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Buona la prima. Tokyo Gendai ha chiuso l’edizione inaugurale con oltre 20 mila visitatori e buone vendite

L’edizione inaugurale della nuova grande fiera d’arte internazionale Tokyo Gendai si è conclusa «con vendite robuste, presentazioni ambiziose da parte di 73 gallerie internazionali e una forte partecipazione di visitatori locali e internazionali» hanno dichiarato gli organizzatori (The Art Assembly e  SMBC Group come partner principale). La fiera si è svolta al Pacifico Yokohama dal 7 al 9 luglio 2023 (anteprima VIP il 6 luglio) e ha attirato 20.907 visitatori

Tokyo Gendai ha presentato artisti giapponesi e internazionali affermati ed emergenti. La scena artistica locale è stata animata per i visitatori della fiera attraverso un programma dinamico di eventi satellite presso istituzioni locali, talk con i protagonisti della comunità creativa giapponese e mostre speciali curate.

Naomi Rea di Artnet  ha commentato «La prima edizione di Tokyo Gendai è iniziata in modo promettente. Ma il Giappone ha ancora molta strada da fare per competere sulla scena globale». Nonostante questa considerazione non completamente entusiastica, ha anche aggiunto che «La fiera ha contrastato le basse aspettative al suo debutto».

Eri Takane, direttrice della fiera, ha sottolineato come «Attraverso i nostri programmi speciali Tokyo Gendai ha contribuito a celebrare la cultura contemporanea giapponese: dall’accendere i riflettori sulle  artiste pioniere giapponesi, alle nuove commissioni, alle conversazioni con le voci di spicco della comunità creativa. I nostri visitatori internazionali hanno potuto esplorare alcune delle opere d’arte più entusiasmanti in Giappone oggi, mentre i locali hanno potuto sperimentare il mondo dell’arte globale a portata di mano».

Tra i vip giapponesi del mondo dell’arte più noti a livello mondiali, è stato avvistato tra gli stand il miliardario Yusaku Maezawa. E ancora sono stati visti Mami Kataoka del Museo Mori, gli artisti Hiroshi Sugimoto e Kōhei Nawa. L’intento della fiera è quello di riportare sulle vette del mercato internazionale quello giapponese, da anni relegato a un livello più nazionale. Il Giappone, infatti, diversi anni fa è stata una delle nazioni più grandi per l’acquisto di opere d’arte, con una partecipazione molto forte alle aste internazionali per l’acquisizione soprattutto di opere trofeo impressioniste. Ma con la crisi economica all’inizio degli anni ’90, i collezionisti si sono dileguati dal mercato internazionale. È ancora Naomi Rea a spiegare bene come la situazione sia cambiata dopo la pandemia di Covid-19: «Ora, finalmente, una nuova generazione di collezionisti sta emergendo nel mercato dell’arte contemporanea. Il collezionismo è diventato di moda tra un gruppo di ricchi giovani imprenditori durante il lockdown. L’attività di offerta dal Giappone è aumentata in tutte e tre le principali case d’asta internazionali e i rivenditori giapponesi hanno registrato un aumento delle vendite del 28% tra il 2019 e il 2022, con gli acquirenti locali che rappresentano l’81% in valore. Senza grandi fiere internazionali di arte contemporanea nel Paese, Tokyo Gendai è ben posizionata per rispondere a questo crescente appetito».

Una delle iniziative più apprezzabili per permettere il salto internazionale alla fiera è sicuramente stata la possibilità pensata per le gallerie straniere di aver vantaggi fiscali: Tokyo Gendai è diventata un’area espositiva doganale per tutta la durata della fiera. Ciò significa che le gallerie con sede al di fuori del Giappone sono state esentate per la prima volta dal pagare una tassa di prevendita del 10%. (L’imposta sulle vendite viene così pagata solo al momento dell’acquisto effettivo).

Ayaka Yamamoto, Untitled #141, Kuldiga, Latvia, 2014, Courtesy of the Artist and amanaTIGP, © Ayaka Yamamoto

Qualche vendita e qualche commento dei galleristi

Tra le vendite comunicate pubblicamente: la Sundaram Tagore Gallery ha venduto un lavoro di Hiroshi Senju per USD 645,000 al Hirosawa Museum; Almine Rech ha venduto lavori di Tom Wesselmanncon prezzi tra USD 425,000 e 460,000; Blum & Poe ha venduto  opere di Yoshitomo Nara, Kazunori Hamana e Kenjiro Okasaki per cifre tra USD 20,000 – USD 400,000 e Perrotin ha dichiarato di aver fatto sold out dello stand già il primo giorno con opere di Mathilde Deniz a cifre superiori a  EUR 30,000.

Tim Blum (co-fondatore Blum & Poe, Los Angeles, New York, Tokyo) afferma: “Tokyo Gendai ha realizzato una bellissima fiera ben progettata con un eccellente gruppo di gallerie locali, regionali e internazionali. Abbiamo registrato vendite complessive eccellenti, sia a livello nazionale che regionale.’ John O’Doherty (Direttore Sadie Coles HQ Londra) afferma: “La fiera ha fornito un’eccellente opportunità per rafforzare le nostre relazioni con i clienti esistenti e per presentare il nostro programma a una classe emergente di nuovi collezionisti in Giappone”.

 

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