASIC
icing, 2023, oil on canvas, 66 x 66 inches ( 168 x 168 cm) (1)
Snack time, 2023, oil on canvas, 16 x 20 inches ( 40 x 50cm)
Third eye, 2023, oil on canvas, 77 x 77_ (3)
We just met, 2023, oil on canvas, 20 x 16 inches ( 50 x 40 cm)

GLI ARTISTI PROTAGONISTI DELLA MOSTRA ALLA FRIDMAN GALLERY DI NYC

Azuki Furuya si è laureata con un MFA al Brooklyn College nel 2019. Nata a Sapporo, in Giappone, vive e lavora a Tokyo. Le ingegnose opere su carta di Furuya esplorano la luminosità della vita e la fragilità dell’esistenza, con il processo materiale stesso come forma di narrazione. Dopo aver disegnato la composizione da una fotografia, la costruisce con pezzi di carta colorata a strati, leviga meticolosamente la superficie finché non viene esposta come un cartellone pubblicitario abbandonato e dipinge dentro e intorno ai contorni. Furuya quindi trasforma i trucioli di carta scartati in polpa, li modella in oggetti che chiama Ashes e trasferisce la foto originale sull’oggetto di carta. Ogni opera completa così un ciclo completo: da una fotografia di un soggetto alla sua rappresentazione ricordata ed elaborata a un memento mori che cattura la fragilità della memoria.

Adelisa Selimbasic si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia, emigrata in Italia dalla Bosnia. I suoi dipinti stratificati e luminosi raffigurano una percezione non convenzionale del corpo, con una sensualità spiccatamente femminile e non oggettivata. Selimbasic vuole che gli spettatori accettino il proprio corpo come vivo, autentico e perfettamente normale, con tutta la cellulite, le smagliature, i fianchi larghi e le cicatrici. L’esagerazione della scala, la sottile distorsione della prospettiva e le pose leggermente tese delle figure allungate ricordano lo stile manierista dell’Alto Rinascimento del XVI secolo, con la sua enfasi sull’emozione rispetto alla rappresentazione naturalistica. Nei vivaci dipinti di Selimbasic i corpi sono vasi che comunicano storie – genetiche, comunitarie e vissute.

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